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Risoluzione dell’Europarlamento contro le violenze a matrice religiosa

Il parlamento europeo ha approvato giovedì una risoluzione che condanna le violenze di matrice religiosa, chiedendo all’Alto Rappresentante UE Catherine Asthon di agire urgentemente. La risoluzione, nata in reazione agli attacchi portati contro i cristiani in alcuni paesi del Medio oriente, condanna gli scontri che hanno recentemente avuto luogo in Egitto, Nigeria, Filippine, Cipro, Iran e Iraq, e chiede al Consiglio Affari Esteri che si riunirà a fine gennaio di mettere il tema all’ordine del giorno.

Ashton, riporta il sito del parlamento, ha sostenuto che non si deve “cadere nella trappola che ci stanno tendendo estremisti e terroristi”: occorre invece “resistere a coloro che vorrebbero fare della religione un motivo di divisione. La migliore risposta all’estremismo è creare un fronte internazionale unito che si appoggi su standard universali di libertà di credo e religione”. Secondo Elmar Bork, che ha parlato a nome dei popolari, “il 75% delle violenze religiose nel mondo avvengono a danno dei cristiani”. Johannes Swoboda (socialisti e democratici) ha condannato gli attacchi, specialmente in Iraq, ma ha messo anche in guardia contro una certa “islamofobia” che può diffondersi in Europa. La francese Nicole Kiil-Nielsen, in rappresentanza dei verdi, ha parlato del diritto fondamentale di scegliere.

Chiunque deve essere libero di non praticare, ma anche di credere in quello che vuole: “L’Europa non deve permettere agli estremisti di dettare l’agenda e non deve dare una falsa impressione dei musulmani in generale”, ha sostenuto.

Raffaele Carcano

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