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Terremoto in Messico | Brigate di solidarietà di fronte al disastro

Nessuno ne parla più del terremoto di Città del Messico, come quasi sempre avviene con queste tragedie cala il sipario. Invece, dall'esperienza delle Brigate di Solidarietà Attiva, abbiamo imparato che la fase della ricostruzione è altrettanto delicata e le forme di solidarietà, attivazione e autorganizzazione - messe in campo durante i soccorsi - vanno consolidate. Una nostra compagna delle Brigate, in questo video, ci racconta con interviste, testimonianze dirette e riprese, come procede la mobilitazione negli ultimi giorni.


Il 19 settembre del 2017, a pochissime ore dal momento della scossa una gran massa di popolazione si è riversata nelle strade messicane per prestare soccorso alle persone rimaste intrappolate sotto gli edifici crollati in vari territori del paese.
Il 7 settembre un primo terremoto di 8.2 gradi, con epicentro nell'Istmo di Tehuantepec, aveva coinvolto gli stati di Oaxaca e Chiapas, uccidendo più di 90 persone e producendo migliaia di sfollati.


Due settimane dopo, il sisma di 7.1 gradi Richter, con epicentro nello stato di Morelos, ha colpito anche Città del Messico, Estado de México, Puebla e Tlaxcala, con un totale di 320 morti, secondo i dati forniti oggi dalla Protezione Civile.
A città del Messico sono crollati piú di 38 edifici sparsi tra vari quartieri della città, popolari e della classe medio-alta. La reazione solidaristica è stata massiva e trasversale a vari strati della società. In poche ore la popolazione si è autorganizzata in maniera frenetica e concreta per dirigere il traffico, scavare tra le macerie e raccogliere beni di prima necessitá per affrontare l'emergenza.
Con grande ritardo e inoperosità sono poi subentrate le forze istituzionali, tra cui Protezione Civile, Polizia Federale, Polizia Stradale ed Esercito, arginando e controllando progressivamente la partecipazione spontanea dei volontari e la solidarietá portata delle brigate civili alle comunitá rimaste escluse dalla rete istituzionale dei soccorsi.
Nel frattempo collettivi politici, cooperative di lavoro e di consumo, studenti e spazi autogestiti hanno cominciato un processo di organizzazione interna per coordinarsi nelle azioni di solidarietà attiva messe in campo, contrastare la strumentalizzazione politica degli aiuti da parte dei partiti di governo e prepararsi ad affrontare il futuro percorso di lotta contro la speculazione edilizia ed a fianco degli sfollati e dei familiari delle vittime che ancora giaciono sotto le macerie.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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