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Pillole d’Autore: un brano letto e commentato da "L’estate fredda" di Gianrico Carofiglio

Buon giorno Volpi, come avevo già annunciato qui, la rubrica Pillole d'Autore dopo la pausa estiva cambia giorno di pubblicazione.

Avremo come sempre il nostro appuntamento mensile (leggo più di un libro al mese, ma non tutti sono degni delle Pillole ;-) ) ma sarà inserito nella programmazione settimanale dei post, perché la verità è che la domenica gli accessi sono sempre molto pochi e dunque è un peccato "buttare via" le audio-recensioni dei libri che le Volpi amano di più.

Perciò questo primo giorno del mese è perfetto per ripartire. Siete pronti? Tornano le Pillole con L'estate fredda, di Gianrico Carofiglio!


Audiorecensione de "L'estate fredda", di Gianrico Carofiglio

I primi libri per adulti che ho letto sono stati i gialli di Agatha Christie. Adorabile. Il genere mi piace assai, ma nel corso degli anni, con l'avvento dei thriller e dei noir, il giallo si è un po' perso di vista. A me piace pensare che ci sia ancora, nascosto tra le righe di romanzi che oggi hanno mille altre definizioni ma che svolgono un'unica, comune funzione: tenere il lettore in una suspense da cui non vorrebbe più uscire.

È quello che mi è capitato con "L'estate fredda" un romanzo di Gianrico Carofiglio. Ambientato a Bari racconta una città tra le pieghe della malavita organizzata con competenza e dettagli realistici, alcuni reali.

In un'estate barese non così calda come la nostra, i carabinieri sono alle prese con il rapimento di un bambino che esce dagli schemi a loro noti della criminalità organizzata.

Il Maresciallo Fenoglio e l'amico e collega Pellecchia indagano nelle pieghe del grigio dell'animo umano, dove il confine tra giusto e sbagliato è sottile come una lama di coltello.

Il personaggio principale

Mi sono affezionata subito al personaggio principale, il Maresciallo dei Carabinieri Pietro Fenoglio, diviso tra il ricordo della donna che lo ha lasciato e il lavoro intenso e quotidiano sulla strada, dove le persone che si incontrano confondono i confini tradizionali del bene e del male.

Il bello di questo noir che, per me resta sempre un giallo, è a mio avviso la figura del contro eroe, l'anti protagonista o meglio il co-protagonista: il carabiniere Pellecchia, uomo profondamente diverso da Fenoglio, descritto senza fronzoli e che ci appare subito come imperfetto, con sfaccettature a volte brillanti e a volte oscure.

Ed lui la novità della seconda parte del libro. La sua "confessione" di una vita non propriamente retta, quale destino gli confezionerà, visto che si tratta di un Carabiniere?

Una catarsi, una ragione per saldare l'amicizia tra lui e il suo maresciallo, o l'ultimo epilogo di una storia che ci fa riflettere su cosa accade a chi "si sporca le mani" ogni giorno?

Carofiglio ci insegna che le vie del cuore (o dell'amicizia, se preferite) sono davvero infinite e percorribili nei modi più diversi. Qualche volta andando avanti, qualche volta sbandando, qualche volta andando a ritroso.

La ricerca del narratore, in cui si riconoscono a mio avviso molti dei tratti ideali e della visione della vita di Fenoglio, è tutta tesa non alla perfezione (non è l'eroe senza macchia) ma all'umanità, alla piena accettazione di quel "grigio" che spesso è più ambiguo e melmoso del nero.

Un viaggio nel buio profondo in cui l'animo umano può sempre arrivare

Una storia che non lascia nemmeno lo spazio all'amore, che pure sarebbe lì, a portata di mano. Perché certi mestieri sono totalizzanti. Ci si può concedere il lusso di inciampare?

Il brano che ho scelto di leggere per voi

La scrittura di Carofiglio

L'autore scrive a mio avviso in maniera divina, non ho altri aggettivi da spendere. Alla fine del libro mi sono chiesta se avrebbe avuto senso per me continuare a scrivere di fronte a tanta precisione narrativa.

Ogni frase, ogni dialogo, ogni parola è frutto di una maniacale ma spontanea ricerca delle parole giuste, del giusto ritmo e sonorità.

Mai una sbavatura, mai un momento di stanca, non per il lettore, ma per l'autore. Chi scrive penso possa comprendere meglio di altri cosa intendo dire.

Dunque un ottimo romanzo noir, o giallo, come amo definirlo io, in memoria dei vecchi tempi.

La morale? La giustizia ha mille modi e mille strade per svelarsi. Non trascuratene alcuno Ma la chicca è l'audiolibro

Sapete che da tempo spendo molto tempo su Audible, vi ho raccontato i suoi vantaggi in questo post sugli audio-libri e sul perché acquistarli.

La chicca è che la lettura del romanzo è eseguita, in modo magistrale, da Gianrico. Per me è stata un'emozione straordinaria sentir raccontare una storia dalla voce dell'autore che l'ha composta.

Mi sono sentita speciale.

E voi, avete già letto qualcosa di Carofiglio? Che ne pensate delle sue trame e del suo stile di scrittura? I gialli, o noir, sono un genere che leggete spesso? E quando?

Questo articolo è stato pubblicato qui

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