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Piombino: credibilità istituzionale ai minimi

Due diversi Giani in 48 ore: ma il commissario aveva letto quel decreto, prima di accettare la nomina?

Nella nuova memoria che Idra indirizza oggi al presidente-commissario per il rigassificatore di Piombino (mentre si attendono ancora risposte alla prima), l’associazione ecologista fiorentina sottopone a Eugenio Giani due pesanti osservazioni di fondo.

Da settimane ormai circola la favola di ‘soli due anni’ di occupazione militare del porto di Piombino da parte della nave rigassificatrice che il Governo ha autoritariamente deciso di imporre a quella comunità.

Ora, il “decreto aiuti” che ha permesso a Draghi di nominare Giani commissario straordinario prevede un fondo pubblico di copertura dei rischi d’impresa pari a 30 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2024 al 2043. Convertito ieri alla Camera, il decreto risale al 17 maggio. All’8 giugno, risale l’atto di nomina di Giani. Ma, ancora il 29 giugno, davanti al consiglio regionale, il presidente-commissario ha descritto l’intervento, sì, come una “scelta strategica, storica, fondamentale per gli interessi nazionali del Paese”, effettuata “dopo un’attenta analisi a livello di ministero per la transizione ecologica” e con “tanto di relazioni nei confronti del Governo” prodotte da Snam. Ma tutto ciò per una nave che “tanto ci deve stare due anni”!

Meno di 48 ore più tardi, il 1 luglio, dinanzi al consiglio comunale di Piombino sotto assedio dei manifestanti provenienti da ogni parte della Val di Cornia, dell’Elba e della Toscana, il commissario Giani ha rivelato l’arcano appena appreso: “Sapete cosa è scritto nell’istanza di Snam rispetto alla durata? Richiesta di quel molo, di quella banchina, per 25 anni! Una notizia di poche ore fa!.

Sulla base di quale decreto legge, chiede quindi Idra, Giani ha potuto assicurare in lungo e in largo che il posizionamento della nave rigassificatrice, e la movimentazione aggiuntiva di navi metaniere provenienti da ogni parte del mondo, sarebbero durati non più di due anni? Senza contare che non occorre una laurea in economia per intuire che un investimento di 330 milioni di euro (come quello per la gigantesca rigassificatrice “Golar Tundra”), a cui aggiungere la costruzione di un raccordo di 8,5 km fra il porto e la rete del gas da realizzare dentro un sito di bonifica di interesse nazionale, non si può certo traguardare a due-tre anni, come ha osservato anche il Sindaco di Follonica: sarebbe clamorosamente antieconomico!

Scrive allora IdraNon risulta comprensibile come – sulla scorta delle “valutazioni oggettive” e della “attenta analisi” ministeriale che avrebbero determinato in sede di Governo la scelta di Piombino – sia stato possibile al primo ministro Mario Draghi nominarLa nel ruolo di Commissario straordinario essendo Ella all’oscuro dell’effettiva proiezione temporale del progetto, che risulta adesso oltre dodici volte più consistente dei due anni dichiarati alle rappresentanze dei cittadini, nonché sui media locali e nazionali. Né risulta comprensibile come Ella abbia potuto accettare un siffatto incarico sulla sola scorta – si evince dalle Sue parole – di mere dichiarazioni verbali”. In consiglio comunale, a Piombino, infatti, il commissario ha così commentato la prospettiva di un’occupazione per 25 anni della banchina, su cui la Regione Toscana ha espresso un impegno-spesa di 110 milioni per la realizzazione di un polo cantieristico: “Viene meno alle cose che mi erano state dette quando si è parlato di quella prospettiva”E’ dunque forse sulla base di un semplice ‘pourparler’ che è stato accettato il delicato incarico di Commissario straordinario?

Di qui la prima richiesta a Giani, reiterata e rafforzata dalle condizioni verificate: “Se è vero che Ella intende operare, come ha dichiarato a Piombino “nel senso dell’interesse generale di Piombino, della Val di Cornia e della Toscana”, è proprio questo proposito che dovrebbe a nostro avviso suggerirLe – torniamo con più forza a ribadire – l’opportunità di rimettere il mandato ricevuto in siffatte condizioni, che contraddicono l’art. 5 della Costituzione da Lei evocato, per cui “la Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali”. Le autonomie risultano qui invece misconosciute e mortificate”.

In secondo luogo, Idra ritiene opportuno sventare anche il rischio di un ‘travestimento ambientalista’ dell’intervento. E scrive: “Non potremmo sentirci tutelati dalle meritorie intenzioni formulate in un contesto così poco affidabile. Ella dichiara: “Non esiste nessuna indicazione che mi limiti rispetto alle cose che devo decidere. Non c’è la VIA nella legge sui commissari? Io voglio la doppia VIA. E si prefigge di “esaminare e approfondire i trenta pareri e tutto ciò che viene dal territorio in modo motivato, ponderato, scientificamente anche proposto”. Ma è proprio la scelta commissariale, per quanto ci consta, a ridurre drasticamente gli spazi di agibilità democratica, escludendo la regolare procedura di Valutazione di Impatto Ambientale che permetterebbe proprio al territorio, ai singoli cittadini, ai Comitati, alle Associazioni, a tutti i corpi intermedi, di esprimere a norma di legge osservazioni e proposte che il Ministero della Transizione Ecologica sia tenuto a considerare”.

La lunga missiva, fitta di citazioni testuali degli interventi nei due consigli, regionale e comunale, così si conclude: “Dovrebbe ancora una volta, a Suo avviso, Piombino accettare un inferno lastricato di buone intenzioni? Se nel recente passato quest’area ha dovuto registrare – sono sempre parole Sue – “accordi di programma, protocolli d’intesa, incontri verbalizzati con ministri: tutto carta, sostanzialmente nessuna ricaduta”, dovrebbero forse gradire adesso, Piombino, i Comuni contermini e la Val di Cornia, che si aggiunga carta a carta?”.

Tre istanze di garanzia sono comunque rivolte al presidente piuttosto che al commissario:

a) siano resi pubblici i contenuti del progetto e dell’istanza di autorizzazione che Snam ha presentato il 30 giugno;

b) sia urgentemente riconvocato il consiglio regionale della Toscana, essendosi la seduta del 29 giugno svolta nell’ignoranza dei dati qualificanti del progetto;

c) siano riaperti i termini della pratica autorizzativa, preso atto dell’incompletezza dell’informativa resa il 29 giugno al consiglio regionale.

 

Sull’altro caso spinoso della base militare sognata dal Governo a Coltano, nel Parco regionale di San Rossore, dopo gli esiti apparentemente incerti e variamente riportati del secondo incontro, lo scorso 7 luglio, del tavolo interistituzionale istituito col Decreto del Ministro della Difesa il 24 maggio, Idra chiede a Eugenio Giani, in considerazione del ruolo che in quella sede il presidente della giunta riveste come massimo referente dell’Ente a cui quel Parco appartiene, la cortesia di mettere a disposizione della cittadinanza un chiarimento formale, ancorché non definitivo, sugli scenari proposti e su quelli eventualmente condivisi dai componenti del tavolo, e le eventuali relazioni presentate.

Infine, su ambedue i temi, Piombino e Coltano, la richiesta di un colloquio, anche eventualmente con gli organi tecnici della Regione, e uno specifico canale di costante aggiornamento informativo e consultazione“come appare auspicabile in contesti democratici di ascolto delle espressioni della cittadinanza attiva”.

 

Qui il documento, trasmesso per conoscenza anche a:

- Sindaco e Capigruppo Consiliari del Comune di Piombino

- Sindaci dei Comuni della Val di Cornia

- Sindaco del Comune di Follonica

- Sindaci dei Comuni dell’Isola d’Elba

- Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale 

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