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Stanza 5.41 del nuovo Tribunale. A Bologna scontro tra Magistratura e Avvocatura

Una normale mattina di lavoro. Ti svegli, colazione immediata e fugace con caffè preparato in casa, sigaretta di rito, e via via di corsa a raggiungere il mezzo pubblico per arrivar in Tribunale.
 
Il nuovo Tribunale di Bologna, palazzo Pizzardi, situato sulla via Farini, in pieno centro.
 
Zero parcheggi, traffico spesso in caos totale. Ma questo è nulla rispetto a quello che succede quando decidi di entrare dentro quel luogo ove dovrebbe trovar applicazione ed affermazione la tanto attesa e sospirata Giustizia.
 
Saluti il vigilantes, superato il metal detector, decidi di recarti nel settore Civile. Ecco lo splendore del palazzo.
 
Vedi i giardinetti pubblici, i portacenere, qualche statua, ma anche una fila enorme, incredibile, impressionante all'ufficio polifunzionale della Cancelleria Civile.
Praticamente ciò che nel vecchio Tribunale sito in via Garibaldi era strutturato su vari piani, ora tre Sezioni della cancelleria sono state unificate in una stanza minuscola, con corridoi strettissimi.
 
Come in un normale ufficio postale decidi quale pratica devi svolgere e premi il pulsantino magico.
 
Ecco il numero.
 
Sono le 9 di mattina e sei il numero 74. In ufficio sono ancora in corso le pratiche ferme al numero 6.
 
Tragedia.
 
Ed ecco avvocati fumare, fumare sia sigarette ma anche disperdere la propria rabbia sui vialetti dell'atrio del Tribunale. Per fortuna non piove, altrimenti... Altrimenti restavi in piedi, visto che le sedie a disposizione sono pochissime,e per fortuna che le temperature sono primaverili. Già, per fortuna.
 
Allora visto il tempo di attesa indefinito decidi di andare a ritirare una memoria di costituzione di parte avversa. Cerchi di comprendere dove si possa trovare la sala predisposta. Chiedi suggerimento a qualche collega, ma nulla. Poi all'improvviso leggi avviso. Le memorie di parte si possono ritirare nella stanza 5.41.
 
Nella mia mente dico, cavolo che codici, boh andiam a cercare questa stanza. Mi soffermo innanzi ai vari cartelli stradali, ops , del tribunale, ove cerchi il numerino magico. Ma la stanza 5.41 non si vede. Ecco che giunge un collega che cerca la stanza 5.41. Disperati decidiamo di seguir criteri logici. Ovvero di recarci lì ove è indicata la stanza 5.20.
 
Grave errore.

Sali,scendi, vai a destra a sinistra. Scambi sorrisi con colleghi che si son persi in tale assurdo labirinto, e poi ancora ed ancora, ricambio di saluti dopo aver maturato ennesimo incontro con colleghi smarritesi per le vie della burocrazia. Fino a quando eccola la magica stanza. Praticamente non ho capito come ho fatto ad arrivare. L'altro collega si è perso in qualche corridoio sperduto. Poi ti avventuri alla ricerca della memoria di parte avversa.
 
Carte e memorie disseminate su un tavolo, speri che la memoria da te cercata sia collocata nella lettera giusta, perchè sono divise per lettera iniziale del cognome dell'avvocato difensore della parte attrice. Niente la memoria non si trova.
 
Mi rassegno, chiudo la borsa, cerco di recarmi verso l'uscita e non comprendo come, ma giungi in pochi secondi alla sospirata uscita.
Un vero labirinto. Aule piccole, corridoi stretti, tante tante scale, caos incredibile. Talmente caos che vedi avvocati litigar con avvocati, non per cause in itinere, ma per la fila alla cancelleria, vedi cancellieri che devono patir stress incredibile, vedi e vivi in quattro mura una forma di follia umama espressione della peggior burocrazia.
 
La vicenda di questo Tribunale nel bolognese ha fatto tanto discutere. .Si va dalle lodi iniziali come emerge in questo articolo del luglio del 2009 :"Palazzo Pizzardi è una meraviglia".Il presidente dell'Ordine degli avvocati di Bologna, Lucio Strazziari, è entusiasta. Tre giorni fa ha visitato lo storico edificio appena uscito da ristrutturazione e restauri, pronto ad ospitare il nuovo Tribunale, l'ufficio gip e il Tribunale di sorveglianza su 23mila metri quadri di superficie, "con aule spaziose, corridoi ampi, sale assolutamente adeguate anche in funzione della sicurezza, che nelle sedi attuali non è certo il massimo". Ma non è tutto. Per gli avvocati, chi ha criticato la nuova cittadella della giustizia in via D'Azeglio (come il presidente del Tribunale Francesco Scutellari e l'Anm) non sa esattamente di cosa sta parlando. Palazzo Pizzardi, secondo solo a Palazzo d'Accursio per grandezza, "è splendido, sarà il Tribunale migliore d'Italia". Anche grazie a 50 affreschi appena restaurati. E a più di 80 funzionalissimi bagni; all'attuale scontro tra Magistratura ed Avvocatura.
 
Infatti per Francesco Scutellari, Presidente del tribunale di Bologna, la nuova sede è troppo piccola: non c’è posto nei sotterranei per i fascicoli del Civile. Per non parlare del traffico: “Bisognerà trovare una soluzione - ha detto Scutellari al Carlino - il Comune ci sta pensando. Forse sarà cambiata la viabilità”.
 
In questo comunicato stampa dell'Avvocatura bolognese si legge invece che la scelta di Palazzo Legnani-Pizzardi venne presentata, dal Comune di Bologna, come unica possibile scelta, senza alternative, per la quale era anche già stata raggiunta una intesa con la proprietà dell’immobile, dopo che per anni la Commissione (alla quale partecipa anche lo stesso Comune) si era occupata di esaminare il progetto di trasferimento nell’edificio della ex Maternità in via d’Azeglio e nell’area Sta.ve.co. in viale Panzacchi. Peraltro, appare quanto meno singolare che, da parte della Magistratura, si addebiti agli Avvocati la responsabilità della scelta di Palazzo Legnani-Pizzardi, quando della “Commissione di Manutenzione” hanno sempre fatto parte, con diritto di voto, a fronte della presenza di un unico Avvocato (il Presidente del Consiglio dell’Ordine Forense o un suodelegato), ben quattro diversi Magistrati:, i quali si sono sempre tutti – ad eccezione, come noto, del solo Procuratore Capo – espressi favorevolmente alla soluzione di Palazzo Legnani-Pizzardi.
 
Quindi scontro duro e frontale tra la Magistratura bolognese e l'Avvocatura per la questione palazzo di Giustizia.

Se a tutto ciò aggiungiamo le preoccupazioni manifestate in una agenzia di stampa da parte del presidente della Corte di appello di Bologna ovvero che in "una recente nota ministeriale ha comunicato che, per esigenze di bilancio, una parte del lavoro straordinario del personale di cancelleria di tutti gli uffici giudiziari del distretto non sara' pagata. Per quanto riguarda l'ufficio della Corte di appello di Bologna si tratta di circa 3mila ore lavorative, per un totale di poco meno di 40mila euro, prestate nel 2010 per compito assolutamente necessari quali le udienze penali, l'accompagnamento di magistrati sotto tutela, l'assistenza agli esami di avvocato. Quei dipendenti non pagati avranno diritto al riposo compensativo per un uguale quantita' di ore, cioe', a non venire in ufficio per 3mila ore. Se a cio' si aggiungono i consistenti tagli orizzontali di bilancio voluti dall'ultima finanziaria che ne sara' della giurisdizione negli anni a venire?"; vuol dire che siam messi proprio male.
 
La storia attuale, viva e presente, di palazzo Pizzardi è a dir poco sintomatica di quei malesseri che caratterizzano la Giustizia italiana.

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