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Scarcerato Cosimo Romanello presunto boss della ’ndrangheta

Se non ci fosse l’emergenza stupri, l’emergenza clandestini, si potrebbe tornare a parlare della criminalità organizzata e della giustizia che invece, a colpi di tagli al personale e alle risorse, a colpi di inefficienze e lentezze, non è in grado di contrastare.

Come a Reggio Calabria, dove Antonino Monteleone ci racconta di quello che succede in Calabria:
E “Le Iene” che hanno messo alla gogna, giustamente, il Giudice Concettina Garreffa, magistrato a Reggio Calabria, che, depositando dopo più di due anni le motivazioni della condanna a 12 anni di reclusione di Denis Alfarano e Damiano Leotta, ha consentito la scarcerazione di due killers non hanno considerato occuparsi della causa del problema.

Ma solo di un effetto, per quanto deplorevole.

Avrebbero potuto scavare un po’ più a fondo e spiegare ai milioni di telespettatori che c’è una Giustizia in ginocchio anche perché il loro editore si premura di sfasciarla ogni giorno che passa.



Ma invece no.

Ed oggi registriamo un altro di questi effetti. Altrettanto rivoltante.

Questa volta il ritardo nel deposito delle motivazioni da parte dell’ufficio del Giudice per l’Udienza Preliminare ha offerto la libertà a Cosimo Romanello, presunto boss della ‘ndrangheta e facente funzioni di una altro boss - questo conclamato - Giuseppe Coluccio, arrestato la scorsa estare in Canada dopo una lunga latitanza.


Non sono solo gli stupratori romeni che vengono scarcerati, dunque.
Ora sono più tranquillo.

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