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Perché mentiamo?

Alberto Siracusano è un famoso psichiatra che ha pubblicato un saggio piuttosto coraggioso: "Perché mentiamo. Cosa nascondono le bugie" (Raffaello Cortina Editore, 2023, 240 pagine, euro 16).

Si può iniziare dicendo che più, o meno, mentiamo tutti. Ma esiste una profonda diffrenza tra i vari generi di menzogna. In questo libro vengono raccontate bugie di ogni genere, originate in una seduta clinica o in una delle varie situazioni della vita. Forse è il caso di sottolineare che il piacere del mentire appartiene a tutte le età, anche se in molti casi risulterebbe più facile dire la pura e semplice verità.

Del resto in Italia siamo molto allenati in questa materia: "Quanto le bugie della politica sono una modalità di comunicazione ormai data per scontata? Perché sono così diffuse le fake news [madornali] e perché la gente tende a credere alle cose assurde e contrarie a ogni logica?". Forse perché a molte persone conviene così, almeno a breve termine. Nel lungo termine le cose possono cambiare completamente.

E "Perché la rabbia e l'aggressività contro il prossimo sono così presenti nelle bugie sociali?" (p. 9). Non è facile dare delle risposte uniformi, perché ogni situazione umana è quasi unica, anche se appartiene a una determinata tipologia. L'evoluzione storica è onnipresente. E "quanto possiamo considerare innocenti le bugie" utilizzate proprio per conversare più a lungo? L'inconscio è sempre nemico della bugia? Si direbbe di sì.

Le bugie inventano un sacco di mondi e hanno molte funzioni: "servono per difenderci, per attaccare, per giocare, per ingannare l'altro o per autoingannarci, per nascondere, per avere di più, per conquistare, per entrare nella mente altrui, per non deludere, per proteggere" (p. 232). Le bugie rappresentano l'essenza della convivenza. Ogni bugia rappresenta "il tentativo di soddisfare un desiderio", con un esito tossico o vitale (p. 232).

Indubbiamente esiste il caso di "chi si nasconde dietro le bugie per paura, chi per vergogna, chi per sfida, chi per gioco, chi per il semplice gusto di mentire, chi addirittura vive di bugie ("Io non mento, io sono la menzogna")" (p. 11). In un certo senso troppe persone si divertono alle spalle degli altri facendo il minimo sforzo. In alcuni casi sarebbe utile riflettere bene sul pensiero di Wittgenstein: "Su ciò di cui non si può parlare si deve tacere".

La bugia appare come "una compagna fedele e non ci lascia mai; fedele ma pronta a rivoltarsi contro di noi, e a renderci soli" (p. 232). A quanto pare mentiamo nel 37 per cento delle conversazioni telefoniche, nel 27 per cento delle relazioni faccia a faccia, nel 21 per cento dei messaggi scritti e nel 14 per cento delle email (la telefonata difficilmente lascia traccia, p. 176). A pensarci bene, le bugie servono anche a costruire l'anima del sé, e "in un mondo in cui tutto è in crisi, le bugie non lo saranno mai!" (p. 240).

 

Alberto Siracusano è uno psichiatra che insegna all'Università "Tor Vergata" di Roma e che dirige l'Unità Operativa Complessa di Psichiatria e Psicologia Clinica della Fondazione Policlinico Tor Vergata. Nel passato è stato presidente della Società Italiana di Psichiatria e della Società Italiana di Psicopatologia. Attualmente è anche coordinatore del Tavolo Tecnico della Salute Mentale del ministero della Salute.

 

Nota cinematografica - La visione di un film sul disagio come le Favolacce, potrebbe essere utile per capire meglio le menzogne (uscito nel 2020).

Nota ultrarealista - In ogni caso "è anche vero che sembra impossibile vivere senza mentire, ma pure accettare che tutti mentano, però nessuno vuole che gli si dicano bugie" (p. 233). In effetti "La menzogna più consueta è quella con cui si mente a sé stessi, mentire ad altri è, relativamente, l'eccezione" (Nietzsche, p. 127). Quindi "la vera bugia è ingannare noi stessi" (p. 127). 

Nota aforistica - "Noi preferiamo le vie tortuose per arrivare alla verità" (Nietzsche); "Avendo a che fare con caratteri umani, ci occupiamo di bugie, inganni, evasioni, finzioni, fantasie, visioni, allucinazioni" (Wilfred R. Bion); "Una mezza verità è una bugia intera" (Proverbio arabo); "Perciò occorre che i miei lettori non ci credano per nulla" (Luciano di Samosata); Risulta quasi sempre "più facile spezzare un atomo che un pregiudizio" (Einstein).

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