• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Mondo > Sanzioni per chi boicotta Israele

Sanzioni per chi boicotta Israele

Sanzioni per chi boicotta Israele

Leggo sul blog di Miryam Marino, della rete Ebrei Contro l’Occupazione, un articolo tratto dal sito Nena-News, che spiega come Israele intenda rispondere con durezza alla campagna internazionale BDS (boicottaggio, disinvestimento, sanzioni), pratica nonviolenta che ha per obiettivo la fine della politica di morte che Tel Aviv mette in pratica, giorno dopo giorno, nei confronti dei palestinesi, a Gaza come nella Cisgiordania.
 
Una proposta di legge attualmente in discussione alla Knesset, il parlamento israeliano, prevede infatti misure durissime contro chi promuove il boicottaggio dello Stato d’Israele, come «il sequestro dei dazi doganali e l’Iva destinati ai palestinesi – che Israele raccoglie ai transiti di frontiera – in rappresaglia per il boicottaggio avviato dall’Anp di Abu Mazen delle merci prodotte nelle colonie ebraiche costruite da Israele nei Territori occupati palestinesi in violazione delle leggi internazionali». «I fondi palestinesi sequestrati», prosegue l’articolo, «verrebbero dati come "risarcimento" alle aziende nelle colonie ebraiche colpite dal boicottaggio». È prevista anche la confisca di fondi palestinesi depositati nelle banche israeliane.
 
Nei confronti dei gruppi e cittadini israeliani che promuovono il boicottaggio in cooperazione con associazioni straniere e palestinesi, invece, la proposta di legge intende istituire sanzioni: il cittadino israeliano riconosciuto «colpevole» di boicottaggio dello Stato, potrà dover pagare fino a 8.500 dollari, con possibile confisca dei risparmi (come se acquistare prodotti israeliani fosse un obbligo sancito dalle leggi). Per i cittadini stranieri coinvolti nella campagna BDS si propone il divieto d’ingresso in Israele per almeno 10 anni e il divieto svolgervi attività economiche o aprire un conto bancario (mi domando perché una persona che vuole boicottare l’economia d’Israele dovrebbe contemporaneamente volervi aprire attività o conti in banca).
 
 «Secondo indiscrezioni», conclude l’articolo, «le autorità israeliane stanno ora raccogliendo all’estero informazioni sulle associazioni e gli individui che promuovo il boicottaggio di Israele a livello internazionale» e spero tanto che s’informino anche su questo blog, perché il poco che faccio per aiutare la popolazione palestinese per me è motivo di orgoglio e non certo una cosa da nascondere.
 


Sempre che non ci sia il rischio di altre "iniziative" israeliane. Non vorrei infatti che «la sola democrazia del Medio Oriente» (ricordo en passant che a Roma «sòla» significa fregatura) mi facesse trovare un agente del Mossad sotto casa. Oppure, che ottenesse, chiedendo un piccolo aiuto all’«amico» Berlusconi, di far pagare anche a me gli 8.500 dollari di multa previsti per chi aderisce alla campagna BDS in Israele. Non siamo forse uniti a Tel Aviv da un trattato di cooperazione militare?
 
Le misure "antiboicottaggio" invocate alla Knesset, comunque, sono una prova del fatto che il "ricatto" economico funziona e che soltanto attraverso il proseguimento della campagna BDS sarà possibile ottenere un cambiamento nella linea politica di Tel Aviv.
 
Intanto, mentre la politica israeliana farnetica, sentendosi aggredita da una pratica nonviolenta (ma in fondo sappiamo che i nonviolenti maneggiano i bastoni, mettendo in pericolo soldati bardati e armati di tutto punto che assaltano navi in acque internazionali), la Croce rossa internazionale denuncia l’illegalità del blocco di Gaza, «una chiara violazione della legge umanitaria internazionale», attraverso la quale Israele punisce l’intera popolazione della Striscia.
 
 Il Comitato parla di ospedali non forniti, del quotidiano taglio dell’elettricità, dell’uso di acqua non potabile. Sono questi i motivi che spingono la Croce rossa a chiedere a Tel Aviv di alleggerire il blocco di Gaza. Una risposta indiretta a quei buontemponi negazionisti che in Israele girano video musicali in cui si liquidano come propaganda le condizioni di sofferenza della popolazione di Gaza.

 Disegno di Carlos Latuff


 Leggi anche Boicottare Israele: una speranza di pace.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares