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Pedofilia femminile: una verità scomoda

La pedofilia è sicuramente il comportamento parafilico più complesso e discusso sia dall’opinione pubblica che dalla ricerca scientifica.

Il termine pedofilia deriva dal greco “Pais” (fanciullo) e “Philia” (amore), ed è entrato a far parte del panorama psichiatrico agli inizi del 900 grazie ad August Forel (Quattrini, 2015).

Il pedofilo è, nel linguaggio psichiatrico, un individuo adulto (di almeno 16 anni e più grande di almeno cinque anni rispetto alla vittima) che mostra un interesse erotico sessuale verso bambini pre-puberi (fino a 13 anni). Nell’immaginario collettivo, al termine “pedofilo” viene associata automaticamente una figura maschile: giovane, adulto o anziano ma inevitabilmente uomo. Tuttavia, i comportamenti pedofilici sono sempre esistiti anche nelle donne, seppur in misura molto minore. Secondo la Dott.ssa Loredana Petrone, psicoterapeuta ed autrice di “Pedofilia rosa”, su 100 abusi sessuali su minori, 8 vengono compiuti da donne. Per quanto questo numero possa sembrare piccolo, non deve passare inosservato.

Parlare di pedofilia femminile risulta tutt’altro che semplice. Pensare che una donna, dotata di quel famoso istinto materno, possa mettere in atto comportamenti erotici nei confronti di un bambino è una realtà della quale non vogliamo avere piena consapevolezza (Petrone & Troiano, 2005). Infatti, riconoscere nella donna, rassicurante e protettiva, l’esistenza di “perversioni” è una realtà difficilmente accettabile dall’opinione pubblica.

Proprio come quella maschile, la pedofilia femminile può essere categorizzata come intrafamiliare, extrafamiliare e pre-pedofilia.Stando alle statistiche derivanti dai servizi sociale e dalla magistratura, la pedofilia femminile rappresenta una percentuale tra il 7% e il 10% degli abusi sui bambini. Nonostante ciò, osservando le storie personali dei pedofili maschi, possiamo notare come un 80% circa riferisce di essere stato abusato da una figura femminile, in particolare, la madre (Petrone & Troiano, 2005). In termini generali, la pedofilia è un fenomeno ampiamente diffuso in ambito nazionale ed internazionale, ma non esistendo una banca dati che rifletta la statistica nazionale, è praticamente impossibile avere una percentuale corretta di casi di pedofilia o altri abusi sessuali. In ambito di pedofilia femminile, questo risulta ancora più difficile in quanto i comportamenti attuati dalle donne pedofile avvengono in circostanze di accudimento del bambino e quindi con maggiori possibilità di confondere e nascondere il significato delle proprie azioni.

Nella pedofilia intrafamiliare di solito si hanno strutture familiari disfunzionali. In queste situazioni, alcune madri credono che sia loro compito iniziare i figli alla sessualità, altre invece addirittura si innamorano dei figli tanto da farne dei “mariti”. Queste madri non riescono a vedere i limiti e il rispetto verso i loro bambini e giocano sulla dipendenza affettiva nei propri confronti per trarne vantaggi sessuali. Le manifestazioni dell’incesto tra madre e figlio/a si confondono tra gesti di accudimento e strategie deduttive che sfruttano sentimenti di confusione, obbedienza e fiducia del bambino/a.

La pedofilia extrafamiliare è invece caratterizzata da desideri di potere, dominio ed egoismo. Solitamente, questa categoria è legata al turismo sessuale, ma altre volte si manifesta in luoghi conosciuti bene dalla vittima come scuola o centri sportivi. Queste donne, al contrario della categoria precedente, possono ricorrere anche a modi violenti per convincere la vittima ad intraprendere giochi sessuali e per mantenere il segreto.

Infine, con il termine Pre-pedofilia s’intende una particolare condizione di abuso che si caratterizza per il ruolo svolto dalla donna. Più precisamente, la figura femminile assume un carattere passivo e marginale nell’atto pedofilico, lasciando all’uomo la parte attiva. La donna quindi non partecipa a comportamenti pedofilici, ma diventa complice di chi invece abusa realmente del bambino. La pre-pedofilia può quindi essere mascherata e silenziosa, come nel caso delle famiglie incestuose oppure più evidente come nel caso di madri che offrono i figli ai compagni pedofili (Petrone & Troiano, 2005).

In conclusione, nonostante si attribuisca alla donna un ruolo di madre improntato alla sensibilità e alla tenerezza, la realtà dei fatti ci mette di fronte ad una possibile figura femminile parafilica ed abusante che solitamente viene associata solo alla figura maschile. La pedofilia, quindi, riguarda anche l’universo femminile e come quella maschile, rappresenta un evento traumatico per le vittime che la subiscono.

 

Tirocinanti: Stefano Joe Cattan, Angelo Greco e Letizia De Panfilis

Tutor: Fabiana Salucci

 

Bibliografia

 https://www.stateofmind.it/2019/07/pedofilia-femminile/

Jannini, E. A., Lenzi, A., & Maggi, M. A. (2007). Sessuologia medica. Trattato di psicosessuologia e medicina della sessualità. Elsevier srl.

 Petrone, L., & Troiano, M. (2005). E se l’orco fosse lei?: strumenti per l’analisi, la valutazione e la prevenzione dell’abuso al femminile: con un nuovo test per la diagnosi (Vol. 63). FrancoAngeli.

Quattrini, F. (2015). Parafilie e devianza: psicologia e psicopatologia del comportamento sessuale atipico. Giunti Editore.

 

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