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Serge Latouche, il giardiniere dell’economia (parte 2)


Allo stesso tempo sono molte le cose che devono crescere: la gioia di vivere, la qualità dell’acqua, la qualità dell’aria...

Se si volesse essere esatti dovremmo forse parlare di a-crescita, ovvero di ateismo della crescita, di totale mancanza di fede nell’economia come religione.

Serge Latouche, il giardiniere dell'economia (parte 2)
La decrescita è un progetto politico, radicale e rivoluzionario: si tratta di rompere con l’unidimensionalità dell’economia, al fine di ritrovare la pluralità, la politica. Ai famosi circoli virtuosi degli economisti, che si erano ricordati di tutto tranne che di due variabili, la natura ed il sud del mondo, opponiamo un programma politico, un circolo di 8 erre.

Rivalutare il nostro modo di vivere, elaborando un differente atteggiamento nei confronti della natura e del contesto in cui ci inseriamo. Da predatori a giardinieri.
 
Riconcettualizzare la visione attuale del mondo e di conseguenza tutto il vocabolario che ci è stato sottratto, ricominciare a dare alle parole i propri significanti e concetti, poichè una posizione "rivalutata" impone una riconcettualizzazione.

Ristrutturare l’apparato produttivo e i rapporti sociali al cambiamento dei nuovi valori.

Ridistribuzione delle ricchezze. Non allarmatevi, nessuno vi chiede donazioni, vi si chiede solo di "prelevare meno" dall’insieme delle risorse: cominciamo capendo cosa acquistiamo, se ha a che vedere con il continuo depredamento del sud del mondo. Mettere fine a questo continuo saccheggio sarebbe, oltre che norma, già una redistribuzione. Basti pensare che le tre persone più ricche al mondo detengono ricchezze come le 700 milioni di persone di tutta l’Africa Subsahariana messe insieme, oppure anche semplicemente che le popolazioni occidentali, da sole, spendono l’80% delle risorse globali. Se tutti consumassero come un italiano, che non è nemmeno in cima alla lista dei predatori, ci vorrebbero più di tre pianeti.
 
Rilocalizzare cioè produrre in massima parte a livello locale, e acquistare in massima parte ciò che è locale, per evitarne l’impatto ecologico e sociale e per avere il controllo visivo su ciò che si acquista.

Ridurre il nostro impatto sulla biosfera, rivedere i nostri modi di produrre e consumare.

Riutilizzare/Riciclare due parole che parlano da sole.

Per essere più concreti, come spesso si chiede ai teorici, Latouche aveva delineato un breve programma per le elezioni presidenziali francesi del 2007, come se si dovesse candidare, articolato in dieci punti.


1 ritrovare una impronta ecologica sostenibile, che non significa ritornare all’età della pietra, ma di limare gli sprechi interni al sistema. Basta pensare che lo yogurt, da essere fatto col latte preso dalla fattoria sotto casa, oggi per arrivare sulla nostra tavola attraversa in media 9000 chilometri.
La globalizzazione ci ha portati a creare un mondo di trasporto globale, dove ogni giorno tra Francia e Italia si incontrano 8000 camion per portare oltre confine l’acqua san pellegrino da una parte, e quella evian dall’altra.
E’ necessario consumare e produrre meglio, anzichè meno.
2 ridurre i trasporti, che sono responsabili al 30% dell’effetto serra.
3 rilocalizzare
4 restaurare l’agricoltura contadina, abbandonando ad esempio i pesticidi chimici, favorendo chi lavora la terra, che ad oggi è una percentuale bassissima, attorno al 3%
5 trasformare i guadagni di produzione in riduzione di orario di lavoro. E’ dai tempi di Marx che si sostiene che, grazie all’intervento delle macchine si potrebbe lavorare 60 volte meno, ed invece si lavora troppo, e quando non si è nell’orario lavorativo, si vive in quello che è chiamato il lavoro fantasma (trasporti, burocrazia...)
6 favorire la produzione di beni relazionali come il sapere, l’amicizia, l’amore.
7 ridurre lo spreco di energia, è possibile farlo di almeno 4 volte tanto.
8 restringere lo spazio pubblicitario
9 riorientare la ricerca scientifica
10 riappropiarsi del denaro che è un bene comune, non appartenente ai banchieri. Se contrastassimo il loro potere potremmo affrontare anche esperienze differenti, di moneta locale, ad esempio.
Ho pensato a come sarebbe andata se mi fossi candidato e avessi vinto. Sarei stato assassinato nel giro di un anno, dice ridendo.

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Da più di tre anni gestisco un piccolo blog dalle "ampie pretese", Riciard’s. Mi piace vederlo come spazio di condivisione, discussione e crescita. Parlo spesso di politica, ma buono spazio trovano anche cultura, arte, ed altre tematiche. Isciriviti al feed di Riciard’s: http://feeds.feedburner.com/Riciards

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