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Terzigno: lo Stato condanna il Vesuvio

Toccare con mano la disperazione non lascia mai indifferenti, è questione di umanità.

Non c'è mai stata partita, non è mai esistito un tavolo tecnico, non c'è mai stata nessuna volontà reale nel cercare valide alternative alle due discariche di Terzigno. Cesaro Luigi, Presidente della provincia di Napoli, incaricato direttamente dal premier Berlusconi di ripulire Napoli, accusato a più riprese da decine di pentiti che lo indicavano ai tempi come amico intimo di Cutolo, il professore di vesuviano fondatore della Nuova Camorra Organizzata (Cesaro non ha mai negato questa amicizia), poi indicato dall'ultimo pentito Vassallo come mano destra del clan Bidognetti sempre a proposito del traffico illecito di rifiuti; e amico di Cosentino salvato dalla Camera che ha negato l'autorizzazione a procedere sulle intercettazioni che lo inchiodavano.

Tutto già scritto, altro che destino, un copione preciso fin nelle virgole; appena conclusa l'emergenza rifiuti in Campania alle provincie andava il compito di continuare il lavoro svolto dalla Presidenza del Consiglio e dal dipartimento di Protezione Civile quindi, alle provincie andavano collocati i loro uomini, come Cesaro che con i suoi mille ricattabili fantasmi nell'armadio non avrebbe potuto far altro che ubbidire.

Quanta gente, non gruppi, ma una sola grande folla come durante un concerto. Vicino a me i miei amici, armati solo di fazzoletti a ripararsi dal fumo dei lacrimogeni e dalla puzza nauseante che sale dalla discarica. Si pensa alla solita nottata passata sulla strada ad impedire il passaggio dei camion colanti liquido schifoso, invece parte un tam-tam improvviso e rapido: la seconda discarica nel Parco Nazionale del Vesuvio si aprirà, Cava Vtiello si aprirà. Ma come, le ultime analisi hanno confermato l'inquinamento delle falde acquifere! Ci sono i camion della azienda Asia sequestrati perchè beccati a sversare rifiuto cancerogeno! Scoppia la rabbia. Una rabbia che nasce dal dolore umano, dal pathos di chi si è visto tradire nuovamente, di chi si vede strappato e spogliato di ogni diritto umano. Di chi teme di esser costretto a crepare di cancro. L'ipocrisia di uno Stato che lascia respirare a migliaia di cittadini aria pregna di cellule cancerogene ma poi appoggia la giornata nazionale contro il tumore al seno o alla prostata. Roma aveva avvisato la questura anzi tempo; prevedendo lo scoppio di rabbia collettiva si ordinava un massiccio dispiegamento di agenti armati di scudi, lacrimogeni e bastoni. I manganelli sono dei bastoni, delle armi che spaccano le ossa come noci di cocco. Così è stato, una strage, una ennesima strage di Stato. Si spengono le illuminazioni pubbliche tra grida e pianti disperati, si cerca un riparo dalle cariche, cazzo, ci sono ragazzini, vecchiette, donne gravide e padri di famiglia; gli unici camorristi son rimasti a Roma, nelle stanze ovattate, messi al sicuro dalla loro immunità parlamentare. Io c'ero e mi assumo ogni responsabilità su queste mie dichiarazioni e descrizioni. A Terzigno lo Stato sta volutamente massacrando una intera popolazione. Lo Stato italiano sta volutamente fingendo di non conoscere gli atti e i documenti che proverebbero il traffico di rifiuti tossici, industriali ed ospedalieri mandati dentro la discarica di Terzigno. Lo Stato finge di dimenticare le tante inchieste distrutte e smembrate per mano dei loro magistrati; Magnanapoli, Globalservice, scandalo su Lady Mastella e marito.

Lo Stato politico italiano sta volutamente condannando a morte una intera regione e anche altre regioni considerato il traffico di rifiuti europeo. Lo Stato politico italiano ignora tuttavia che quelle pagine e pagine di intercettazioni che hanno tentato in ogni modo di distruggere, quegli appalti fatti aggiudicare a ditte in odor di mafia e già conosciute negli ambienti della magistratura, riposano tra le nostre mani.

Una domanda più di tutte mi preme fare, a chi non saprei, suppongo a chi crede ancora in uno Stato giusto e non deviato: è possibile da parte della popolazione pretendere vadano in porto le tante inchieste e i tanti processi che costellano la storia campana, dagli anni '80 ad oggi, sul traffico illecito di rifiuti?

Perchè una popolazione dovrebbe accettare e fidarsi di un Luigi Cesaro, di un Nicola Cosentino, di un Silvio Berlusconi o di un Guido Bertolaso, quando la loro cronaca giudiziaria assomiglia a quella di Totò Riina?

Perchè la popolazione dovrebbe fidarsi delle rassicurazioni dell'ARPAC quando la stessa è finita sotto inchiesta per le manomissioni sui controlli ambientali?

«Qui sotto c’è di tutto». Poche parole sussurrate dai funzionari di polizia mentre camminano su di un terreno appena sequestrato. Una maxi discarica abusiva in località Giardino, Villa Literno. Una zona sottostante l’autostrada Napoli-Roma che dalla strada Domitiana conduce a Pozzuoli. Il terreno con destinazione agricola completamente recintato da blocchi di cemento prefabbricati risultava sopraelevato di circa un metro e mezzo rispetto a quelli circostanti.

Gli investigatori confermano che si stava realizzando una discarica abusiva contenente circa 72.000 metri cubi di rifiuti speciali sui quali, nel tentativo di occultarli, veniva sversato e livellato lo strato di brecciame e di brecciolino. Denunciato l’amministratore della società responsabile di quell’attività, la Fontana group di Villa Literno aggiudicatrice di numerosi appalti pubblici: dall’edilizia al trasporto e smaltimento di rifiuti in genere - in relazione a una serie di violazioni al decreto legislativo 152 del 2006 (norme in materia ambientale), nonché all’occupazione abusiva dell’area di proprietà dell’Anas. Così come per Caserta così per Terzigno, per Pianura, Chiaiano, Campania, Lombardia e ogni altra regione. Questo è quello che lo Stato intende per ciclo integrato di rifiuti?

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.111) 21 ottobre 2010 19:58

    Parabola di Regime > ASCESA - L’aspettativa si accompagna alla speranza. La speranza fa da sponda alla fiducia. La fiducia alimenta il consenso. Comincia l’attesa. Un’attesa prolungata induce assuefazione e disincanto. L’arrangiarsi diventa inevitabile alternativa. Con l’attesa aumenta però l’ inquietudine e con l’inquietudine cresce l’irrequietezza. DISCESA - Dai margini del tessuto sociale arrivano i primi segnali di ribellione. Poi … Nel teatrino di Pantomima e Rimpiattino cambiano le scene, ma non cambia il copione ...

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