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Ramadan e coprifuoco, come comportarsi in Italia? Interviene il presidente dell’associazione Rilindja

Inizia questa settimana il Ramadan, il mese sacro di digiuno e preghiera celebrato ogni anno dai praticanti di fede islamica. L'organizzazione delle preghiere serali fa i conti, così come avviene per gli altri culti, con le misure di contenimento anticovid e, in particolare, con il coprifuoco.

Nel mese sacro, fatti, si recita la preghiera del Taravih, all’interno della moschea o luoghi di culto in congregazione subito dopo la preghiera all’Isha (ultima delle cinque preghiere giornaliere che ad oggi in Italia si recita poco dopo le 21) è una preghiera molto rilevante in quanto si svolge di notte.

Abdula “Duli” SalihiDi fronte ai dubbi dei fedeli musulmani, il presidente dell’associazione culturale Rilindja, Abdula “Duli” Salihi, membro del tavolo interreligioso all’Aquila, si è messo in stretto contatto con l’ Ucoii (Unione delle Comunità Islamiche d’Italia) in particolar modo con la vicepresidente Nadia Bouzekri, per riportare decisioni prese da incontri istituzionali a livello nazionale.

La commissione preposta ha dettato quattro opzioni, perfettamente compatibili con le norme vigenti:

- Pregare l'Isha in moschea, nel tempo definito dal calendario, avviando in gruppo i Tarawih per poi continuarli nelle proprie case. In alternativa, limitare il momento collettivo all'Isha per proseguire individualmente con i Tarawith una volta tornati nella propria abitazione

- Si può unire le preghiere del Maghrib (l'appuntamento del dopo-tramonto), Isha e Tarawih, un'unione solo apparente in quanto di fatto vengono rispettati i tempi di ciascuna preghiera.

- Si potrebbe invertire l'ordine anticipando la preghiera del Tarawih prima dell’inizio del tempo dell’Isha, per poi recitare quest'ultima nei tempi

- Si può, infine, scegliere di pregare l'Ishaa e Tarawih direttamente nelle proprie dimore Importante, in ogni caso, rispettare il protocollo siglato dalle Comunità Islamiche il 15 maggio scorso nel rispetto della libertà di culto e delle misure di contenimento anti-Covid in atto, in particolare il rispetto del coprifuoco dalle 22 alle 5.

"Lancio anche un appello", sottolinea Salihi, "affinché la comunità islamica continui a rispettare come ha ben fatto fin dall’inizio le norme anti-Covid nel frequentare i luoghi di culto e recitazione della preghiera (distanziamento, disinfezione delle mani, dei luoghi frequentati e del tappetino per la preghiera). Colgo l’occasione anche per mandare un messaggio di augurio sincero e fraterno a tutti i musulmani e le loro famiglie, con la speranza che Dio accetti le nostre preghiere, veglie e in particolar modo il nostro digiuno. Selam".

Il Ramadan rappresenta uno dei cinque pilastri dell’Islam, ossia la Testimonianza di fede (shahādah), la preghiera (ṣalāt), l'elemosina legale (zakāt), il digiuno (ṣawm o ṣiyam) nel mese di Ramadan, il pellegrinaggio (ḥajj) alla Mecca. Un precetto religioso che riguarda solo i musulmani adulti, ad eccezione dei bambini, di coloro che sono in età avanzata, di chi è in viaggio, in gravidanza, in allattamento, diabetici, malati terminali e per le donne in periodo di mestruazione

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