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“Sea sorrow – Il dolore del mare “, l’odissea dei migranti e il volto del nuovo nazismo nel film di Vanessa Redgrave

"Sea sorrow – Il dolore del mare”, il documentario sui rifugiati nel quale Vanessa Redgrave ha debuttato alla regia, è nelle sale italiane in giorni in cui, a causa delle vicende dell’Acquarius e delle navi Ong cui è rifiutato un porto, scuote in maniera profonda perché invita a riflettere su cosa significhi la negazione dei diritti umani, proclamata nel 1948 nella Dichiarazione Universale dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Il pericolo, dimostra la Redgrave, è la rinascita di un nazismo in chiave moderna.

Il film documenta cosa significhi abbandonare la patria per evitare la morte, incrocia alle esperienze di profughi siriani o dell’Afghanistan – orfani di guerra in fuga per mesi alla ricerca di una protezione – le vicende personali dell’autrice scappata da Londra per salvarsi dai bombardamenti dell’ultimo conflitto; oltre a quelle di Lord Alfred Dubs, nato a Praga nel 1932, bambino ebreo perseguitato dai nazisti cui fu garantita accoglienza a Londra grazie all’operazione “Kindertransport” coordinata da Nicholas Winton, detto “lo Schindler inglese”. Eletto deputato nelle file del partito laburista, lord Dubs si è battuto alla Camera dei Comuni per ottenere l’ingresso nel Regno Unito di migliaia di minori non accompagnati, non ultimo quelli accampati a Calais e in altri centri di raccolta. La sua mozione a loro favore fu inizialmente respinta con 294 voti contro 276 perché, alla memoria storica, l’aula antepose le convenienze elettoralistiche. Nello stesso modo in cui oggi la politica italiana ed europea le antepone al rispetto dei diritti umani. Alla fine, dopo una strenua lotta, l’emendamento di Lord Dubs per l’accoglienza fu approvato.

In “Sea sorrow” Vanessa Redgrave dice di aver visto comparire tra i politici orribili figure, simili alle peggiori che la storia ricordi. Associa agli attuali respingimenti una rinnovata cultura nazista. Nel film, il cui titolo deriva da affermazioni di Prospero ne “La tempesta”, è recitato un discorso sugli immigrati che Shakespeare mette in bocca a Tommaso Moro:

Immaginate dunque di vederli, gli sventurati stranieri,
coi bambinetti in collo e i poveri bagagli,
avviarsi con passo pesante verso i porti e le spiagge
in attesa di venire deportati;
e voi come re insediati nei vostri desideri,
le autorità ridotte al silenzio dalle vostre grida,


voi rivestiti nelle gorgiere delle vostre opinioni inamidate;
che cosa avrete ottenuto? Ve lo dirò io cosa: avrete insegnato
che la protervia e la forza devono avere la meglio,
e che gli ordinamenti devono venire soppressi.
E in base a tale modello, non uno di voi arriverà alla vecchiaia,
perché altri arruffapopolo dalle opinioni ugualmente inamidate,
non appena li coglierà l’estro, con la stessa forza
le stesse ragioni e lo stesso diritto fatti da loro stessi,
si avventeranno su di voi – gli uomini si divoreranno
gli uni con gli altri, come pesci predatori.

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