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Test del DNA: non è una novità...

No, non è una scoperta degli ultimi tempi, nossignore. Il test del DNA in Criminologia viene utilizzato dal 1984, grazie agli studi del genetista britannico Sir Alec Jeffreys e fu usato per la prima volta in Inghilterra nel 1988.

Da quel momento in poi, come accade solitamente per ogni nuova scoperta o innovazione, l’utilizzo del test del DNA sopratutto in caso di omicidio, iniziò ad essere utilizzato a livello internazionale. Parliamo quindi di un procedimento in uso dalle polizie criminali e scientifiche internazionali da circa 20 anni.

Eppure, in questi giorni si fa un gran parlare della “novità” in campo investigativo, data dalla nascente pratica del test del DNA in molti casi irrisolti, come quello dell’assasinio della Contessa Filo della Torre avvenuto la mattina del 10 Luglio 1991 o come quello di Elisa Claps, risalente al 1993, due casi irrisolti per decenni ed ora – pare – risolti grazie a qualche vecchia traccia di saliva, sangue o qualche capello rimasto appiccicato non si sa bene dove.

Perché si sta propagando l’idea che questo test sia una scoperta innovativa quasi delle ultime ore? Perché si contrabbanda questa informazione come reale? Perché – a mio parere – alcuni casi di omicidio, non furono a suo tempo trattati con le attività investigative del caso.

Ricordando anche il caso di Cogne, più recente, ricorderete che molte omissioni furono operate persino dalla Polizia Scientifica.

Scarsa professionalità? Errori umani? Dimenticanze? O ben peggiori volontà a “coprire” qualcosa o qualcuno? Per scoprirlo ci vorrebbe una squadra super partes di investigatori, che non abbiamo a portata di mano.

Sicuramente, prima che il test del DNA entrasse nei protocolli di procedura delle polizie scientifiche a tutti gli effetti, qualche anno è passato della scoperta. Ma non così tanti da poter svendere oggi una pratica come nuovissima ed innovativa.

Gli errori del passato, che si amplificano alquanto considerando la gravità dei casi in questione, trovano “copertura” nell’ignoranza – ovvia – della gente comune. Che di DNA e test vari non sa e non deve sapere nulla.

Un omicidio irrisolto un tempo accendeva gli animi dell’Opinione Pubblica, spaccando il Paese in due fra coloro che credevano una cosa e coloro che ne credevano un’altra.

Oggi le notizie – persino di omicidio – trovano spazio per il breve periodo di un nuovo scoop che sovrasta la notizia precedente. Si potrebbe pensare che, in carenza di notizie e scoop, si vada a “rinfrescare” la memoria di vecchie notizie che a suo tempo avevano appassionato non poco la cittadinanza. Un “rispolvero” così, tanto per gradire...

Ieri sera, nella puntata settimanale di “Chi l’ha visto”? la conduttrice ha ripetuto per circa dodici volte la frase “grazie al test del DNA”. Un tormentone. Che vi ritroverete ad ascoltare ancora per qualche giorno, o almeno finché non si tirerà fuori un altro vecchio caso abbandonato in qualche archivio di Stato e rispolverato per dare nuova energia ad un Paese intorpidito da troppe notizie, troppi fatti, troppe aberrazioni e troppi misteri.

Persino la morte di centinaia di persone non sortisce effetti eclatanti. Forse la Scientifica, potrebbe trovare un modo – scientifico e non politico – per energizzare un pò le menti addormentate di una nazione ormai avviata al letargo costante. Chissà...

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