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Testimonianze dalla Siria: la Croce Rossa grida la sua speranza di pace

di Antonietta Chiodo

Questi ultimi anni hanno scandito conflitti sempre più complessi ed ingestibili, al fianco delle vittime nelle guerre troviamo associazioni ed enti composti da volontari e personale medico la cui scelta di vita porta il loro desiderio di pace e nonviolenza verso l’utopia della vittoria per i più deboli, mettendo spesso a repentaglio la propria per un ideale. Complesso rendersi conto, a causa del silenzio dei media, di come le strutture umanitarie diventino spesso bersaglio delle coalizioni mondiali e degli eserciti liberi, come ci raccontano in queste testimonianze che abbiamo raccolto due personalità di spicco della Croce rossa italiana.

Laura Bastianetto portavoce di Croce Rossa Italiana e giornalista:

Ci troviamo all’interno di una situazione estremamente delicata e complessa, la nostra gemellata “Mezza Luna Rossa Siria” è riuscita a posizionarsi in siti strategici ma oramai il morale è difficile da tenere alto essendo quasi al sesto anno del conflitto, ove volontari ed operatori svolgono il loro compito sempre nel limite della sicurezza. Sono stati numerosi gli appelli che abbiamo divulgato ad alta voce usando tutti i mezzi possibili insieme ad altre Ong, trovandoci anche ad alzare la voce per riuscire finalmente pochi giorni fa ad entrare a Madaya chiarendo che in nessun modo dovrebbe verificarsi il divieto di accesso per consegnare gli aiuti umanitari.

Le popolazioni sono intrappolate, questa è la verità, a noi è impedito entrare come loro è impedito uscire, una notizia che è stata completamente ignorata dalla stampa internazionale è quella dell’attacco che hanno subito le strutture di Croce Rossa pochi giorni fa in territorio siriano, le ambulanze sono diventate oramai bersaglio e ne sono state perse troppe per la situazione in cui ci troviamo, per noi è importante ricordare che dall’inizio del conflitto sono stati uccisi ben 44 volontari siriani e 8 volontari palestinesi, per noi questa è una situazione inconcepibile che chiediamo finisca presto. Siamo tutti sconvolti da come gli operatori dovrebbero essere tutelati dalla Convenzione di Ginevra di cui noi siamo firmatari, invece non trapela alcuna notizia sugli attacchi che subiamo, situazione che sia Mezza Luna Rossa che Croce Rossa italiana hanno cercato di documentare con più materiale possibile. Sono convinta che le persone debbano avere ben chiaro cosa significhi il blocco di un aiuto umanitario, significa che tramite comunicazioni anche militari viene impedito non l’accesso, ma la partenza dal paese donatore, quindi quando finalmente abbiamo avuto il consenso siamo riusciti a mettere in moto i nostri 45 mezzi che contenenti cibo, beni di conforto e assistenza sanitaria. Sino ad oggi in Siria abbiamo assistito 13.500.000 persone.

Ci troviamo in una situazione estremamente complessa, cercando sempre la protezione mettendo in evidenza sia sulle divise ed i mezzi il nostro stemma perché sia visibile da un possibile attacco, ma siamo un bersaglio e questo spesso accade perché a colpire sono gli eserciti liberi.

Franesco Parisi, presidente del comitato provinciale Cri di Crotone, siamo stati lasciati soli:

Sono svariate le sensazioni che provo in queste giorni ma quella che sento di più è che il conflitto siriano sia un problema atavico, che risiede in falle di politica internazionale ed europea, in merito ad un’alienazione politica dell’intervento. Ricorda le stesse dinamiche degli accadimenti nella Striscia di Gaza, sono convinto che il problema non sia stato preso di petto e che la Convenzione di Ginevra non sia minimamente rispettata portando così ad un ritardo inconcepibile la consegna di aiuti umanitari.

Parliamo di eserciti liberi, non si capisce in realtà chi stia facendo la guerra e a chi la stia facendo e che intenzioni abbiano realmente i capi di stato. Tutto sembra il semplice susseguirsi del bisogno di accaparrarsi i territori, territori che non sono di nessuno, i nostri militari non sono tenuti ad intervenire, sono inermi quanto i civili, ma a pagare sono sempre i più deboli, i nostri dispiegamenti sono a sorveglianza delle locazioni umanitarie. Si concepisce oramai che il conflitto è andato oltre, non si fermano di fronte a nulla, colpendo anche ospedali come succede ad Emergency e Medici senza Frontiere. Paradossale ed incomprensibile è l’opinione pubblica, non voglio togliere nulla a Parigi perché è terribile ciò che è successo, sono da condannare, ma non noto la stessa attenzione per le continue stragi in questi territori. Credo sia arrivato il momento di prendere coscienza di questo problema che non è più solo politico, sulla striscia di Gaza ieri 26 Gennaio 2016 un nostro volontario di Mezza Luna Rossa Palestina è stato ucciso e nessuno ha reso pubblica questa notizia, ci siamo appellati a Renzi e Mogherini, abbiamo avuto troppi morti che non sono stati mai degni di citazione, dichiarando che non intendiamo più assistere a volontari che vanno in quei luoghi a portare la pace venendo poi uccisi, chiediamo quindi venga presa una decisione in merito, sembra si cerchi di impaurire il volontariato ed i soccorritori, si trova quindi necessario prendere coscienza che non si tratta più solo di uno dei tanti conflitti come ricordano lo Yemen o l’Iraq, ma si tratta di un problema mondiale.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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