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Sky ringrazia i suoi 5 milioni di clienti

Lo ha annunciato ieri l’azienda Sky in un comunicato ufficiale poi in ogni canale di informazione e altrove lanciando periodicamente spot con annessi volti noti che ringraziano (Fiorello, Ilaria D’Amico, alcuni calciatori e attori italiani): raggiunti i cinque milioni di abbonati.
 
“Cinque milioni di famiglie hanno scelto la nostra famiglia”, è uno egli slogan ricorrenti. In realtà è un falso problema: la cifra è quella che è, che si tratti di famiglie è discutibile, di certo sono abbonati che portano il bacino di ascolti complessivo verso i quindici milioni di persone.
 
Un traguardo festeggiato proponendo visioni gratuite a tutti i clienti per i prossimi due fine settimana (oggi e domani, il 9 ottobre sarà aperta la visione alla programmazione dei canali Cinema e Intrattenimento, anche in 3D, e a tutti i film in pay-per-view di Prima Fila; durante il prossimo week-end, il 15 e 16 ottobre, in occasione della ripresa del campionato di serie A, sarà aperta la visione dei pacchetti Sport e Calcio, anche in 3D, e dei canali Prima Fila Calcio con tutti gli incontri delle due giornate).
 
Dal luglio 2003 a oggi sono innegabili le evoluzioni tecnologiche introdotte dall’azienda, dall’Alta Definizione, al PVR (Personal Video Recorder) del servizio MySky, per non parlare del recente Sky Go che rende alcuni canali fruibili dai tablet e il canale Sky 3D. Oltre novanta canali aggiunti negli ultimi anni, centinaia di format e prodotti televisivi importati dall’estero, ma anche i canali a recuperare la televisione del passato (telefilm anni settanta e ottanta, film in bianco e nero, trasmissioni e quiz tv in replica…).
 
I numeri, insomma, ci sono.
In un servizio “simpatico” l’azienda ringrazia il cinque milionesimo abbonato, la famiglia Fanti di Monterenzio in provincia di Bologna, dedicandogli un servizio che a rotazione viene trasmesso dai notiziari. Interviste, sorrisi, banalità (“Io volevo vedere più film e con Sky ci sono anche quelli abbastanza recenti”, la madre; “A me interessa lo sport e con il 3D sarà tutta un’altra cosa”, il figlio; “A noi intessano il calcio e i film la sera, per questo ci siamo abbonati”, il padre). Insomma, tutto è bene quel che finisce bene.
 
Ci sono però altri numeri non meno rilevanti: i costi di abbonamento. Perché, certo, ormai siamo cinque milioni, una grandissima famiglia a cui non bastano 24 ore per fondere il telecomando alternando canali di sport, cucina, viaggi, serie tv a gogo, film, format e reality, news ininterrotte e così via; ormai il bacino d’utenza è questo. E tanti sorrisi dai conduttori, i presentatori, i commentatori, e tutto il personale che – per carità, giustamente – lavora in Italia per garantire la messa in onda di ogni singolo canale.
 
I costi, però, non sono poi così scontati, men che meno irrilevanti nel bilancio mensile di ogni utente (famiglia che dir si voglia, ammesso che il punto sia poi questo).
 
L’offerta è divisa in pacchetti (Sky pack: cinema, sport, calcio; Channel pack: bambini, documentari, musica, serie tv e news). A seconda di quanti pacchetti si sottoscrivono l’abbonamento mensile oscilla dai 19 euro per due Channel pack (fino a 55 canali visibili) oppure 29 euro per uno Sky pack (fino a 69 canali), ai 72 euro circa per tutti i pacchetti (i tre Sky pack e i cinque Channel pack, ovvero fino a 140 canali disponibili).
 
Molte le combinazioni possibili, restano comunque numeri importanti. Circa 230 euro l’anno è il minimo sottoscrivibile (anche se, statisticamente, è più frequente si sottoscriva almeno uno Sky pack, dunque si sale a circa 350 euro l’anno), salvo promozioni specifiche legate a periodi e ricorrenze che, comunque, di solito hanno una valenza temporale per poi allinearsi ai prezzi mensili fissi per tutti.
 
Che l’azienda festeggi è più che giustificato (per fare i conti su scala nazionale a base annua basta una calcolatrice e un po’ di iniziativa, neanche poi tanta).
Certo, la crisi c'è. Altrove.

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Immagine Adnkronos.

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