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Prove tecniche di protesta contro le politiche scolastiche del governo

Scoppia sul web la protesta degli insegnanti contro le politiche estive del governo, che prospettano un peggioramento della qualità didattica all'interno delle nostre scuole. Su Facebook nasce la protesta dei "gessetti rotti", ovvero un grido di rabbia, ma non di rassegnazione dei docenti, che dice: tutti i giorni assistiamo impotenti al progressivo degrado della scuola pubblica. Ci sentiamo "spezzati" dentro come gessi rotti. Se anche tu vuoi che qualcosa cambi, inserisci nel tuo profilo e nell'immagine di copertina questo simbolo in segno di protesta.

L'inizio della protesta è quella che ha come principale promotore il sindacato Unicobas, che ha chiamato a raccolta il personale scolastico per un sit-in, in programma lo scorso lunedì 14 luglio, alle ore 15,30, proprio davanti al Ministero dell'Istruzione, in Viale Trastevere a Roma.

A tal proposito, le varie pagine social dedicate (su Facebook e Twitter in particolare) hanno dato ampio risalto all'iniziativa di protesta e le adesioni si sono moltiplicate, provenienti da ogni parte d'Italia. Anche il sindacato autono​mo Anief ha avviato la mobilitazione dei lavoratori della scuola ed era presete al sit-in sotto il Ministero dell’Istruzione, dove assieme alle altre sigle sindacali e alle associazioni ha manifestato il suo dissenso contro un provvedimento che allontanerebbe ancora di più l'istruzione italiana da quella europea.

In un articolo pubblicato sul sito dell'Anief si dice: "La mobilitazione del personale diventa ancora più necessaria dopo la notizia, riportata dalla stampa nazionale, della 'fuga in avanti' del Trentino su diversi punti relativi all’organizzazione lavorativa dei dipendenti della scuola: la provincia autonoma in questi giorni ha dato mandato all'Apran per approvare un nuovo contratto che apre agli incentivi economici, attraverso un’innovativa flessibilità oraria, la quale 'potrebbe rappresentare un punto di riferimento importante anche per il resto d'Italia'”.

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