People’s Climate March: manifestazioni in tutto il mondo
Una moltitudine di persone ha aderito alla People’s Climate March, iniziativa per sensibilizzare le persone sul riscaldamento globale e sui cambiamenti climatici. Nella giornata di ieri in 166 paesi ci sono state numerose manifestazioni legate all’evento. A New York sono stati in tanti a partecipare: studenti, insegnanti, gruppi religiosi, associazioni etc. La manifestazione era divisa in 6 tronconi tematici: una miriade di persone ha invaso il centro cittadino.
Una mobilitazione globale con migliaia di eventi organizzati: si parla di oltre 2800 eventi. A New York, tra i manifestanti presenti anche leader politici e religiosi e star del cinema come Leonardo Di Caprio e Mark Ruffalo. Era presente anche il sindaco Bill DeBlasio e il segretario generale ONU Ban Ki-Moon.
Solo a New York City erano presenti circa 310,000 manifestanti. “Al di sopra di ogni nostra previsione” ha detto Ricken Patel, direttore esecutivo di Avaaz, una delle associazioni che ha contribuito ad organizzare la marcia.
Grandi manifestazioni anche in altre città come Londra e Melbourne con una presenza enorme di persone. “Si tratta anche di una questione morale” ha affermato il vescovo di Londra, Richard Chartres, intervenuto sul palco al termine del corteo.
I segni dei cambiamenti climatici sono sotto gli occhi di tutti: cicloni, tornado, uragani, incendi, siccità, alluvioni, scioglimento dei ghiacciai e il tempo che sembra impazzito. Pare finalmente farsi avanti in molte persone la consapevolezza della pericolosità dell’aumento della temperatura del pianeta con tutte le conseguenze che questo sta comportando. Sempre più persone si informano rispetto a questioni attuali come quella del fracking o riguardo all’ambiente e la sua salvaguardia.
Una mobilitazione questa molto importante perché sta coinvolgendo sia persone, sia opinione pubblica sia personaggi importanti della società e dello spettacolo. Una coscienza comune guida tutti: cercare di salvare il pianeta dagli errori commessi dall’uomo.
Foto: South Bend Voice/Flickr
Questo articolo è stato pubblicato quiLasciare un commento
Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina
Se non sei registrato puoi farlo qui
Sostieni la Fondazione AgoraVox