Scontri a Roma per l’arrivo dei profughi. Italiani brava gente?
L'invasione che le brave famiglie del quartiere San Nicola (campagna romana, fuori dal GRA) temevano era costituita da 29 persone. Tutte clandestine? Forse.
Di certo erano persone inviate in quella struttura scolastica dal prefetto di Roma (quello a cui il vice presidente delle Marche vorrebbe far bere l'olio di ricino). Persone schedate, con un nome e un passato alle spalle da cui sfuggire. Ma, si sa, la paura impedisce ai bravi italiani di ragionare, specie se a soffiare sul fuoco ci sono anche interessi politici della perenne campagna elettorale fatta sull'immigrazione e sulla paura dell'invasione.
Cosa è successo?
Ilvo Diamanti su “Repubblica” ha spiegato che quelli che ritengono gli immigrati un pericolo per la sicurezza erano il 33% a gennaio e oggi sono il 42. Lo stesso meccanismo già visto nel 2007 ai tempi del governo Prodi, il debole governo attaccato per la sua debolezza nei confronti degli immigrati (allora erano i rumeni). Ogni giorno riceviamo la dose quotidiana di italiani incazzati col governo, col sindaco, col prefetto perché fanno una vita impossibile, non hanno lavoro né casa. E se la prendono con l'immigrato, che gli ruba la casa, il lavoro, l'attenzione dello Stato.
L'immigrato come capro espiatorio: da quando in Italia non si fa politica per le abitazioni?
Da quanto tempo si sente parlare di reddito minimo, di rivedere il welfare. Nascondiamo i problemi reali, di crescita, di lavoro, di servizi dello stato, dietro l'immigrato. Come se gli scandali di mafia capitale, del Cara di Mineo, non ci avessero insegnato niente. Facile prendersela col pullman di persone di colore, sfasciare le strutture (come successo a Treviso), alzare la voce. Mica sono i re di Roma, le cricche, i ras, le mafie. Italiani come loro. Italiani brava gente.
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