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 Home page > Tribuna Libera > Più migranti, più Europa e fine dell’austerità

Più migranti, più Europa e fine dell’austerità

Il crescente afflusso di migranti nei paesi europei determina il manifestarsi di problemi oggettivi, che non possono essere sottovalutati. Perché accoglierli nel modo migliore, come necessario, diventa sempre più difficile.

Perché, spesso, esso determina paure e inquietudini in una parte consistente degli europei, utilizzate strumentalmente da movimenti politici razzisti e di destra, i cui consensi elettorali, purtroppo, tendono ad aumentare considerevolmente.

Peraltro quei problemi, nel prossimo futuro, potrebbero ulteriormente accrescersi, poiché è molto probabile che i flussi migratori si intensifichino e non diminuiscano affatto.

Aumenterebbe peraltro il potere di ricatto che alcuni Paesi, in primo luogo la Turchia, possono esercitare nei confronti di quelli che fanno parte dell’Unione europea.

E’ ben noto che già adesso alcuni milioni di siriani si trovano in Turchia e se il suo presidente, il sanguinario dittatore Erdogan, decidesse di cacciarli verso i Paesi europei, la situazione in Europa diventerebbe ancora più complessa. Come affrontare quindi i problemi connessi a questo “esodo”, così consistente, di migranti?

In vari modi.

Senza dubbio operando per far cessare le guerre da cui molti di loro fuggono e migliorando le condizioni economiche e sociali dei Paesi di origine.

Ma l’Europa, o meglio l’Unione europea, potrebbe assumere iniziative autonome per contribuire, notevolmente, ad affrontare quei problemi. Infatti non è sufficiente dichiarare che sia necessario accogliere adeguatamente i migranti, occorre creare le condizioni perché ciò avvenga.

E l’Unione europea deve dotarsi di una strategia ben precisa, come del resto deve verificarsi anche per affrontare problemi di altra natura.

L’Unione europea deve rafforzarsi, elaborando ed attuando una politica estera comune, nel cui ambito abbia un peso rilevante una politica comune nei confronti dei migranti.

Inoltre risulta indispensabile che l’Unione europea adotti una politica economica radicalmente diversa da quella attuata negli ultimi anni.

E’ necessario porre fine, una volta per tutte, all’austerità.

Non è sufficiente una politica monetaria espansiva ma ad essa si deve aggiungere anche una politica fiscale, sempre fortemente espansiva, basata principalmente su un notevole sviluppo degli investimenti pubblici.

Non si deve promuovere una politica “rivoluzionaria”, ma una politica economica come quella che Keynes suggerì, decenni or sono, per affrontare le crisi economiche. Una politica economica simile, peraltro, a quella attuata negli Stati Uniti.

In questo modo aumenterebbero le opportunità occupazionali per i migranti che si indirizzano verso i Paesi europei – e ciò rappresenterebbe la condizione primaria perché possano essere accolti in modo adeguato – ed inoltre migliorerebbe anche la situazione economica degli europei, rendendoli meno timorosi nei confronti dei crescenti flussi migratori extraeuropei.

Quindi più Europa, più Unione europea, e un Unione profondamente diversa da quella attuale.

Io credo, lo penso da anni, che sia necessario tendere verso la creazione degli Stati Uniti d’Europa. Ma, nel breve periodo, mi accontenterei che si realizzasse un Unione europea più forte, più coesa, e che attuasse politiche, economiche profondamente diverse da quelle promosse negli ultimi anni.

E’ una speranza destinata a non realizzarsi? Non so.

Ma rappresenta l’unica alternativa che consentirebbe all’Europa di migliorare, sensibilmente, le condizioni dei suoi vecchi abitanti e di quelli nuovi. Altrimenti, la situazione politica, economica e sociale dei Paesi europei non potrebbe che aggravarsi, inevitabilmente.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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