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Riforma elettorale | Cosa è successo giovedì alla Camera e quali sono le conseguenze

Sulla carta il progetto di legge di riforma elettorale non è fallito, è stato solo rinviato in commissione e, almeno teoricamente, potrebbe essere resuscitato da una intesa della venticinquesima ora. In pratica questa soluzione è possibile ma ridotta al lumicino. Ma procediamo con ordine, cosa è successo?

L’on di Fi Biancofiore ha presentato un emendamento tendente ad estendere il sistema in votazione anche alla regione Trentino Alto Adige, dove, grazie alle speciali disposizioni costituzionali, è sempre stato in vigore il Mattarellum e non è stato adottato neppure il Porcellum a suo tempo.

Molto interessata alla questione era la Svp, che condizionava il suo voto anche al Senato (dove ha due seggi) al mantenimento del Mattarellum in regione. Lasciamo da parte il merito della questione, e poniamoci un problema: è una questione centrale della legge elettorale al punto che l’approvazione dell’emendamento è tale sa snaturare il testo di legge? Direi proprio di no. Non era toccato alcuno degli aspetti centrali della legge (voto congiunto, clausola di sbarramento, liste bloccate) e, in fondo, lo stesso Pd, con le sue oltre trenta assenze, non sembra prendesse la questione tanto sul serio, in ogni caso la grandinata di franchi tiratori ha toccato anche il Pd. Ed allora, perché prenderla così calda e dichiarare morto il progetto per l’approvazione dell’emendamento Biancofiore.

Il punto è che il patto dei 4 era tenuto insieme con lo sputo e, al primo ostacolo, si è sgretolato. Il Pd se la prende con il M5s ma, intanto, va detto che l’emendamento è partito dai banchi di Forza Italia che era uno dei contraenti. Il M5s ha lealmente dichiarato che lo avrebbe votato, quindi il Pd sapeva ciò, ma in ogni caso, la somma dei voto della sinistra, del M5s e di Fratelli d’Italia non sarebbe bastata da sola e neppure con l’en plein di Fi e Lega, il punto è che alla dissociazione della destra, si sono sommati i franchi tiratoti del centro e del Pd ed è venuto fuori che il patto non stava in piedi. Franchi tiratori, poi, perché? La legge elettorale dovrebbe essere materia di competenza parlamentare, il voto segreto sta a garantire l’indipendenza dei parlamentari e le segreterie di partiti non hanno coinvolto i gruppi parlamentari nella trattativa, quindi il Parlamento ha deciso nella sua sovranità. Ed allora che andate cercando? Mi pare tutto regolare.

Ma il M5s perché ha deciso di votare l’emendamento? Ci sono una serie di ragioni: il M5s non ha mai accettato le regole del voto congiunto e delle liste bloccate ed ha detto lealmente dall’inizio che si sarebbe battuto in aula per correggere questi aspetti della legge, questa dichiarazione di voto era un segnale per dire che non sarebbe stata una battaglia di bandiera ma che si faceva sul serio. Il guaio è che il Pd ha una idea molto particolare del negoziato politico, per cui lui detta le condizioni e gli altri debbono ubbidire. Ma il M5s non ha un Dna da cameriere e si è rivoltato, anche perché l’approvazione plebiscitaria del modello tedesco era solo l’autorizzazione di massima a trattare, non l’approvazione preventiva a qualsiasi pastrocchio venisse fuori e la tempesta di post critici sul blog di Grillo, man mano che si rendeva evidente che porcheria stava venendo fuori lo dimostra.

A quel punto, Grillo, che è persona di rara onestà e non è il “padrone assoluto” che si ama dipingere, ha sentito il bisogno di dire che avrebbe sottoposto la legge finale a nuova consultazione on line. La parabola discendente della legge del finto modello tedesco è iniziata da quel momento, perché ormai era chiaro che la consultazione avrebbe bocciato quell’aborto incostituzionale che stava venendo fuori. I M5s fanno molto pasticci ed errori, ma su alcune cose hanno idee chiarissime e sono molto coerenti determinati (come ha dimostrato la loro compattezza in occasione del referendum): ed il M5s aveva detto che non avrebbe mai votato una legge incostituzionale e che non avrebbe accettato un Parlamento di nominati. Questa legge aveva almeno sei rilievi di incostituzionalità e riproduceva il meccanismo della nomina dall’alto dei parlamentari. Per cui il risultato della consultazione era già nell’aria (un piccolo campione l’ho osservato dal mio blog e dalle molte condivisioni su Fb che secondo i calcoli dei miei collaboratori, hanno raggiunto 130.000 persone).

Di qui l’irrigidimento del Pd che ha fatto una questione di vita o di morte dell’apporovare il pacchetto così come è, senza cambiare una virgola. La stessa giustificazione di non tradire il patto con la Svp per paura di perdere i suoi due voti al Senato, la dice lunga su quanto fosse solido questo patto: se, nonostante abbia l80% dei seggi dalla tua parte, ti preoccupi di 2 voti, vuol dire che non credi in quel patto nemmeno per un secondo. Donde gli atteggiamenti duceschi da “bere o affogare” assunti dal Pd.

E qui cade un discorso: era giusto che il M5s aprisse questa discussione con il Pd nell’irragionevole speranza di ottenere una mediazione ragionevole. Il M5s lo ha fatto per due ragioni, una nobile (dimostrare la propria disponibilità a cooperare per una legge giusta per il paese, manifestando ragionevolezza: non siamo quelli del no programmatico a qualsiasi cosa) ed uno di convenienza (il timore che Pd e Fi si accordassero alle loro spalle per fare una legge tutta in funzione anti M5s).

Ma è stato un errore, generosissimo, ma pur sempre un errore: non ci si siede al tavolo con i bari. Mai.

Questo Parlamento ha i titoli costituzionali per fare una legge elettorale, ma non i titoli politici ed etici. Questo Parlamento è stato eletto con una legge dichiarata incostituzionale ed è rimasto in carica per tutta la legislatura, compiendo un evidente abuso politico. Ha poi votato una nuova legge elettorale, peggiore della precedente, dichiarata anche essa incostituzionale. Ha poi votato una pessima riforma costituzionale stracciata a furor di popolo. Si regge su equilibri di forza inventati che non corrispondono ai reali orientamenti del paese ed il Pd si avvale di quei rapporti di forza per imporre antidemocraticamente i suoi punti di vista. E voi vi sedete al tavolo delle trattative legittimando questi interlocutori?

E che altro vi aspettavate se non quello che è successo?

Il risultato è che (per i media) irragionevole ed inaffidabile è il M5s e non il Pd che proponeva una legge elettorale incostituzionale e non intendeva demordere su nessun punto.

Questo è il momento di presentare il conto del 4 dicembre al Pd, non di fargli regali.

Allora, ci sono margini per una ripresa del progetto? Direi che occorre considerare almeno questi elementi:
a.  gli otto milioni di baionette del patto dei 4 non esistono ed al primo voto l’armata d’acciaio si è rivelata di chiewing gum: non esiste e non esiste sia perché gli alleati di centro si sono sfilati, sia perché il gruppo Pd non è affatto coeso
b.  di conseguenza, il peso politico della ripresa dell’accordo, ricadrebbe totalmente sulle spalle del M5s che, a questo punto, non si capisce davvero che convenienza avrebbe a farlo, anche perché non si può dire che la legge sia nell’interesse del paese ed il timore di un accordo a due Pd-Fi in funzione anti M5s ormai è chiaro che è infondato
c.  l’esito ha lasciato tanto di quel veleno che nessuno si fida più di nessuno e dissidenti e franchi tiratori di ogni specie sono incoraggiati a venir fuori
d.  in ogni caso, la possibilità di andare in autunno a nuove elezioni con una nuova legge elettorale, ormai fa parte del libro dei sogni e l’interesse di Berlusconi (che è all’origine di tutto questa storia) per la riforma cade.

In definitiva: tutto è possibile, ma che ci sia una vera ripresa del progettom è decisamente improbabile. Ma stiamo a vedere. Quello che è certo è che votiamo in primavera, quindi il governo sarà costretto a fare la finanziaria e non credo che il 10 miliardi trovati da Padoan basteranno a dare mance sufficienti per recuperare sul malcontento per le misure di austerità che dovrà adottare.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di GeriSteve (---.---.---.5) 13 giugno 2017 22:17

    Leggo: "il M5s aveva detto che non avrebbe mai votato una legge incostituzionale e che non avrebbe accettato un Parlamento di nominati."

    Nel M5s si è detto di tutto (anche diverse cose giuste), ma a me risulta che il suo padrone, cioè Grillo, ha detto che il suo oracolo di Rousseaux aveva deliberato a favore del modello tedesco che non ammette le preferenze e che quindi tutti i poco onorevoli parlamentari m5s si dovevano adeguare all’oracolo e approvare una legge che escludesse le preferenze.

    Per fortuna c’è stata la rivolta, sia della base sia dei parlamentari, e quindi Grillo se lè rimangiata, annunciando nuovi oracoli.
    Però è indiscutibile che ci ha provato: ci si può camuffare in tanti modi, ma se non si è proprio fessi, il dittatore lo si riconosce.

    GeriSteve

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