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Prezzo del gas e rigassificatori

La Sicilia come metafora scriveva Sciascia ed in effetti quaggiù è molto sentito il dibattito per la costruzione dei rigassificatori.
Addirittura qualcuno ne ha fatto il proprio vessillo elettorale, schierandosi a favore o contro.
Qualche giorno fa ho parlato di energia elettrica oggi parlo di gas, ma la domanda è sempre la stessa: il cittadino (consumatore) cosa ci guadagna?
Alla fine nulla se non cambiano le regole commerciali...

Forse non tutti sanno che il prezzo del gas è legato, secondo una formula matematica, al prezzo del petrolio. Secondo un nuovo rapporto della Cambridge Energy Research Associates (CERA), diffuso alcuni giorni fa, il prezzo del gas (che rappresenta il 25% dei consumi dell’Unione Europea) continuerà ad essere indicizzato al prezzo del petrolio e questo significherà ovviamente prezzi più alti per la bolletta energetica degli europei. Il report dal titolo An Enduring Relationship? Oil and Gas Prices in Europe afferma che ancora non è emersa nel mercato un’alternativa stabile, affidabile e trasparente. Uno dei problemi che implicano la necessità di indicizzare il prezzo del gas (da quarant’anni legato al prezzo del petrolio) è la scarsa "liquidità"...in altre parole la natura poco liquida della materia prima e la caratterizzazione zonale (fortemente locale) degli hub europei fa si che gli agenti economici preferiscano riferirsi ad un mercato più globale e liquido, come quello del petrolio, negli scambi commerciali.
Riporto integralmente la dichiarazione di Catherine Robinson, Direttore del CERA: “The introduction of new sources of gas into purchase portfolios may cause buyers to reconsider their purchasing strategy and put pressure on the oil link, but any such change will take time. We are not there yet."



Un importante fattore che potrebbe perturbare detto mercato è la costruzione di nuovi (e più numerosi) terminali di rigassificazione (toh!!!!) unitamente alle nuove quantità di GNL, Qatar in testa.

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