• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tempo Libero > Musica e Spettacoli > Perché Santoro è Santoro

Perché Santoro è Santoro

Ieri c’è stata la conferenza stampa di Michele Santoro per la chiusura della stagione di AnnoZero. In ballo il futuro del giornalista e dei suoi colleghi: "Galimberti sia chiaro: possiamo restare essendo considerati punta di diamante della RAI, o non siamo graditi?" E aggiunge: "anche se andassi fuori, resterei sempre Santoro".

Perché Santoro è Santoro

Da viale Mazzini la voce del giornalista campano pare molto chiara, e la sua leggera cadenza scandisce ripetutamente una sola questione cruciale: “esiste una parte dell’azienda che reputa AnnoZero una colonna portante del proprio palinsesto, o ci considerano solo quelli che “la fanno fuori dal vaso”? Se è quest’ultima accezione quella valida, lasciateci andare.”

 

Santoro pare molto determinato. Alla sua destra l’amico e collega di sempre Sandro Ruotolo, e dall’altro lato il direttore di rete e il vignettista Vauro.

Santoro è combattivo, dicevamo: i suoi quasi cinquantanove anni lo stanno stimolando a ricercare nuove sperimentazioni da testare, e per sottolinearne l’eterna tensione verso nuovi prodotti televisivi ha ripercorso la propria carriera, ricca di successi a partire da Samarcanda, il programma che l’ha lanciato. Traspare flebile la stanchezza di chi ormai è come un lottatore che ogni giorno all’interno della RAI battaglia per conservare un pezzetto della propria libertà, ma che sente purtroppo a poco a poco di esserne privato.

Polemizza con Galimberti, il Direttore Generale, chiedendogli di prendere una posizione netta: AnnoZero sì o no; prendere o lasciare. Nessuna via di mezzo.

I vertici della nostra televisione pubblica sono stati messi di fronte ad un aut aut chiarissimo, quindi. I costanti conflitti, il mobbing e l’ostruzionismo anche burocratico usati contro il programma e la persona di Santoro in questi anni (e che, nonostante tutto ciò, registra il record del 20% di share in questa stagione), hanno ristretto ad oggi la disponibilità del giornalista a due sole strade percorribili: portare avanti il proprio lavoro come ha sempre fatto, garantendogli però autonomia e serenità, o firmare un accordo, già proposto dalla RAI e poi accantonato, che sancisce la rescissione del contratto. “Tertium non datur”, dice. Nessuna terza opzione.

Nei vari interventi, Santoro cita spesso la Dandini (che in questi giorni attraversa la difficile fase di contrattazione del palinsesto, e che probabilmente dal prossimo anno si vedrà decurtare di un quarto la messa in onda delle puntate del suo programma “Parla con me”) e molti degli epurati dalla RAI. Quasi accarezzasse l’utopia di rivedere in onda molte delle voci fuori dal coro messe alla porta (alcune in malo modo) negli anni passati: da Luttazzi a Grillo, da Sabina e Corrado Guzzanti a Celentano.

Spesso rimarca il valore di mercato della propria esperienza e professionalità, strizza l’occhio ai nuovi media (come internet) che gli hanno consentito qualche mese fa di vivere l’esperienza di “RAI per una notte”, densa di libertà e di contatti umani, nonché record di spettatori.

Intende comunicare ai vertici di viale Mazzini di detenere un elevato potere contrattuale e che ogni sopruso o decisione non otterrà altro effetto che alimentare la passione sua e del suo team. E proprio di questo ne è già stato un esempio l’amico Travaglio che per otto puntate ha partecipato ad AnnoZero senza contratto.

Nel ripercorrere infine le battaglie di tutta la redazione per continuare a sorridere delle vignette di Vauro, (che più di una volta hanno causato mal di pancia dirigenziali) lancia un’ultima idea proprio sulla dicotomia tra libertà creativa e vincoli politici: “sarebbe interessante raccontare le dinamiche del servizio pubblico da fuori, descriverne la realtà”.

Insomma, Santoro sembra rivolgere lo sguardo lontano, oltre la RAI, concedendole una sola possibilità di riscatto.

La palla ritorna ora a Galimberti e al CDA. O, forse, persino ai partiti.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox




Palmares