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Produrre carta dalle mele? Si può con il progetto italiano Cartamela

Nel nostro paese essere ecologici sembra attualmente quasi una moda: mettere in mostra tutto il nostro estro e la creatività per cercare soluzioni non inquinanti e alternative per le nostre esigenze di vita, visto che cominciamo ad essere in molti sulla terra, le necessità si moltiplicano e la mondezza pure (vedi Napoli e dintorni).

Ma si può cominciare per davvero pensando ad esempio alla carta, che può essere prodotta riciclando gli scarti della lavorazione industriale delle mele. Un progetto venuto in mente all’ingegnere altoatesino Alberto Volcan, e sostenuto della provincia di Bolzano.

Da diversi anni l’ingegnere si dedica allo studio di soluzioni innovative ed efficaci, quindi son solo per fare “tendenza”, per lo smaltimento ecosostenibile dei rifiuti, e per limitare l’impatto dell’uomo e delle attività dell’industria sull’ambiente, ottenendo brillanti risultati e riconoscimenti nel suo campo.

Il suo progetto partito già dal 2004 denominato “Cartamela”, prevede un procedimento di essicazione per gli scarti di mela, sottoposti a disidratazione, raffreddamento e macinazione, in modo da bloccare il decadimento e la fermentazione, mentre rimane inalterato il contenuto sia degli zuccheri che della cellulosa, elementi indispensabili per la produzione della carta. Da questo processo si ottiene un composto, una farina bianca, che al suo interno contiene circa il 65% del totale di cellulosa, elemento indispensabile per la produzione di ogni materiale di origine cartacea.

Una scoperta veramente innovativa che ha il pregio di contribuire notevolmente ad abbattere il costo effettivo dello smaltimento dei rifiuti, cosa di cui oggi si parla sempre di più. Gli scarti della mela infatti sono classificati tra i “rifiuti speciali”, per i quali è necessario uno smaltimento differenziato che ha costi molto elevati. Cartamela è quindi un progetto che ha riscosso notevole successo nella patria indiscussa delle mele, visto che l’Alto Adige è uno dei maggiori produttori in Europa. Utilizziamo quindi i prodotti italiani, usufruendone nella rete italiana, tutelando l’ambiente e potenziando anche una vera e propria industria basata sul riciclo, per da vita ad uno sviluppo sostenibile del territorio e creare nuovi posti di lavoro per i giovani.

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