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Sfrattata Lucia Massarotto, la pasionaria del tricolore

Sfrattata Lucia Massarotto, la pasionaria del tricolore

«Il tricolore lo metta al cesso, signora!», le gridò Bossi, seguito da un «Ho ordinato un camion di carta igienica tricolore». E diventò celebre Lucia. Dal balcone di Riva dei Palazzoli quest’anno non sventolerà la bandiera tricolore in quanto, il 31 luglio, la signora Lucia dovrà lasciare l’abitazione, il padrone di casa ha aumentato il fitto da 600 a 900 euro e lei ne guadagna 1000 lavorando part-time in un albergo di Venezia. Nel frattempo la signora ha partecipato a un bando per l’assegnazione di una casa popolare del comune di Venezia. Per 12 anni la signora ha esposto il tricolore, durante i raduni leghisti prendendosi gli insulti e la minacce, la casa spesso era vigilata dalle forze dell’ordine e la solidarietà di chi ama la bandiera.
 
La signora Lucia ha poi detto che la bandiera se la porterà sempre con sé mentre altra roba la getterà via, per lei e i suoi figli Mattia 21 anni e Tommaso 15 anni è parte importante della propria storia. “A Venezia ci sono tante persone che la pensano come me per fortuna - dice Lucia - non sono sola. Io ho fatto forse un gesto più plateale di altri, quello sì". E continua "I "no" esistono, così come esiste della gente che non la pensa come la Lega, i cittadini dovrebbero sapere chi è veramente il popolo leghista. Non è sempre quello che appare in tv moderato nei toni e accondiscendente con l’interlocutore. Anzi. Dalla mia finestra ho sempre sentito parole forti, manifestazioni di odio e anche molti insulti. In riva Sette Martiri la Lega è un’altra cosa. Sapesse quante critiche, per usare un eufemismo, ho sentito rivolgere dal parlamentare padano di turno a Berlusconi. Ma poi, come vede, le cose cambiano. Ed ora eccoli là tutti assieme. Personalmente detesto le persone che non sono coerenti. Mi piacerebbe nascessero delle prese di posizione forti da parte di partiti e di autorità che non la pensano come la Lega. Che non ne condividono idee e metodi, invece sento molti silenzi, purtroppo".
 
Anche Mattia e Tommaso potrebbero scrivere un libro sulla Lega. Il suo parere, Mattia, l’ha messo su YouTube: "Qui gridavano contro Roma Ladrona e adesso sono lì con tutti gli altri", "ora che ce ne andremo - aggiunge - non penso che i nuovi inquilini rimetteranno il tricolore, ma almeno noi l’abbiamo messo quando aveva un significato".
 
La signora Lucia si aspettava maggiore solidarietà: "Rutelli nel 2000 mi ha portata anche a Milano, ho conosciuto Veltroni, una brava persona, ma poi sono spariti tutti e neanche un grazie".
 
Parlando dei leghisti racconta: "Io li ho conosciuti bene è gente comune che si fa una gita e viene qui, ma poi dal palco li caricano a molla con frasi violente, di odio, li incitano, li eccitano. E soprattutto i più giovani, se vedono che è permesso usare certe parole e certi toni, poi li imitano. E pensare che questa Riva è dedicata a sette ragazzi fucilati dai nazifascisti... No, non ho mai avuto paura, ma so quanti insulti mi sono presa, e poi le telefonate, le lettere anonime, la casa piantonata.. Quelli dell’opposizione li vedo molto assonnati, si vede che purtroppo ci vogliono quelli che urlano. Come i leghisti". E sul tricolore dice: “Per me è un richiamo alla realtà, un modo per ricordare che esistono valori e problemi, il lavoro, la casa, i figli, la sanità, la cultura. Abitiamo in un’Italia ancora unita, no? Dove a Napoli un’infermiera si uccide perché non le pagano lo stipendio e la politica si rivela senza moralità e piena di storie di corruzione o pettegolezzi da parrucchiera”.

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