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Spagna, arrivano i nostri (soldi)

Lo spirito critico, il sangue freddo e la testa sul collo.
Senza questi tre elementi oggi si rischia di restare storditi da una giornata in cui a seguito del piano da 100 mld€ di aiuti per la Spagna guardando i listini si scopre che:

  • I titoli Bankia volano (+18,5%) a Madrid, come e più di tutti gli altri titoli del comparto finanziario, con l’indice in rialzo del 4,6% in avvio di seduta
  • Cala sotto il 6% il tasso dei titoli di Stato spagnoli a 10 anni: dal 6,164% di venerdì sera al 5,987% di questa mattina
  • Cala anche lo spread BTp/Bund: si restringe di 20 punti base e si attestata a 423 centesimi
  • L’euro recupera terreno sul dollaro, portandosi a 1,262 nel rapporto di cambio

tutto sembra indicare che questo intervento di aiuto sia un toccasana, che spazza via le congetture e le preoccupazioni.

Un film già visto. Questo è il quarto dei Paesi PIIGS a ricevere gli aiuti (ne resta solo uno esente…) ed ogni volta l’intervento tampone ha generato una fiammata di entusiasmo. Seguita dalla scoperta che il fuoco era di paglia.

Cerchiamo di capire bene cosa è successo. La Spagna ha ottenuto un trattamento privilegiato rispetto agli altri tre paesi che hanno ricevuto aiuti: il denaro non viene dato dala Trojka allo Stato, ma dal ESM (fondo salvastati) al FROB (fondo spagnolo salvabanche).

Perché è un privilegio? Quando UE, FMI, BCE (la “Trojka”) concedono degli aiuti erogano dei finanziamenti che assumono il rango di privilegiati (ne abbiamo già parlato diverse volte) il che significa che tutto il debito precedentemente esistente e presente nei portafogli degli investitori perde qualità e si svaluta. Dunque se da una parte si riceve un aiuto, dall’altra si paga fin da subito un dazio. Il risultato di questa svalutazione (che si traduce in un forte aumento dello spread di riferimento) è che il soggetto diventa fortemente dipendente dai nuovi aiuti: la via tradizionale di accesso al credito è preclusa, nessuno vuole sottoscrivere a tassi decenti il debito di qualità inferiore di un Paese che ha dovuto farsi aiutare perché non ce la faceva da solo, tutt’al più quel debito si può sottoscrivere a tassi indecenti (spread altissimi), ma dal punto di vista del debitore questa strada non è certamente percorribile e l’unico finanziatore accettabile diventa colui che eroga gli aiuti. La scelta di finanziare il FROB, dunque, invece che lo Stato, rappresenta un privilegio: si permette alla Spagna di mantenere inalterata la qualità dei suoi Bonos.

Infatti anche il ministero cinese degli Affari esteri si è affrettato a dichiarare:

Noi accogliamo con favore le misure prese congiuntamente tra la Spagna e l’Unione Europea. Stimiamo che queste aiuteranno a ristabilire la fiducia dei mercati

La Cina detiene una parte importante del debito sovrano dei Paesi europei, come può non apprezzare il privilegio concesso alla qualità dei suoi crediti?

Ma questo privilegio è reale? E’ solo forma (finanza) o anche sostanza (economia)?

Il FROB (Fondo de Reestructuración Ordenada Bancaria) é una sorta di fondo interbancario a garanzia dei depositi alimentato parzialmente da denaro pubblico (come si legge sul suo sito), ma il cui Garante ultimo é sempre lo Stato Spagnolo. Gli aiuti concessi al FROB che verranno usati per ricapitalizzare le banche, dunque, contano per la loro restituzione sulla capacità di rimborso dello Stato spagnolo.

Dunque l’artificio permette di non generare nuovo “debito pubblico” spagnolo, ma di fatto il bilancio pubblico spagnolo ha un carico in più da dover affrontare: 100 mld al tasso del 3% da restituire al ESM (e dunque implicitamente 3 mld€ di deficit in più a causa di nuova spesa per interessi). Un altro privilegio per la Spagna: sul mercato si finanzia infatti al 6% e dunque questi aiuti costano la metà… sembrerebbe che la cultura degli aiuti “punitivi imposti alla Grecia sia stata pesantemente ammorbidita.

Quale può essere la contropartita per chi offre questi aiuti? Come può essere considerato affidabile dal ESM un Paese che già stentava prima e ora è più zavorrato? Risponde il commissario europeo alla Concorrenza, Joaquin Almunia:

Una Trojka formata da rappresentanti di Unione europea, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale avrà il compito di monitorare il piano di aiuti da 100 mld€ concesso per le banche spagnole

Per garantirsi la restituzione degli aiuti, dovranno controllare che il riordino dei conti diventi severo ed inflessibile, con aumento delle entrate e forti tagli alla spesa. Con altri pennelli, vero, ma è sempre un quadro a tinte molto “greche”.

A meno che nel meeting di fine mese salti fuori una chiara road map verso l’integrazione europea…

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.176) 12 giugno 2012 12:26
    Damiano Mazzotti

    Qualcuno mi spiega perchè si continua a prestare i soldi a queste banche senza rimuovere i banchieri cretini e truffaldini che le hanno gestite? Mi posso rispondere anche da solo: probabilmente troppe banche sono gestite dalla politica e i banchieri privati hanno comprato i politici e ingannato gli azionisti per poter rimanere al loro posto...

    Avanti giovani alla riscossa... Cosa aspettate a sfanculare quei vecchi cretini che vi danno ordini più idioti di loro?

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