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Salvatore, grazie

I sogni prima o poi si realizzano, l’importante è crederci, ma veramente!

1992 un anno terribile, personalmente parlando è l’anno della naia e quindi un po’ turbato, per uno che è sempre stato attaccato alla mamma e quindi particolarmente mammone, ma questa un’altra storia.

1992 è l’anno in cui il sottoscritto comincia a conoscere i giudici Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, le loro interviste, le loro immagini, la loro presenza sempre più intensa nei luoghi frequentati dai giovani, insomma sempre più presenti ovunque fino a quel dannato 23 maggio 1992.

Il vuoto, le immagini impressionanti sui vari tg, l’attentato a Giovanni Falcone diventa la scena di un film con una verità orrenda e reale, neanche il tempo di capire cosa sia successo ed ecco che arriva il 19 luglio 1992. Questa volta tocca all’amico e collega Paolo Borsellino, altre immagini raccapriccianti, un altro film con stessa trama, stessa storia e stessa verità orrenda, reale.

Da qui comincia il mio studio, il mio volere capire, il volere sapere. Giovanni Falcone e Paolo Borsellino fanno come da traino alla mia voglia di sapere che aumenta sempre di più. Giovanni Falcone e Paolo Borsellino mi fanno conoscere Ninnì Cassarà, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Cesare Terranova, Beppe Montana, Calogero Zucchetto, Rocco Chinnici, Emanuele Basile, Gaetano Costa, Rosario Livatino, Peppino Impastasto.

Devo sapere, ma non basta, ed ecco che Palermo diventa la mia città, comincio a fare la mia visita ogni anno, anche per un solo giorno per fare il giro nei luoghi degli agguati.


Libri, giornali ma non basta, ed ecco che chi mi circonda mi vede come una persona macabra. La domanda più assillante è "ma cosa ci trovi in tutti questi morti ammazzati?". Ecco la mia risposta è semplice: "la nostra libertà’.

Perché persone come Paolo e Giovanni sono morte? Ve lo dico io. Per il nostro bene comune, per far sì che questo marciume chiamata mafia venisse contrastata perché mafia non è una cosa che non ci tocca, anzi ci spinge e ci butta per terra se non viene controllata e contrastata, perché mafia vuol dire toglierci qualcosa, privarci di qualcosa e soprattuto vuol dire fare del male ad altri.

Ecco, noi dobbiamo capire questo. Io l’ho capito, e cerco nel mio piccolo di portare avanti quel che Giovanni e Paolo volevano fare con il loro lavoro, portando a conoscenza con i loro incontri il loro sapere.

Oggi, c’è internet e tutto è diventato più semplice, anche colloquiare con altre persone che come me oggi cercano e vogliono capire.

Sono passati 17 anni dalle stragi di Capaci e di via D’Amelio e oggi come ieri la mia voglia di sapere è sempre lì, presente, viva e vegeta e sapete una cosa? Sta aumentando, sì. Oggi ho ricevuto un regalo da Giovanni e Paolo. Ho conosciuto grazie ad internet una persona fantastica, come un padre, una persona a cui mi sto affezionando sempre di più, una persona che è come se l’avessi sempre conosciuta, una persona che seguirò sempre e comunque perché ne condivido l’obiettivo. Questa persona è Salvatore Borsellino, il fratello del magistrato ucciso in via d’Amelio.

Salvatore, anche se a Palermo abbiamo avuto poco tempo per scambiare due chiacchiere ti voglio dire grazie per tutto ciò che fai. Non ho mai conosciuto nessuno come te. Grazie!

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