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Thank You For Shooting. La battaglia di Obama contro la lobby delle armi

I proiettili vaganti di Aurora e Newtown sono arrivati sino a Washington, potrebbe segnare l'inizio di una svolta epocale.

Il film di Jason Reitman del 2005 "Thank you for smoking" li chiamava MdM, Mercanti di Morte, ovvero i lobbisti a difesa delle industrie di sigarette, armi e bevande alcoliche. Oggi la lotta tra lobbisti e governo è giunta ad un punto cardine, quelli da cui non si torna indietro.

Più di 900 persone sono morte per colpa della disinformazione sull'uso delle armi da fuoco solo dal giorno della strage della scuola Sandy Hook a Newtown. Troppe per un paese come gli USA, leader nelle relazioni internazionali e super potenza economica e industriale. Dopo la sanità quindi, gli Stati Uniti sono vicini alla seconda svolta radicale in pochi mesi. Proprio il presidente Obama si erge in prima linea per la manovra anti - armi, ideata dal vicepresidente Joe Biden e una task force di esperti in materia: questa prevede un corpus di 23 decreti per cui verranno stanziati circa 500 milioni di dollari, con alcune misure direttamente applicabili mentre altre avranno bisogno del sì del Congresso.

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David Keene
Il presidente dell’NRA.

L'America vanta il più alto tasso di possesso privato di armi al mondo ma più del 40% sono vendute senza controllo sul compratore, di competenza e psicologici. Obama, il quale a preso l'iniziativa proprio a causa di quel maledetto 14 dicembre in Connecticut ("il giorno più brutto della mia presidenza", ha commentato), propone una controllo più rigido a livello federale, abolire l'importazione e la produzione di pallottole perforanti e il divieto di vendita di armi automatiche e con più di 10 colpi; ricordiamo che proprio la strage di Newtown fu commessa con un mitra M401 in dotazione all'esercito e vendibile al pubblico. Il presidente inoltre istituirà pene più severe per il contrabbando di armi ed un programma per adottare mille vigilantes armati a difesa delle scuole e dei luoghi pubblici. Si capisce quindi che proprio chi è stato colpito dall'ultima strage, i bambini, saranno i destinatari di questa riforma focalizzata su violenza, istruzione e sanità mentale.

Sarà una riforma dura da portare avanti, per stessa ammissione di Obama, ma proprio il premio Nobel per la pace nel 2009 si mette in prima linea per la lotta alle lobby pro armi. Se quindi il suo discorso sa di svolta, non si fa attendere la risposta del presidente dell'NRA (National Rifle Association) David Keene: quella contro la riforma proposta da Obama la definisce "la battaglia del secolo", vantando l'appoggio di alcuni stati come Montana, Wyoming e - ovviamente - Texas che ignoreranno le disposizioni provenienti dalla Casa Bianca. Aleggia quindi sempre la sensazione che la lobby e i suoi alleati al Congresso sia troppo potente per poter perdere.

L'ultimo attacco al presidente è infatti una spot diffuso dalla stessa NRA in cui lo definisce un "ipocrita elitista" per aver dotato le sue figlie di guardie del corpo, accusandolo di non mettere la difesa dei bambini come prima obiettivo, ma di aver solo intenzione di far mettere via i fucili agli americani. Obama dunque ha vinto la prima battaglia contro le lobby, ma la guerra contro le armi è appena iniziata.

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