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Posizioni pragmatiche della Chiesa cattolica

Spesso, specialmente in questo periodo, la grande massa dei cattolici in Italia vive un momento di comprensibile confusione.


Infatti i messaggi etici che dovrebbero venire dalla Curia verso comportamenti poco commendevoli di alti personaggi della politica italiana, latitano, affetti da una prudenza di fondo che cercheremo di capire, anche se personalmente non approviamo.

Un tempo, tanto per tornare alla famosa campagna elettorale del 18 Aprile 1948, la chiesa brillò per il suo interventismo, anche troppo accentuato.

I sacerdoti, durante la messa, dal pulpito consigliarono vivacemente di appoggiare la Democrazia Cristiana a scapito del nefasto fronte popolare socialcomunista.

Si formarono anche numerosi comitati civici sostenuti dal Prof. Gedda in appoggio all'elettorato moderato e cattolico.

La cosa andò in modo positivo e la DC vincendo con il 48% dei voti contro il 31% degli avversari pose le basi per il dominio politico in quasi mezzo secolo fino ai fatali primi anni quando il ciclone Tangentopoli spazzò via i partiti al governo della prima Repubblica.

Da allora l'elettorato cattolico in una nuova diaspora si è sparpagliato in molti rivoli alcuni al governo, altri all'opposizione.

Praticamente la Chiesa si è trovata di fronte ad un dilemma: quale schieramento appoggiare, visto che i cattolici sono presenti in ambedue gli schieramenti politici.

In generale è stato privilegiato lo schieramento di centro-destra meno pericoloso per le alte gerarchie del Vaticano di quello opposto ancora legato, si ritiene, a vecchi schematismi vetero-marxisti e con posizioni sulla famiglia, sul testamento biologico, l'aborto e le preferenze sessuali individuali troppo lontane dai principi fondamentali della chiesa sia con Papa Giovanni Paolo II, sia con Benedetto XVI che sono stati ancora fortemente tradizionali se non conservatori.

Da ciò ne discende, che in presenza del comportamento indiduale di un capo del governo fortemente deficitario dal punto di vista etico e pochissimo conforme a principi di conformità di un buon cattolico, si tende a stigmatizzare il peccato ma a mostrare una certa indulgenza forse eccessiva verso il peccatore.

Inoltre viene a galla una misoginia di fondo della chiesa, che forse in questo caso specifico sarebbe stato meglio difendere di più nella sua dignità di persona.

La ragion di stato, la speranza che alcune leggi come il quoziente familiare, il testamento biologicoarrivino ad essere approvate sono alla base di questo atteggiamento che disorienta un po' troppo i buoni cattolici .

Fuori dal coro troppo debole, si nota almeno dal punto di vista della stampa solo il settimanale Famiglia Cristiana, forse ila più progressista delle pubblicazioni cattoliche che con vivacità necessaria ha censurato le azioni poco decorose accadute, in specie quando si ricopre una carica pubblica.

Si spera che tra non molto la chiesa torni ad un rigore maggiore, non certo di stampo calvinista ma più consono a questi tempi ahimè troppo lassisti e permissivisti.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.84) 27 marzo 2011 15:22

    Famiglia Cristiana non rappresenta un individuo o un gruppo a sé, anzi è uno degli organi di stampa più seguiti e apprezzati nel settore, perchè in sintonia con la chiesa cattolica come lo è anche Avvenire. E sinceramente evitate la valutazione di progressista perché non è un bell’attributo e vuole solo dipingere bianco e nero e porre divisioni. Il mondo cattolico vero e concreto ha questa sintonia, così come sui temi di aborto, divorzio, testamento biologico, ecc.. Usare elementi della scrittura o della chiesa contro di essa è un metodo tipico di una certa classe politica (leggi D’Alema, Marino,) che ricorda come l’inganno verso l’uomo nacque dal prendere a esempio la parola di Dio ( e vero che Dio ha detto.........). Usare la Parola per il bene di tutti gli uomini è giustizia, usarla contro altri uomini è un atto perverso. Nei secoli è già successo tante volte.

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