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Sequestrato l’acquedotto principale di Vibo Valentia. A rischio la salute di migliaia di cittadini

Cosa succede a Vibo Valentia?

I Nas di Catanzaro nei primi giorni giorni di gennaio 2011 hanno attuato il sequestro del serbatoio di accumulo di acqua potabile "Tiro a segno", che fornisce gran parte della città di Vibo Valentia.

Sembrerebbe, e dico sembrerebbe, perché ad oggi ancora non si comprende il reale motivo di tale operazione, che la Procura abbia certificato che il liquido presente nel serbatoio di accumulo di località “Tiro a segno”, non sia potabile, in quanto sarebbe stato riscontrato un inquinamento di tipo batteriologico.
 
Il Sindaco della città calabrese ha emesso un'ordinanza di divieto di consumo idrico. Il sequestro è avvenuto su ordine della procura della repubblica di Vibo Valentia, dopo varie ordinanze di sequestro e dissequestro del serbatoio servito dalla condotta proveniente dalla "Diga dell'Alaco" nelle Serre Vibonesi.
Probabilmente il fatto di non aver diffuso notizie certe è perché qualcosa di preoccupante emerge all'interno di tale vicenda. Certo è giusto non creare allarmismi, è giusto attendere l'esito delle risultanze delle analisi. Ma la cittadinanza deve sapere.
 
Deve sapere con che acqua si è lavata per mesi, con che acqua si è provveduto a cucinare, che acqua si è bevuta. La procura ha affidato in custodia giudiziaria il serbatoio al dirigente dell'ufficio lavori pubblici del comune.
 
In città da settimane non si parla, giustamente, di altro.
E' nato anche un gruppo facebook vogliamo acqua pubblica e sana in provincia di Vibo Valentia. Tale gruppo nasce come luogo di informazione e discussione per ottenere che il diritto dei cittadini della provincia di Vibo Valentia ad avere acqua pubblica sana diventi finalmente realtà.
 
Sembra una cosa da quarto mondo, invece accade in Italia e nel 2011.
Si sono svolti vari momenti assembleari nella cittadina vibonese per discutere sul punto.
 
Per esempio le realtà associative vibonesi quali l'ANMI, Centro di aggregazione sociale, CittadinanzAttiva, CittAperta, Compresi gli Ultimi, ICAA, Lega Navale, Libera, No Antenna, Rifondazione Comunista, Slow Food, Vibo Antica, WWF riunite in assemblea presso la biblioteca comunale il 10 gennaio 2011, hanno deciso all'unanimità di richiedere al consiglio comunale la convocazione, con procedura d'urgenza, di una seduta straordinaria aperta ai cittadini per discutere delle emergenze ambientali che affliggono la popolazione, con particolare riguardo all'emergenza acqua pubblica e all'emergenza rifiuti.

Sul gruppo vogliamo acqua pubblica e sana in provincia di Vibo Valentia si denuncia che il comune vorrebbe che le associazioni di volontariato si occupassero di distribuire casa per casa le casse d'acqua che il sindaco mette a disposizione. In realtà è stata predisposto un servizio di emergenza che prevede la consegna a domicilio dell'acqua potabile. Tale richiesta può essere avanzata telefonando, a partire dal 13 gennaio 2011, al numero della Croce Rossa (tel 0963/991298). I volontari provvederanno, successivamente, ad attivarsi nella consegna delle casse di acqua potabile. Il servizio telefonico sarà attivo a partire da domani e rispetterà i seguenti orari Mattina dalle ore 9.00 alle ore 12.00 Pomeriggio dalle ore 15.00 alle ore 18.00. Questo è quello che accade a Vibo Valentia, questo è quello che accade nella stupenda Calabria. Se dovesse passare il federalismo fiscale certamente Vibo Valentia non avrà felice sorte. Intanto si parla di una “class action”, sottoscritta dai cittadini, dove si chiameranno in causa comune e Sorical con la conseguenziale richiesta di risarcimento danni, nonché la sospensione del pagamento dei tributi comunali sull’acqua. Bollette dell'acqua che a Vibo in questi giorni giungono più che puntuali.

Il Coordinamento Regionale per l’Acqua Pubblica “Bruno Arcuri”, Forum delle Associazioni (ICAA, Slow Food, CittAperta, ANMI, Lega Navale), Cittadinanza Attiva, Rifondazione Comunista Vibo, Compresi gli Ultimi è convenuto nel chiedere all’attuale amministrazione comunale l’immediata apertura dei vecchi pozzi (con acqua di ottima qualità), chiusi per favorire l’immissione nella rete idrica comunale dell’acqua dell’Alaco e la creazione di case dell’Acqua. Inoltre si è convenuto di adire alle vie legali, con class action, nei confronti dei responsabili dell’emergenza idrica cittadina e preparare una manifestazione per protestare e chiedere un servizio serio, efficiente e pubblico nella gestione dell’acqua.

Ciò era stato proposto in precedenza dal Partito dei Comunisti Italiani – Vibo Valentia, nonchè dalla Federazione Giovanile Comunisti Italiani di Vv, i quali chiedevano fin da subito al sindaco di organizzare immediatamente un consiglio comunale aperto a tutta la popolazione in modo da permettere ai cittadini di intervenire in prima persona per ottenere quei chiarimenti richiesti da lungo tempo.
 
Ma da alcune indiscrezioni sembrerebbe che il consiglio comunale straordinario si svolgerà venerdì prossimo e sarà chiuso all'intervento del pubblico.
 
Se ciò dovesse accadere, sarebbe a dir poco scandaloso e grave nonché irrispettoso per la sovranità popolare, per la democrazia, per tutti i cittadini vibonesi. Chiudersi dentro le sale del potere è la massima esplicazione della cattiva politica che manifesta i suoi nefasti effetti direttamente sulla salute dei cittadini.
 
Il Pdci satiricamente, bacchettando l'attuale Sindaco, sottolinea che "qualsiasi sindaco, di una città normale in una nazione normale, si sarebbe già dimesso, ma visto che il suo partito di appartenenza insegna che si può fare di tutto senza essere tenuti a rispettare quell’etica morale e politica che rileggiamo, ormai, solamente in qualche scritto del caro Berlinguer, non speriamo nella sua rinuncia all’incarico. Ma a questo punto tra di noi aleggia anche il dubbio che il caro e confusionario Nicola D’Agostino forse abbia perduto la sua lettera di dimissioni tra le tante ordinanze emanate e ritirate da agosto ad oggi!".
Ma se questa volta a Vibo non si realizza una mobilitazione generale, poiché è interesse di tutti quello di salvaguardare la propria salute, vuol dire che la Calabria è destinata a triste sorte.
 
Ma son certo che a Vibo non sarà così ed i segnali ci sono.

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