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Report in Commissione di vigilanza Rai

Il presentatore di Report Sigfrido Ranucci è stato chiamato in commissione di Vigilanza Rai per rispondere ad alcune domande sulla trasmissione Report da lui condotta. È stato chiamato insieme al direttore Rai Paolo Corsini, direttore per gli Approfondimenti.

 L' audizione è stata trasmessa in diretta da Radio radicale. Inoltre è stata ripresa in diretta con dei comunicati e delle foto dai canali social di Report. Durante l'audizione è stato chiesto a Ranucci se gli sembrava corretto trasmettere i contenuti.dell'audizione in questo modo. Ha risposto che servono a fare audience In realtà il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri in particolare le critiche le ha espresse in modo chiaro. Ma accompagnate da un simpatico siparietto, per cui Report lo ha preso in giro. Inoltre Ranucci si è fatto accompagnare da una quarantina di attivisti di Articolo 21, che sono rimasti in piazza. Fra i sostenitori c'era anche Giuseppe Conte. «Mi aspettavo più seguaci – ha detto Gasparri – è stata una mancetta di 40 persone». E ha aggiunto mostrando una bottiglietta: «Le ho portato un cognac se ha bisogno di coraggio…». Poi si è rivolto al direttore dell’Approfondimento Rai, Paolo Corsini: «Cosa pensa di un certo modo di fare giornalismo? Lei che pensa dei telefiguranti, messi di spalle, come il presunto parlamentare di Forza Italia? – ha chiesto il senatore a proposito del servizio sull’eredità di Silvio Berlusconi – Poi c’è il telericiclo, come l’inchiesta su Urso andata in onda decine di volte». A quel punto Gasparri ha tirato fuori dalla giacca una carota che avrebbe voluto regalare a Ranucci: «Qui non mangiamo nessuno. Nessuno vuole censurare nulla, tutto andrà avanti come sempre». Diciamolo pure, il ruolo dei telefigiranti in televisione è inviso a molti perché è un modo di muovere accuse a volte odiose senza dire fa chi vengono. Ti lancio il sasso e nascondo la mano. Tuttavia il giornalismo le ha sempre difese Come si difendono quelle affermazioni o dichiarazioni di fonti di una istituzione senza dirne il nome. Il giornalista ha il diritto a non rivelare le fonti. Al tempo stesso è chiaro che tutto si basa sulla sua credibilità. Potrebbe anche inventarsi tutto. O potrebbe trattarsi di interlocutori non attendibili. Non è un caso che molte delle inchieste di Report che sono andate in tribunale si sono risolte con ampie assoluzioni per gli indagati. A Corsini è stato chiesto quali sono i criteri con cui per la Rai si deve muovere la trasmissione. E' solo lo share che giustifica tutto? Si è giustificato dicendo che gli attacchi politici sono stati rivolti a tutti i partiti. E comunque lo share e' importante. A tal proposito Corsini ha affermato che le notizie dei giornali sui flop di ascolti della Rai non corrispondono a verità. Lo share complessivo è superiore a Mediaset e alle altre emittenti. Inoltre ha ribadito l'importanza che il Canone Rai sia pagato da tutti. Si sottolinea una disaffezione ai programmi Rai da parte dei giovani. Anche se Report su questo aspetto è in controtendenza. "Report da 27 anni è un marchio prestigioso e inossidabile della Rai – ha detto Ranucci nel suo intervento – che ha realizzato approfondimento informativo, con analisi di temi politici, sociali, economici, scientifici, ambientali e tecnologici. Anche con respiro internazionale. Realizzando numerosi scoop nazionali e internazionali. Portando il nome della Rai nel mondo. In un contesto dove la notizia è merce Report è una trasmissione di approfondimento che è in grado di dettare l’agenda dell’informazione». Ha poi spiegato che, a suo avviso, il «successo della trasmissione si regge non su valutazioni ideologiche di appartenenza partitica, ma su criteri oggettivi di qualità, credibilità, attendibilità e pluralismo». Ovvero: il successo in termini di ascolti («Report nelle scorse stagioni ha realizzato il doppio se non il triplo degli ascolti di tutti gli altri programmi di approfondimento, in tutte le puntate è stata la terza trasmissione dell’intero prime time, la seconda Rai»), e i dati emersi dal sondaggio Qualitel («Report è ai primi posti da 16 anni. E negli ultimi anni si è confermato il programma televisivo italiano per eccellenza per l’approfondimento. La qualità delle inchieste, per i temi trattati, per la qualità di riprese e montaggio, per la squadra di inviati»). Valori che, ha sottolineato Ranucci, dipendono «dal lavoro straordinario di inviate e inviati, freelance o dipendenti, che hanno messo a repentaglio la propria sicurezza e quella dei propri familiari per onorare il servizio pubblico. A cui io dico grazie. A loro e a tutte le eccellenti maestranze Rai che ci hanno consentito di andare in onda con una qualità altissima».

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