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Rai: eletto il nuovo cda, dopo le polemiche scatenate dal PDL

Dopo l'elezione dei nuovi membri del cda Rai da parte della Commissione di Vigilanza continuano le polemiche sulla sostizione del senatore Amato 

La Commissione di vigilanza Rai ha eletto i sette membri del cda di propria competenza. Tre conferme e quattro new entry: Antonio Pilati, Antonio Verro, Maria Luisa TodiniGuglielmo Rositani con cinque voti da parte di Pdl e Lega; Gherardo Colombo e Benedetta Tobagi con cinque voti, indicati dal Pd; Rodolfo De Laurentiis, con cinque voti, per il Terzo Polo; quattro voti per Flavia Nardelli, non ha votato Beltrandi. Al loro fianco siederanno Marco Pinto su indicazione del ministero dell’Economia e il presidente, designato da Mario Monti, Anna Maria Tarantola. Successivamente la Commissione di Vigilanza dovrà confermare la nomina del presidente di viale Mazzini con una maggioranza dei due terzi. Questo nuovo Consiglio potrà poi designare il direttore generale, già comunque indicato da Mario Monti, cioè il manager Luigi Gubitosi.

L’elezione dei nuovi consiglieri arriva dopo le forti polemiche scaturite in questi giorni che avevano portato il premier a dichiarare: "Il progetto per il commissariamento della Rai è sempre qui, nel mio cassetto". Ad accendere le polemiche la notizia della sostituzione operata da Schifani del senatore Paolo Amato (Pdl), su richiesta del Pdl, colpevole di aver annunciato l’intenzione di votare Flavia Nardelli contravvenendo alle indicazioni di partito. Alla decisione del presidente del Senato segue la dura reazione di Gianfranco Fini che in una nota afferma: “Schifani ha ravvisato l'urgenza di intervenire solo oggi perché era chiaro che la libertà di voto del sen. Amato avrebbe determinato un esito della votazione non gradito al PDL? Se così fosse, saremmo in presenza di un fatto senza precedenti e di inaudita gravità politica. Ora chiarisca".

Polemiche che continuano anche oggi con le dichiarazioni, riportate da la Repubblica, del leader dell’Idv Antonio Di Pietro: "Siamo di fronte a un vero e proprio golpe. E' stato cambiato il collegio elettorale mentre erano in corso le votazioni: una lesione inaccettabile della democrazia. Una truffa a cui il presidente del Senato si è prestato e per questo dovrà risponderne. Il signor Berlusconi, proprietario di Mediaset, tira ancora i fili in questo Parlamento: vuole indebolire irrimediabilmente il servizio pubblico, per garantirsi il controllo di tutti i principali mezzi radiotelevisivi, in modo da pilotare l'informazione e favorire gli interessi economici della sua azienda"

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