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Politica partecipativa: conseguenza di OWS?

Probabilmente Occupy Wall Street ha innescato un meccanismo, quello della politica partecipativa; il movimento americano, infatti, ma anche quelli europei come "gli indignatos" hanno fatto capire alla gente, che chi detiene il potere, è in pratica l'1% della popolazione, ma che prende decisioni che vanno ad incidere sulla vita della totalità della popolazione mondiale.

A chi naviga su internet non sarà certo sfuggito che da circa un anno a questa parte c'è un'immane numero di partitini che impazzano.

Ora che anche le epurazioni di Grillo (da me previste in un precedente articolo sempre su Agoravox) sono una realtà, l'unica strada, per dare una svolta alla politica di stampo oligarchico, appare a molti quello della cosiddetta politica partecipativa.

Qualcuno sta provando a fare le cose in maniera da raggruppare questi micro movimenti in qualcosa di più organico e complessivo, unendoli, incontrando non poche difficoltà.

Ma nessuno di questi alla fine vuole rinunciare ad avere il proprio fondatore (spesso si tratta di un ristretto gruppo di persone, in qualche caso anche 2 o 3, nell'ambito della stessa città o piu raramente della regione di appartenenza) sotto le luci della ribalta, o piu sovente, magari vuole sbattere sul tavolo della trattativa, con grandi partiti come PD o PDL, un migliaio di tessere in cambio di favori sul piano personale.

Queste piccole organizzazioni, o micro partiti o comityati, non producono altro che una serie di link, tutt'al più dei filmati su Youtube anche ben fatti ma niente di propositivo veramente, contestano ma non propongono soluzioni.

La piazza virtuale per iniziare a fare un movimento o un partito ormai è Facebook, contenitore di dati di milioni di persone, i più, poco o nulla interessati alla politica, ma rimane comunque un'ottima occasione per potervi scovare qualche attivista, di movimenti potenzialmente nuovi e propositivi, nell'ambito di quella che ormai è una sperimentazione virtuale.

Una delle iniziative di spicco da circa 2 mesi è "un contenitore" per tutti i movimenti" senza un nome definito o definitivo, chiamato "lista civica popolare nazionale" che nel giro di 15 giorni ha creato 9 gruppi regionali tra cui Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Lazio 1 e Lazio 2, PiemontePuglia, Toscana, Umbria, i cui partecipanti hanno residenza in queste regioni, ma la cosa nuova è che gli appartenenti a questi gruppi hanno creato 22 documenti che vanno da come sarà il nuovo movimento, fino alla creazione di gruppi tematici (per esempio quello delle riforme alla politica ma ce ne sono altri), Ii documenti e i gruppi tematici vengono creati ed aggiornati con la collaborazione di tutti dal professore universitario, all'operaio, all'artigiano etc.

Questo contenitore al momento conta circa 1600 membri, ma alcuni gruppi che lo compongono hanno addirittura 4000 membri.

Altro fatto inusuale è che, oltre alla piazza virtuale ed alle videoconferenze, c'è stato anche un incontro dal vivo, a Bologna il 28 gennaio, durante il quale è stata approvata una dichiarazione di intenti.

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