• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Cronaca > Privatizzata e azzerata, l’autunno buio della Croce rossa

Privatizzata e azzerata, l’autunno buio della Croce rossa

La privatizzazione di Croce Rossa Italiana mette le ali grazie a un recente Decreto Legislativo che ne scandisce tempi e modi. Finisce in rosso il futuro di 1500 precari, cui non verrà rinnovato il contratto, e dei 1500 dipendenti a tempo indeterminato obbligati ad accettare un “rapporto di lavoro privatistico ovvero transitare in una pubblica amministrazione”. 


Percorso quest’ultimo totalmente in salita visti i tagli governativi ai bilanci statali e locali che impediscono nuove assunzioni. Mercoledì 26 una folta delegazione di lavoratori ha portato il proprio grido di dolore sotto Palazzo Chigi. L’ha raccolto il solito Di Pietro che ha indetto una conferenza stampa, assente o distratta ogni altra forza politica. La protesta era organizzata da Cgil “sosteniamo ogni forma di lotta dei lavoratori CRI”, Usb “dura opposizione a un piano di riordino lacrime e sangue” e Fialp Cisal “l’amministrazione deve trattare non imporre”. Il commissario straordinario Francesco Rocca, che il DL conferma nel ruolo per un altro anno, ha finora incontrato altre sigle sindacali: Cisl, Uil, Sinadi.

Presenti in un incontro che qualcuno ha bollato come “riunione del diluvio universale” essendosi tenuta il 20 ottobre, giornata in cui Roma è finita sott’acqua. In quell’occasione gli altri sindacati non s’erano presentati. Pur nella disponibilità al dialogo la Cisl ha espresso la propria contrarietà alla privatizzazione e ha chiesto che “venga garantita l’occupazione a circa 1.600 dipendenti a tempo determinato che vantano una professionalità superiore ai dieci anni di servizio”. Anche Uil e Sinadi sono contrari alla privatizzazione ma non hanno condiviso la piazza nel presidio di mercoledì scorso.

Nelle passate settimane la situazione critica di molti lavoratori aveva già conosciuto proteste clamorose. A Roma 91 dipendenti dell’Ares (gli equipaggi salvavita delle ambulanze) licenziati dal 1° ottobre erano saliti in segno di protesta prima sul Colosseo, quindi s’erano accampati con un presidio permanente sotto la Regione Lazio. La presidente Polverini, tirata in ballo da Croce Rossa perché non ha voluto rinnovare la convenzione, si difende e sostiene come CRI abbia aumentato vertiginosamente i costi d’intervento del 118, si parla di una crescita del 70%, una spesa diventata insostenibile per le disastrate casse regionali.

Nel palleggiamento delle responsabilità le parti lese paiono l’utenza e i prestatori del servizio. Ma mentre la prima potrà usufruire di ulteriori ambulanze (Croce verde, blù) subentrate nella convenzione, gli ex precari di Croce Rossa restano tuttora disoccupati. Stessa sorte può toccare ai tanti ‘lavoratori a termine’ di questo servizio sparsi sul territorio nazionale, Lombardia, Piemonte e Toscana ne hanno un numero cospicuo. Sono a rischio anche strutture d’eccellenza come il romano CEM nato per l’assistenza riabilitativa ai disabili e che finora occupava un centinaio di precari cui il contratto veniva rinnovato periodicamente. Rumours circolanti sostengono che nella famiglia sindacale c’è chi pensa a trasformare il tipo di prestazione lavorativa di questo Centro in servizio fornito da cooperative sociali. Quest’ultime sono diventate in altre categorie la maschera di una precarietà fra le più crude e ipocrite che viene riservata ai lavoratori proprio perché attuata da coloro che dovrebbero tutelarli. 

I sindacati che hanno avviato la protesta sostengono che proseguiranno la mobilitazione “Non faremo mancare ai lavoratori il pieno sostegno” dichiara Pietro Cocco della Cgil mentre l’Unione Sindacale di Base ha indetto per oggi, presso la sede Centrale di Croce Rossa un’assemblea generale di tutti gli operatori. L’iniziativa sembra spiazzata da un nuovo incontro con le parti sociali proposto per il pomeriggio dal commissario Rocca. La Cgil è alla ricerca anche di una sponda politica visto lo scarso interesse alla vicenda delle forze d’opposizione. Unica eccezione l’Italia dei Valori.

LEGGI ANCHE:

L'INCHIESTA DI AGORAVOX SULLA CROCE ROSSA - PRIMA PARTE

L'INCHIESTA DI AGORAVOX SULLA CROCE ROSSA - SECONDA PARTE

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares