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Tarapia tapioco, prematurata la supercazzola o scherziamo?



Prego? No, mi permetta. No, io; eh scusi noi siamo in quattro. Come se fosse Antani anche per lei soltanto in due, oppure in quattro anche scribai con cofandina; come antifurto, per esempio.

Non servono molte parole per dirlo: siamo un paese affetto da supercazzola.
I fatti ci travolgono, innumerevoli eventi di ogni tipo e spessore investono la figura del nostro primo ministro, e la gente è disposta a credere ai suoi "non è vero, la stampa si inventa tutto" e via dicendo.

Ci crede perchè non ha voglia di riflettere, perchè semplicemente si affida, perchè Berlusconi sembra essere un irresistibile mago della supercazzola.

L’unica pesona che è riuscita a licenziare Enzo Biagi per poi dire che "voleva la liquidazione".

Viene da chiedersi cosa avrebbe potuto fare Tognazzi in politica se solo avesse voluto.

L’Espresso è da oggi la nuova mela marcia in Italia; prima ci si vantava di non leggere Repubblica, mentre oggi si critica chi paga la pubblicità du quel giornale.

"Non tengono vergogna. Non posso che ribadire che è masochista chi dà pubblicità a media che a furia di parlare di crisi diventano essi stessi fattori di crisi", ha detto Berlusconi che è anche tramite la sua holding di famiglia Fininvest il principale azionista della società editoriale Mondadori (Reuters)




E’ bene ricordare alle scimmiettenonvedononparlononsento italiane che il premier possiede una caterva di mezzi di informazione, che ovviamente seguono le sue disposizioni. Il problema non è solo questo conflitto di interessi annale e mai risolto (grazie D’Alema, grazie Prodi), il problema è che il bavaglio verrà presto fatto indossare anche a tutta la rete.

Il cosiddetto pacchetto sicurezza (disegno di legge 733), tra gli altri provvedimenti, con un emendamento del senatore Gianpiero D’Alia (UDC), è stato introdotto l’articolo 50-bis, "Repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet". Il testo la prossima settimana approderà alla Camera. E nel testo approdato alla Camera l’articolo è diventato il nr. 60. In pratica se un qualunque cittadino che magari scrive un blog dovesse invitare a disobbedire a una legge che ritiene ingiusta, i provider dovranno bloccarlo. Questo provvedimento può obbligare i provider a oscurare un sito ovunque si trovi, anche se all’estero.

In due parole: si getta fango sui concorrenti della carta stampata, si limita l’accesso alle informazioni proibendo la pubblicazione delle intercettazioni e si minaccia di chiudere qualsiasi blog che parli di una legge come ingiusta.

Quindi, se si riparlerà in futuro dell’ingiustizia e dell’inciviltà della legge Bossi-Fini, delle attuali ripercussioni sul piano internazionale, delle politiche sprovvedute e assurde contro l’immigrazione, magari sollevando il dubbio della validità di tali imprese, come già fatto, il sito verrebbe insindacabilmente chiuso e si correrebbero rischi di penali e notti al fresco per istigazione a delinquere e via dicendo.

Guai a parlare in futuro del lodo Alfano, o meglio, guai a parlarne male.

Finiremo, con ogni buona probabilità, a non poter nemmeno nominare il premier e i suoi soci nei blog, così da doverli chiamare con appellativi come Topolino, Paperino e Paperoga.

In tal caso mi adeguo e firmo questo articolo sotto falso nome: Eta Beta
.

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