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Riduzione numero dei parlamentari: passa al Senato e si avvera una previsione del 2012

Desidero chiarire in premessa che questo pezzo non mira a rivendicare un primato. Queste “ambizioni” le lascio ad altri che hanno fretta di arrivare. Dove? Ho scritto l’articolo così, di getto, dopo avere constatato l’esatta corrispondenza dei numeri relativi alla approvazione (in prima lettura) della proposta di legge giallo-verde che riduce a 400 il numero dei parlamentari della Camera e a 200 quelli del Senato.

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di Agostino Spataro*

Esattamente come avevo proposto in un articolo del giugno 2012: 

"Anche il Parlamento nazionale vive questo problema, avendo ceduto quote di potere (legislativo, d’indirizzo e di controllo) alle Regioni e alle istituzioni comunitarie. Perciò, può essere ridotto almeno del 30% e così avere una Camera di circa 400 membri e un Senato di circa 200".

7 anni dopo, nel febbraio 2019:

"Il Senato ha approvato il disegno di legge che taglia il numero dei deputati e dei senatori. La Camera avrà 400 deputati, rispetto agli attuali 630 e il Senato sarà composto da 200 membri, 115 in meno.

In “ Fanpage, 8 febbraio 2019.”

Piacere o dispiacere del plagio?

Il dato è vero ma si capirà che il mio approccio è ironico, amaramente ironico. E l’amarezza nasce nel rilevare che questa mia proposta, derivata da un’idea maturata nel Pci negli anni '80, (e inspiegabilmente non formalizzata) é un pezzo del nostro patrimonio politico, che oggi i sedicenti “eredi del Pci” hanno regalato ai grillini e al pozzo di Salvini.

Amarezza e rabbia anche, poiché le regalie di coloro che hanno distrutto la sinistra si sono estese ad altri comparti importanti della vita sociale ed economica del Paese: dalle posizioni sulle politiche d'immigrazione a quella della sicurezza democratica; dalla politica economica e finanziaria alla politica estera, ecc. 

Hanno dissipato un grande patrimonio (che ovviamente va aggiornato) in nome di opzioni neoliberiste che nulla hanno a che fare con la sinistra e soprattutto con gli interessi reali dei lavoratori e dei ceti emarginati, meno abbienti.

Questa politica miope e/o infingarda ha distrutto la sinistra e consegnato l’Italia agli sfascisti e alla destra razzista. Domani potrà essere la volta dell’Unione Europea. Un bel risultato, davvero! 

Per quanto mi/ci riguarda la sinistra o è d’ispirazione marxista o non é.

Ovviamente, la sinistra da sola non può realizzare i cambiamenti necessari, governare gli Stati. Deve cercare le alleanze possibili sulla base di programmi chiari ed efficaci.

Chiudo con una postilla su un aspetto assai attuale: la ricostruzione, la rinascita della sinistra.

E’ inutile girarci intorno. Chi non è di sinistra non può pretendere di dirigere partiti e movimenti ereditati e/o formati da forze autenticamente di sinistra. Meglio parlare chiaro e fare le scelte più consone alle opzioni maturate in sordina.

Infine, per completezza dell’informazione segnalo il paragrafo 4 del citato pezzo che spiega anche le motivazioni della riduzione dei parlamentari che non è solo per “risparmiare”, ma principalmente per ragioni di funzionalità democratica e di armonizzazione fra il Parlamento e altri istituti elettivi.

“4. L’altra grande questione è la riduzione del numero dei parlamentari sulla quale, da 40 anni, si continua a nicchiare, a rinviare. Il problema non è solo di spesa, ma di funzionalità, di armonizzazione del quadro più generale delle rappresentanze elettive che, nel corso degli ultimi decenni, si è ampliato, ben oltre le reali esigenze e competenze attribuite.

Insomma, in alcuni casi non c’è piena corrispondenza funzionale fra la composizione degli organismi elettivi e le competenze effettivamente svolte. Questo è il punto politico da cui partire per stabilire un criterio oggettivo in base al quale ridimensionare o anche sopprimere gli organismi in esubero.

Anche il Parlamento nazionale vive questo problema, avendo ceduto quote di potere (legislativo, d’indirizzo e di controllo) alle Regioni e alle istituzioni comunitarie. Perciò, può essere ridotto almeno del 30% e così avere una Camera di circa 400 membri e un Senato di circa 200.

Purtroppo, il dibattito sulla riforma è viziato da una pretesa insana: quella di anteporre le esigenze particolari di partiti e/o di singoli parlamentari agli interessi generali, di funzionalità e produttività, delle assemblee elettive.

Il tempo stringe, tuttavia la riforma si può varare e così bloccare la pericolosa deriva.

Non servono le conventicole, ma prese di posizioni pubbliche, motivate e responsabili: ognuno dica se vuole o meno la re-introduzione di una preferenza numerica e la riduzione adeguata del numero dei parlamentari; la gente valuterà e agirà di conseguenza.”

* Biografia 
 

 

 
 
 
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