Primo Maggio, festa del Lavoro che non c’è

Il lavoro umano sta scomparendo, la tecnologia prenderà progressivamente il posto degli uomini.
Il lavoro manuale è stato erroneamente messo al bando, i nostri figli dovevano studiare, ed ora spesso devono osservare da lontano quelli che pur tra mille difficoltà riescono a trovare un lavoro, e che in qualche modo riescono a mettere a frutto l’apprendimento di un mestiere.
La spinta all’utilizzo di macchinari che sostituissero il lavoratore, da un lato ha reso il lavoro meno usurante ma dall’altro ha tolto il sostentamento a un grande numero di famiglie.
Se fossi un imprenditore, sicuramente cercherei di ottenere un prodotto utilizzando il minor numero di lavoratori e il massimo numero di macchinari.
I vantaggi sarebbero notevoli: un macchinario non si ammala, non sciopera, non si infortuna, non chiede aumenti, non mangia, non va in bagno, non fuma, non si deprime e non si stanca.
Però un dubbio mi assale: se nella produzione di un bene raggiungessi l’automazione quasi totale, usando anche i robot al posto degli esseri umani, mi troverei davanti a un piccolo, insignificante, trascurabile effetto collaterale:
a chi venderò i beni prodotti?
Perchè una volta eliminati i lavoratori, scompaiono automaticamente anche i consumatori.
Buona festa del Lavoro a chi lavora, e agli altri?
Ci penseranno le caste.
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