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 Home page > Tribuna Libera > Perché lodare gli anni ’80?

Perché lodare gli anni ’80?

Spesso sento lodare gli anni '80 ed in particolare certi leader (discutibili) di allora.
Per averli vissuti (forse anche perché allora ero nel pieno della mia gioventù), devo ammettere che furono sicuramente migliori del decennio attuale.
Al di là di varie considerazioni che bisognerebbe analizzare ben al di là dello spazio ridotto di questo intervento, ritengo che a giocare un ruolo determinante nella positività complessiva di quel periodo furono le qualità del popolo italiano, composto ancora in gran parte da gente che aveva conosciuto il fascismo e la Guerra, che ne aveva subito le conseguenze nefaste attraverso l'emigrazione e che aveva lottato strenuamente per difendere i propri diritti civili e sociali.
 
Persone che avevano vissuto la fame, angherie e privazioni indicibili.
Allora avevamo anche un Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, esempio emblematico di quanto ho appena scritto e quando l'Italia vinse la Coppa del Mondo di calcio, ci sentimmo davvero un nazione unita come non mai e pronta a riscattarsi come appunto accadde negli anni successivi, quando il "Made in Italy" da semplice slogan si affermò come sinonimo di lavoro e operosità di qualità e serietà in tutto il mondo.
 
Allora gli italiani erano un popolo che non si tirava mai indietro quando si trattava di fare sacrifici ma anche quando c'era bisogno di rivendicare i propri diritti e la solidarietà (che allora era la regola anziché l'eccezione).
 
Sia nel mondo cattolico che nel sindacato erano innumerevoli gli esempi di italiani che costruivano una società civile e impegnata e che credevano in quei valori che rendevano il Paese più forte e coeso nell'affrontare i cambiamenti, mantenendo però inalterati i principi sui quali si fondava la Repubblica.
 
Gli anni '80 cominciarono a declinare verso la fine, quando lo spirito rivoluzionario degli anni '70 era stato ormai spazzato via, era crollato il mondo di Berlino e il neoliberismo del mondo anglosassone stava iniziando a farsi strada anche da noi.
 
E allora prese il via la stagione del grande ed illimitato consumismo, si affermò la tendenza a mercificare qualsiasi cosa, esseri umani compresi, e si attuò il crollo generalizzato dei partiti di massa, dei sindacati, del mondo cattolico e della credibilità delle istituzioni repubblicane spazzando via uno dei decenni forse più floridi della Storia travagliata del nostro Paese.
Yvan Rettore
Questo articolo è stato pubblicato qui

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