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Stalking, quando le attenzioni diventano persecuzione

Sono perseguitate, minacciate e spesso in pericolo di vita: sono le donne vittime dello stalking, termine con cui si indica una serie di atteggiamenti persecutori tenuti da un individuo nei confronti di un’altra persona, che essendo perseguitata non può più vivere la normalità della propria vita quotidiana.
La persecuzione può avvenire mediante continui tentativi di intrusione dello stalker nella vita privata della sua vittima attraverso la ricerca di un contatto personale per mezzo di pedinamenti, telefonate e sms indesiderati.

I dati sono sempre più allarmanti perché si calcola che il 55% dei casi di stalking avviene nella relazione di coppia e il 15% sul posto di lavoro. Il persecutore o stalker può essere un estraneo, ma il più delle volte è un conoscente, un collega, o un ex-compagno o ex-compagna che agisce spinto dal desiderio di recuperare il precedente rapporto o per vendicarsi di qualche torto subito. Sebbene le vittime dello stalking siano soprattutto donne, è in crescita il numero di uomini che subiscono atteggiamenti persecutori femminili. In Italia lo stalking è considerato reato di “atti persecutori”.

A livello nazionale esiste la Fondazione Doppia Difesa, voluta fortemente dalla conduttrice televisiva Michelle Hunziker e dall’avvocato Giulia Bongiorno, che ha lo scopo di fornire assistenza a tutte le vittime di stalking. Negli ultimi anni è stata avviata una campagna di sensibilizzazione per fare conoscere a tutti la grave entità del fenomeno e offrire aiuto a coloro che subiscono lo stalking ma non hanno il coraggio di denunciarlo. 

Eppure ancora oggi moltissime donne non riescono ad opporsi alla violenza di cui sono vittime e finiscono per tacere e sopportare. Tutto questo, troppo spesso, finisce nello sfociare nei gravi episodi di femminicidio che sono ormai tristemente diffusi tra i casi di cronaca quotidiana.
 

 

©Denise Inguanta

Questo articolo è stato pubblicato qui

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