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Passeggiare per le strade di Praga

Praga è l’inno al movimento. Non appena si arriva non si viene attanagliati da quell’ansia (del tutto comprensibile) che si ha quando si giunge in una città straniera. Tutto viene spontaneo, naturale, come se avessimo sempre vissuto lì.

Passeggiando lungo il fiume si viene catapultati in un vortice di linee e forme sempre nuove. Linee di epoche e stili diversi, ma mai in contrasto tra di loro. E allora possiamo trovare spalla a spalla un palazzo dei primi del Novecento con uno della fine degli anni ’90. La loro comunicazione è sensazionale, nonostante appartengano ad epoche così distanti, stilisticamente e tecnologicamente parlando. Perciò, non si può non fare caso a come le linee della “Casa Danzante” sembrino prolungarsi nella facciata dirimpettaia generando arcate di schermo alle logge, e arricciandosi nelle eleganti volute al piano attico? Come non notare il rispetto che l’architetto ha dimostrato per la storicità del preesistente edificio, adottandone la stessa tipologia di infisso?

Passeggiando col naso all’insù per questa città magica non si fa neanche caso alla vasta tipologia di strade che ci stanno guidando: dapprima un vialone alberato, dopo un portico voltato, successivamente un vicolo lastricato. Si viaggia. Non solo fisicamente. Si viene quasi obbligati a fermarsi ogni pochi passi per ammirare l’innumerevole quantità di scorci che ad ogni occhiata la città ci offre. E allora si viaggia. La mente spazia, come quando si sogna. Pensieri sconnessi, che schizzano da una parte all’altra della scatola cranica come una palla matta. Sembra di percorrere una favola!

Stili ed epoche diverse si susseguono in un toast di esperienze architettoniche senza eguali lasciando a bocca aperta anche il più profano degli inesperti. Si viene allora proiettati a distanza di pochi passi dalle morbide e sinuose curve baroccheggianti alle frastagliate e puntute guglie tardo-gotiche, alle austere e formali linnee spezzate dell’architettura ebrea.

Ma la città non è affascinante solo per questo. Se così fosse, sarebbe un luogo per amatori. Praga è incredibile per le sensazioni che trasmette. Innanzitutto ti costringe a visitarla a piedi; il che non è da sottovalutare. Non che manchino i mezzi pubblici, al contrario, è servitissima. Ma sarebbe un così grande peccato perdersi le innumerevoli viste che si hanno della città mentre la si percorre passo dopo passo. Specialmente se a percorrerla si è un due. Magari mano nella mano.

Praga va esplorata in due. Viene infatti considerata una delle città più romantiche d’Europa. Perché?

In seguito alla mia esperienza non posso che rimuginare sulle mie sensazioni. Innanzitutto, Praga è una città a misura di cittadino; quello stress che si ha quando si pensa a dove si deve andare, il traffico, il semaforo rosso, le barriere e lo “s-comfort” cittadino si dimenticano totalmente. Questo libera la mente. Ed una mente libera è più riflessiva. Quando si è in due, le riflessioni si esternano su e con il/la nostro/a compagno/a.

In quanto città, quindi, Praga ti mette in condizione di aprirti con il prossimo, parlare di noi (in quanto persona e in quanto coppia) e di relazionarci con noi stessi senza troppi grilli per la testa, senza barriere emotive e psicologiche che solitamente ci anestetizzano cervello e cuore durante i periodi guidati dal tam-tam quotidiano. Così, una carezza sulla guancia, un complimento, un abbraccio, un bacio, diventano gesti mossi da qualcosa di più della semplice abitudine. E si sa, la spontaneità è il motore degli slanci romantici. Ma diciamo che anche la buona birra aiuta non poco!

Ciò che è sorprendente di Praga è che è tutta bella. Sembra come se qualcuno avesse fatto una selezione di quanto di più bello le grandi capitali mondiali hanno accumulato nei secoli, lo abbia raggruppato e poi sparpagliato lungo le rive del fiume, creando così scenografie uniche ad ogni scorcio, step by step. Il tutto, inoltre, è talmente valorizzato che non solo sembra bello, ma anche curato e prezioso. Praga non è una città grande ma quel poco che ha lo custodisce come un tesoro. Così il castello, al calar della notte, si tinge di riflessi dorati che si rispecchiano sul fiume e contrastano con le tinte fredde del cielo al calar del sole. Tutto è ancora più bello quando questo panorama mozzafiato riempie i nostri sensi e lo si condivide con la persona che riempie il nostro cuore. La bellezza ti inonda del suo fascino e si evolve esponenzialmente quando, voltandoti, non puoi fare a meno di notare quanto sia effettivamente più bella, Praga, riflessa nei suoi occhi.

La vera sensazione di protetto smarrimento si ha quando si arriva a Novy Svet, l’antico sobborgo a ovest della città. Lo snodarsi curvilineo delle strette viuzze lastricate crea suggestioni sempre nuove. Si viene proiettati in un’altra epoca, in cui gli abitanti vivevano in basse casine dalle porte e finestre piccole piccole, oggi affittate a turisti desiderosi di pace e quiete.

In questa città non si possono non assaggiare le specialità tipiche della cucina Ceca. Tanto per cominciare ogni pasto è accompagnato dalla birra tipica boema, Pilsner e Kozel, la prima più robusta e leggermente amara, la seconda più dolce e poco gassata, ma entrambe molto alcoliche (12 gradi) ed economiche (28 corone, circa 1,12€ x 0.5 l). Siamo rimasti allibiti quando, entrando in un caffè del quartiere ebraico, un quadro si beffeggiava di noi italiani definendoci vegetariani. In effetti poi, girando per i vari locali e leggendo i menu esposti lungo le vie, ogni piatto era caratterizzato da carni cotte in tutti i modi e in tutte le salse. E che carne! Tenera, saporita, appetitosa, leggera... insomma, una delizia! Devo dire che, secondo me, come si mangia la carne a Praga, non si mangia neanche nei migliori ristoranti italiani.

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