• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Società > Sulla scuola di Rozzano che "cancella" il Natale, su conformismo e buon (...)

Sulla scuola di Rozzano che "cancella" il Natale, su conformismo e buon senso. Una risposta a Michele Serra

Una lettera a Michele Serra in risposta alla sua amaca di domenica 29 novembre sul caso della scuola di di Rozzano nel milanese, che avrebbe "cancellato" il Natale

Gentile Serra,

Le scrivo a proposito della Sua Amaca pubblicata il 29 novembre. A prescindere dall’accuratezza o meno del modo in cui sono stati riportati sulla stampa i fatti della scuola di Rozzano (già in altre occasioni si è montato il caso e gridato allo scandalo su episodi che sono stati in seguito drasticamente ridimensionati), vorrei rilevare che il punto sostanziale non è se i ragazzini di altre religioni si sentano offesi dal concerto di Natale.

Chi avesse tali suscettibilità difficilmente verrebbe a vivere in Europa, certamente non in Italia – e sono sicura che ciò non sia affatto sfuggito alla dirigenza della scuola di Rozzano. Il punto sostanziale invece è se una scuola possa deliberare le proprie iniziative e sperimentare modalità di pluralismo culturale, in piena autonomia, senza subire angherie, intimidazioni, irrisioni.

E’ davvero tanto sconcertante che una scuola decida liberamente, se lo ritiene opportuno, di lasciare fuori dalle proprie manifestazioni riferimenti alla religione (considerando che nelle scuole pubbliche il presepe e i canti di Natale non sono prescritti da nessuna legge), riservandoli alla normale attività didattica in classe (dove è praticamente impossibile non farvi riferimento) o all’insegnamento della religione cattolica (quello sì garantito dalle leggi dello Stato)?

Nella scuola pubblica clericale della mia infanzia, con le messe di inizio d’anno scolastico, i canti religiosi, e il professore di francese che faceva recitare l’Ave Maria prima di ogni lezione (chi non voleva partecipare veniva invitato con un benevolo sorriso a rimanere seduto composto al banco), non si sono mai organizzati concerti di Natale; probabilmente i miei insegnanti clericali li consideravano frivoli e al di fuori dei compiti della scuola.

Naturalmente nessuno ha mai protestato per questo; semmai le proteste, di parte laica, riguardavano l’Ave Maria in classe, ancorché in francese. Dovevamo aspettare che il più “ludico” Tu scendi dalle stelle sostituisse l’Ave Maria, o che nella scuola pubblica non ci fosse solo lo sparuto gruppetto di laici e di ebrei a sfidare l’ethos maggioritario, perché anche sulla stampa nominalmente laica si desse la stura a una tale melassa conformista mascherata di “buonsenso”?

Mi piace a questo punto concludere ricordando le parole di Tocqueville sulla tirannia della maggioranza esercitata non tanto attraverso le leggi, ma anche e soprattutto attraverso la pressione esterna e il conformismo:

“Non conosco un paese dove regni meno l'indipendenza di spirito e meno autentica libertà di discussione che in America… Il padrone non vi dice più: ‘pensate come me o morrete’; ma dice: ‘siete libero di non pensare come me; la vostra vita, i vostri beni, tutto vi resterà, ma da questo istante siete uno straniero fra noi’”.

Lo stesso si può dire dell’Italia contemporanea.

 

Molto cordialmente,

Francesca Lacaita

 

 

 

Foto: Ferruccio Zanone/Flickr

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità