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 Home page > Attualità > Istruzione > Testimonianza di una docente precaria di Milano

Testimonianza di una docente precaria di Milano

Ho 36 anni, sono coetanea del nostro caro Ministro Gelmini.

Precaria dal 1999, quindi, come si suol dire, “precaria storica”. Laureata in Lettere e Filosofia, abilitata per la Scuola Materna, per la Scuola Primaria e per l’insegnamento di Italiano, Storia, Geografia nella Scuola Secondaria di Primo Grado e di Lettere nella Scuola Secondaria di Secondo Grado. Dunque ho conseguito ben quattro abilitazioni, per non parlare di tutti i corsi d’aggiornamento e di formazione frequentati e che continuo a frequentare a Milano.

Risultato di tutti questi anni di "studio matto e disperatissimo"? Nessuna stabilità, ogni anno costretta a cambiare scuola, bambini, colleghi. Assunta ogni anno ai primi di settembre e licenziata il 31 agosto per ricoprire cattedre vacanti che potrebbero benissimo essere assegnate stabilmente con l’immissione in ruolo.

Nessuna stabilità per i docenti si traduce automaticamente in nessuna continuità educativa- didattica per gli alunni, con danni irreparabili agli stessi come dimostrano le più importanti teorie psico-pedagogiche di Piaget, Bruner, Gardner, Dewey, Vygotskji etc...

Trentasei anni e sentirsi sulle sabbie mobili, sprofondare sempre di più: senza un contratto a tempo indeterminato niente mutuo, niente casa, niente progetti per una famiglia.

Lo stipendio? Nessuno scatto di anzianità, assunti sempre a fascia zero!
Ogni giorno che passa mi rendo conto che, nonostante i miei titoli di studio, in questo Paese non ho futuro.

Vorrei solo che i nostri cari Ministri sentissero il mio urlo disperato e quello di tanti altri colleghi che ancora non hanno firmato un contratto.

Ridateci il nostro futuro, ridateci la nostra dignità, ne abbiamo tutto il diritto.
Grazie per l’attenzione.
Giusy Andaloro

I commenti più votati

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.161) 7 settembre 2010 02:08
    Damiano Mazzotti


    Fa sempre comodo ai vecchi fare crepare di fame e in guerra i giovani...

    Vuole tornare alla carneficina della prima guerra mondiale?

    Avete solo la fortuna chefinora i giovani sono sempre stati così fessi per dare la vita per far guadagnare soldi e gloria agli altri...

    Lei segue l’esempio di quei geni capitalisti che vogliono un’economia piena di consumatori, ma senza lavoratori...

    Se nell’industrie ci sono sempre più robot perchè non iniziate a far consumare i prodotti e i servizi ai robot? Così li potete programmare a consumare quanto vi pare...

Commenti all'articolo

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.84) 6 settembre 2010 10:11
    Damiano Mazzotti


    La cosa più grave è che si premia un vecchio modo di fare cultura e di fare scienza...

    La vera soluzione per la scuola italiana sarebbero i prepensionamenti...

    I più anziani costano molto di più e rendono molto di meno...

    Personalmente la mia fortuna è stata quella di avere insegnanti giovani fin dalle scuole elementari... E per fortuna all’Università dove potevo sceglievo..

  • Di vituzzo (---.---.---.185) 6 settembre 2010 20:13

    Ciao Giusy,
    l’hai scritto tu stessa che in questo Paese non hai futuro. Secondo me emigrare è il destino di tutte le persone meritevoli che vogliono veder riconosciuto il proprio merito.
    Ciao.

  • Di Renzo Riva (---.---.---.44) 6 settembre 2010 23:14
    Renzo Riva

    Dr. Mazzotti,

    Sempre l’antico vizio di mettere sul groppone dei contribuenti i costi impropri di uno Stato (neanche di necessità) che almeno a 500.000 statali dovrebbe dire: cercatevi un lavoro perché dobbiamo rinunciare alla vostra collaborazione, e in poco tempo, perché non possiamo permetterci il lusso di pagare male coloro che non sono più necessari perché esuberanti.
    Mandando a casa 1’000’000 di esuberanti nel pubblico impiego si potranno pagare meglio gli insegnanti non in soprannumero e liberare ulteriori risorse per la vera ricerca e per lo sviluppo.
    Ma è chiaro che sto sognando e che questo Paese deve ancora conoscere e sperimentare condizioni ancora più dure delle odierne prima di recuperarsi alla resipiscenza.
    La crisi del 1929 negli Usa fece 6 milioni di morti: per denutrizione, malattie, suicidi e altro.
    Auguri ai morituri odierni.

    A margine prendo atto dell’interruzione dello sciopero della fame della stremata precaria di Roma.
    La causa è dovuta al fatto che non ha adottato la tecnica pannelliana.

    Niente è dato a sapere della precaria in sciopero della fame nella sua autovettura a Maniago (UD) che fino a ieri era determinata nel continuare la sua forma di protesta.
    Auguri anche a lei.
  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.161) 7 settembre 2010 02:08
    Damiano Mazzotti


    Fa sempre comodo ai vecchi fare crepare di fame e in guerra i giovani...

    Vuole tornare alla carneficina della prima guerra mondiale?

    Avete solo la fortuna chefinora i giovani sono sempre stati così fessi per dare la vita per far guadagnare soldi e gloria agli altri...

    Lei segue l’esempio di quei geni capitalisti che vogliono un’economia piena di consumatori, ma senza lavoratori...

    Se nell’industrie ci sono sempre più robot perchè non iniziate a far consumare i prodotti e i servizi ai robot? Così li potete programmare a consumare quanto vi pare...

  • Di (---.---.---.114) 5 dicembre 2010 20:31

    Cara Giusy Andaloro, per la tua posizione dovresti ringraziare i sindacati che hanno sempre spinto perchè venissero banditi più corsi abilitanti( leggasi: lo stato ha regalato l’abilitazione anche a chi non se la meritava) che normali concorsi nella scuola. La mancanza di programmazione statale ha mandato al macello migliaia di persone, condannate al precariato, tra cui anche i più meritevoli.

  • Di marco unia (---.---.---.139) 6 dicembre 2010 10:59

    Cara Giusy,
    condivido la tua condizione, vivendola sulla mia pelle. Abilitato con conocorso nazionale e dottorato, non ho mai potuto insegnare. Ti devo dire che apparteniamo purtroppo alla categoria dei senza speranza. A nessuno, università, stato, sindacati, partiti politici, interessa nulla di noi. Non diamo profitto, non diamo rendite di posizione, non produciamo guadagno. Siamo solo (stupidi) cittadini che cercano di seguire le regole quando in questo paese vince sempre la furbizia. Io sono arrivato a non aspettarmi più nulla dallo stato. E tu? Mie considerazioni più approfondite le trovi qui sul mio blog http://caffeparty.blogspot.com/2010/11/il-processo-di-formazione.html. Mi piacerebbe discuterle assieme. Ciao, Marco

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