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Sulla irrilevanza della politica (soprattutto se italiana) sui mercati

Prosegue il grande rally dei paesi periferici di Eurolandia, in parallelo a rumours e boatos relativi alla possibilità che si possa giungere in tempi ragionevolmente brevi alla soluzione dell’eurocrisi. Si parla di una soluzione in stile Brady Bond per il debito greco, cioè di scambio di titoli con altri di cedola più bassa e durata prolungata, offerti a banche e privati.

In alternativa, resta sul tappeto l’ipotesi che il Fondo Europeo di Stabilizzazione Finanziaria (EFSF) possa aumentare la propria dimensione ed acquistare titoli direttamente sul mercato secondario, sostituendosi alla Bce; oppure che lo stesso EFSF possa prestare direttamente e a tassi non penalizzanti alla Grecia ed agli altri paesi bisognosi, in modo che i governi possano riacquistare sul mercato secondario titoli che quotano ampiamente sotto la pari, quindi senza fare scattare eventi di default.

Come che sia, in attesa di saperne di più e di capire che vogliono i tedeschi in cambio (pare di capire qualche aggiustamento all’età pensionabile, che con la crisi di debito c’entra come i cavoli a merenda, ma fa lo stesso), i periferici festeggiano. Inclusi i nostri Btp, che oggi registrano sul titolo decennale lo spread contro Bund più basso dallo scorso novembre, intorno a 142 punti-base. Nulla di che, sia chiaro: le condizioni fondamentali restano quelle che conosciamo, cioè quelle di un paese che non cresce neppure sotto minaccia delle armi. Ma meglio che nulla, anche se il restringimento dei differenziali avviene soprattutto per effetto di un aumento dei rendimenti tedeschi a fronte di rendimenti italiani stabili.

Certo, avere il Btp decennale in un corridoio tra 4,60 e 4,80 per cento, col pil nominale che cresce del 3 per cento non è il massimo della vita, ma carpe diem. In attesa che editorialisti e blogger arrivino a spiegarvi che il rischio-Italia si sta riducendo grazie alla stabilità ed alla grande spinta riformatrice del governo. L’immagine speculare di quanto si diceva mesi addietro, quando la crisi politica innescata dai finiani nulla c’entrava con l’allargamento dei differenziali. Qualcuno informi Razzi e Scilipoti.

E forza Italia...

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