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Quando Silvio intercettò la giustizia

Il giudice Pierfrancesco De Angelis alcuni giorni dopo aver archiviato il procedimento Saccà-Berlusconi, decise di far distruggere materialmente tutte le intercettazioni, alla distruzione del materiale seguì un’ordinanza: ’’Tutte le intercettazioni di cui si chiede la distruzione, sono palesemente non necessarie ai fini del presente procedimento; deve conseguentemente ordinarsene la distruzione a tutela della riservatezza dei soggetti coinvolti. Pertanto il motivo che ha condotto all’archiviazione esclude in radice ogni rilevanza penale alle intercettazioni, in quanto non consente neanche di ipotizzare un’eventuale riapertura delle indagini. Ordina di conseguenza la distruzione dei verbali (brogliacci) e intercettazioni relative al presente procedimento’’.

Il Giudice prima ha archiviato, poi ha distrutto le intercettazioni.

Cioè Berlusconi e Saccà prima sono risultati impuniti, poi è stato distrutto il materiale che sarebbe servito a dimostrare la loro colpevolezza.

Se a Berlusconi fosse servito solo avere giustizia per dimostrare l’inutilità delle intercettazioni, se gli fosse servita solo l’ultima parola del Giudice per cui è risultato innocente, questa sentenza gli sarebbe bastata per dimostrarlo, anzi l’avrebbe sbandierata a destra e a manca, nè avrebbe parlato più spesso, se ne sarebbe addirittura vantato:

"Le intercettazioni su di me sono inutili e superflue, io sono innocente, quindi ho ragione", avrebbe potuto dire.

Ma quello che a lui proprio non interessa è proprio questo: non si vanta della sua innocenza, perchè non vuole più parlare di quella maledetta telefonata, ed il messaggio e l’ordine per i suoi scagnozzi è proprio questo, NON PARLARNE.

E’ molto importante analizzare la faccenda dell’archiviazione di questo procedimento, per poi capire come e perchè poi si è ripercossa nel ddl di questi giorni.

Allora, ripetiamo: Berlusconi viene intercettato, ma viene dichiarato innocente.

Niente squilli di tromba, nè caroselli televisivi trionfali, l’innocenza dell’ imperatore non viene commentata più di tanto nè dalla stampa (che oramai ha paura perfino di associare la parola "Berlusconi" a quella Saccà) nè da colleghi politici e politologi (meglio dimenticare, Ricordare significherebbe Riparlarne).

Poi il Giudice decide di distruggere le intercettazioni, a tutela della riservatezza dei soggetti coinvolti, ed è qui che commette il fallo.

Ed è qui che nasce l’esigenza del Ddl che è stato approvato nei giorni scorsi.

Il Giudice De Angelis, in teoria ha distrutto il materiale ma in pratica non ha distrutto un bel niente, e non ha tutelato la riservatezza di nessuno: putroppo per Silvio non siamo nè nell’età della Pietra, che bastava cancellare i graffiti sotto le caverne per cancellare le varie testimonianze di vita, nè siamo nel secolo scorso, dove forse bastava strappare un pezzo di carta, per cancellare qualcosa di scomodo, o di presumibilmente non vero.

Il Giudice (e questo Silvio lo sa bene) non avrebbe mai potuto distruggere questo video o quest’altro, o ancora quest’altro.

Un giudice ti può dichiarare innocente, ma non può cancellare una VERITA’.





















Per fortuna né Berlusconi, né qualsiasi Giudice dell’intero Pianeta, ha ancora il potere di chiudere YouTube e contemporaneamente tutti i siti e i blog che quel giorno hanno pubblicato quella famosa telefonata: ciò equivalerebbe a cancellare un fatto oggettivamente vero, reale, incontestabile, e cioè che Berlusconi in una telefonata sta raccomandando delle ragazze al presidente di Rai Fiction, una in particolare perchè ha bisogno della maggioranza al Senato... E’ la sua voce che lo dichiara, non sono io a dirlo, né a pensarlo, basta ascoltarlo.

La vera spada di Damocle che pesa sulla sua testa, e cioè la Verità, quella dei fatti, quella dei cittadini obiettivi che grazie ad Internet hanno la facoltà e la possibilità di potersi fare una propria idea su una faccenda, senza nè filtri nè pregiudizi, Berlusconi la conosce benissimo.

Quando Berlusconi dichiarò: " Io continuo a telefonare normalmente, il giorno che venisse fuori una mia telefonata di un certo tipo, me ne andrei in un altro Paese, scapperei via", avrebbe tranquillamente potuto dichiarare "Sono innocente, nè ho le prove, qualsiasi Giudice mi darà ragione, potete intercettarmi quanto volete": non avrebbe avuto senso il Disegno di Legge di questi giorni, non avrebbe potuto sbandierarlo ed appoggiarlo, non averebbe potuto manifestare così palesemente la sua voglia di fare i cazzi suoi, senza ulteriori rotture di maroni.

Cioè quando dichiarò di lasciare il Paese se fosse stato intercettato, avrebbe potuto tranquillamente manifestare la sua innocenza, parlare di Toghe Merda come ha sempre fatto: forse in quella occasione, più di tante altre, Berlusconi cominciò ad essere sfiorato dal venticello di giustizia e verità che si è poi trasformato in un tifone, come il potere di Internet e della Rete si è poi trasformato in un Nemico.

Berlusconi allora fa un esperimento, prova a sfidare la Rete: il miglior modo per dimostrare di aver ragione non è dimostrare di aver ragione, ma dimostrare che chi ti diffama ed offende, lo fa perchè è di Sinistra, perchè è un nemico che ha pregiudizi, e lo fa perchè soprattutto ha dei ritorni elettorali.

Obiettivo principale è dimostrare che Repubblica.it, primo sito a pubblicare le intercettazioni, è fazioso, è cattivo e soprattutto di Sinistra.

Allora pianifica la prossima trappola: NOEMI LETIZIA.

Prima delle elezioni per le Provinciali e per il Parlamento Europeo si reca ad una festa di diciotto anni: Repubblica crede di aver fatto lo scoop del secolo, crede di averlo beccato per l’ennesima volta in flagranza di baggianata , ma grazie ad un’abile operazione socio-mediatica purtroppo si confermerà la solita "diffamazione pre-elettorale"...

"Panorama", rivista settimanale della Mondadori, ha un sito online. E’ completamente gratuito come Repubblica.it. "Chi", altra rivista settimanale sempre della Mondadori, e quindi di Marina Berlusconi, non ha un sito online. Si affida a Chi, e non a Panorama.

Berlusconi alla festa di Noemi si porta appresso il fotografo di Chi, di una sua rivista cartacea.

Inizia un tormentone web.
Nasce l’instant-blog Brinda con Papi, con il vento in poppa della presunte foto ritoccate.

Lo scoop nasce su Repubblica.it, nasce ancora una volta dalla Rete, ma dove muore?

Su Chi, su un suo giornale, a pagamento, che dimostra che Berlusconi non ha assolutamente nulla da nascondere, non frequenta minorenni, ed è tutto alla luce del Sole.

La verità è su Chi, su un Giornale, non è Internet.

Le prime dichiarazioni che Berlusconi farà, in merito alla faccenda della moglie, già inviperita per la questione veline alle Europee, è: "Veronica ha creduto alla Sinistra".

Berlusconi aveva fatto i conti senza l’Oste: la moglie gliel’ha ricombinata in piena campagna elettorale, non dichiara "Veronica racconta balle e crede a Repubblica", dichiara "Ha creduto alla Sinistra".

Se Veronica avesse avuto un pò di pazienza, avrebbe avuto la possibilità di vedere le foto su Chi, che avrebbero scagionato, senza fare una grinza, il premier dalle accuse di frequenta-minorenni notturno.

Per questo i veri nemici ora sono i giornalisti, che non combattono più ad armi pari, con carta e penna, ma con mouse e tastiere: i reali destinatari del Ddl sulle intercettazioni non sono i pm che intercettano, sono i cronisti che pubblicano le intercettazioni.

Dei primi già se n’è occupato con il Lodo Alfano, ora bisognava dare il colpo di grazia alla stampa. Chi pubblicherà il contenuto di intercettazioni per le quali è stata ordinata la distruzione sarà punito con la reclusione da 6 mesi a 3 anni; gli editori dei giornali che violeranno il divieto di pubblicazione saranno puniti con multe fino a 465mila euro.

Il messaggio del 28 maggio è la dichiarazione palese del suo progetto:
Pm, delinquenti e giornalisti: i tre Mali.

Ai primi ci ha pensato Alfano, ai secondi la Polizia, dei terzi se ne occupa lui personalmente. Ed il Bavaglio è Servito.

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