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Parlamento: come prima, più di prima

Preso atto dell’inspiegabile, perlomeno a chi cerchi di ragionare nei termini della politica, permanenza berlusconiana, e rivolto un pensiero al povero Napolitano, costretto a guadagnarsi la pagnotta presidenziale fino all’ultimo giorno del proprio settennato (e forse oltre), è lo spettacolo offerto dal nuovo che avanza ad attrarre la preoccupata attenzione di chi, come me, guarda da lontano alle cose italiane.

Un nuovo che sa tanto di vecchio e puzza già della più stantìa politica politicante.

Solo considerazione elettoralistiche della più bassa lega, in attesa di un ritorno alle urne che non potrà essere troppo lontano, giustificano il rifiuto di Grillo (ma non doveva essere solo il “volto” del M5S? E perché diavolo si comporta a tutti gli effetti come capo unico ed assoluto, allora? Misteri della democrazia liquida) di appoggiare un governo che, numeri alla mano, non potrebbe in ogni caso che essere di coalizione. Per nulla nuovi anche i modi e la cultura politica del comico genovese; una miscela, anzi, del peggio del nostro più recente passato: turpiloquio ed insulti in puro stile bossiano e riproposizione di berlusconiani concetti da “padrone di partito”.

Un esempio? Il recente attacco all’articolo 67 della Costituzione. È stato raccapricciante vedere il nostro ultimo messia mentre, con poche frasi, gettava là, in quel luogo innominabile dove l'acqua scroscia, (se si tira la catena), qualche secolo di pensiero politico occidentale. Tra gli eletti del MoVimento pare abbondino i laureati. Sono sicuro che tra loro vi sarà stato qualcuno che, senza magari dover citare Burke, avrà cercato di spiegare al nostro quale differenza passi tra un parlamento e una riunione di portavoce d’interessi particolari. Un dubbio, però, sarebbe dovuto venire anche al ragioniere Grillo, con un minimo di quella modestia che purtroppo non ha, si fosse soffermato a pensare che i padri costituenti, dall’alto della loro statura intellettuale e morale, dovessero avere delle ragioni dannatamente buone per mettere a chiare lettere quel “senza vincolo di mandato” nel nostro documento fondamentale. Quali? Ma dai; per conoscerle basta aver frequentato, come me, la terza media e sfogliato il libretto di educazione civica.

A proposito di libretti non sfogliati, ammirevole (si fa per dire) è pure l’ignoranza di cui ha dato mostra la neoeletta capogruppo alla Camera dei grillini. Un breve delirio, quello con cui ha cercato di spiegare perché quelli di Casapound possano star comodi dentro il movimento, nazionalista e socialista, che è stata chiamata a rappresentare. Dopo aver blaterato di sprangate e razzismo folclorici (e, considerando che il Grande Capo 2.0 vorrebbe limitare il diritto di cittadinanza ai soli italiani per sangue, credo sia stato il più freudiano dei lapsus), tal Roberta Lombardi ha poi parlato di un fascismo buono, “attento alle famiglie e dotato di alto senso dello stato, prima che si corrompesse”. Ricordando che Mussolini pronunciò la celebre frase “avrei potuto fare di quest’aula sordida e grigia un bivacco per i miei manipoli”, il 16 novembre 1922, in occasione della presentazione alla Camera del suo primo governo, se non tutto il suo senso dello Stato non si riducesse a quel condizionale, pare che il potere corrompa dannatamente in fretta. Ci saprà dire meglio tra qualche mese, magari quando lascerà la carica ad un collega, come prevedono le regole del M5S la nostra giovane onorevole.

Già ora, però, dopo aver incassato le proteste di quasi tutti, dall’Anpi alla Fiom, è stata prontissima nel precisare, sfumare, correggere. Nell’attaccare, anzi, la stampa, gli avversari politici, questi e quelli, colpevoli d’aver travisato, manipolato o frainteso le sue parole. Nel dire di non aver detto e, se proprio, che non lo voleva dire.

Una bella prestazione, insomma, per qualcuno con così poca esperienza; già al livello di una Gelmini al massimo della forma. Di che mettersi l’elmetto, preparandosi ai tunnel per neutrini prossimi venturi.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.20) 7 marzo 2013 11:05

    Perchè dici che Grillo si comporta come capo unico ed assoluto? Grillo è il portavoce di tutti quelli che scrivono sul blog, su twitter e su facebook; la maggioranza dei commenti, se vedi bene, è d’accordo, anzi spinge per le posizioni che poi Grillo porta avanti... E’ questo il senso della democrazia liquida come la chiami tu... Anche la Costituzione, se mai ha funzionato (?) è un prodotto degli uomini e non degli dei e dunque è perfettibili e migliorabile..Non c’è niente di questi tempi di intoccabile

  • Di (---.---.---.215) 7 marzo 2013 11:27

    Fatta la legge, trovato l’inganno. Dal mio punto di vista il problema sollevato da Grillo è tutt’altro che irrilevante. La frase "senza vincolo di mandato", nel suo spirito originario, aveva il senso di tutelare l’attività del parlamentare, che deve sentirsi libero di esercitare la propria funzione senza alcuna pressione o condizionamento esterno alla propria persona e coscienza. Nella realtà invece, specie dal 1994 in poi, questo sanissimo principio è stato declinato come: "sono stato eletto e adesso faccio quel che c***o mi pare". Da qui la nascita degli "onorevoli" voltagabbana che passano con estrema nonchalance da uno schieramento opposto all’altro (visto le recenti indagini in corso forse anche con annesse bustarelle e valigette piene di soldi), che si possono permettere di tradire le promesse elettorali senza colpo ferire, o di dare vita al "gruppo misto" (un giorno qualcuno mi spiegherà perché questa gente invece non si dimette!), TRADENDO IMPUNEMENTE la volontà degli elettori che lo hanno mandato in Parlamento PER MERO E MESCHINO INTERESSE PERSONALE. Questa prassi, secondo me, fa nascere l’esigenza di rivedere quell’articolo, studiando una qualche norma che impedisca questi comportamenti che sono certamente ingiusti e scorretti. Tutta l’indignazione che la gente sente nei confronti della casta, non è figlia di Grillo. Nasce anzi proprio dal comportamento di questi signori che, spesso senza alcun pudore, manifestano come loro principale e unico interesse il riempirsi le tasche a spese della collettività. Altro che politica al servizio del cittadino ...
    Se la casta avesse ben operato invece di rovinare il Paese, Grillo sarebbe rimasto nei teatri e nelle piazze a fare il suo mestiere: il comico.

  • Di Daniel di Schuler (---.---.---.116) 7 marzo 2013 11:56
    Daniel di Schuler

    Starà ai cittadini non rieleggere, poi, il voltagabbana. No? Senza una cittadinanza che si è lasciata ridurre a plebe non vi sarebbe nessunissima casta. E Grillo Giuseppe, con la sua volgarità, non potrebbe neppure fare il comico. 

    • Di (---.---.---.215) 7 marzo 2013 12:18

      Sig. Daniel rispetto senz’altro il suo punto di vista e voglio precisare che non sono né fan né elettore del M5S. Tuttavia mi permetta di osservare che secondo me il suo ottimismo sulla volontà popolare di non votare certi personaggi è un po’ eccessivo. La storia degli ultimi 20 anni ci ha dimostrato che il "popolo sovrano" non è per niente puro e ingenuo. Molti cittadini votano più secondo la pancia che secondo coscienza. Il mio non è un giudizio etico, è una constatazione. Per questo motivo ritengo sarebbe utile rivedere alcune norme. Proprio perché sono animato da un sano realismo e penso che per riportare moralità in un sistema così degradato, da qualche parte bisogna pur cominciare. Per fare un altro esempio concreto di norme da modificare, anche l’attuale legge elettorale non favorisce chiarezza e trasparenza su chi va in Parlamento: decidono tutto i vertici di partito. Concludo con l’osservazione che il suo post mi è piaciuto molto, ed è per questo motivo che ho voluto lasciarle un mio commento. Cordiali saluti. Federico

    • Di (---.---.---.199) 7 marzo 2013 16:51

      ragioni su questo:
      M5S ha vinto proprio perchè la cittadinanza ha smesso di essere plebe, ridotta tale da 20 anni da questa insana classe dirigente....proprio perchè ha smesso di essere plebe che oggi si può parlare di art. 67 e di vincolo di mandato....

  • Di (---.---.---.199) 7 marzo 2013 17:15

    La storia del trasformismo in Italia è antica e risale ad Agostino De Pretis che lo teorizzò dopo aver vinto le elezioni nel 1877, se non ricordo male. Probabilmente questa attitudine a cambiare casacca è anche più antica e si collega con il cinquecentesco "Franza o Spagna purché se magna".

    Ma tutto questo non c’entra nulla con il rifiuto dei grillini dell’art. 67 della costituzione che vieta il vincolo di mandato.

    Chi difende questo principio difende un principio basilare della democrazia rappresentativa.

    Ma Grillo non accetta questa forma di democrazia lui è per quella diretta, teorizzata da Casaleggio (e non da Grillo che di tanto non sarebbe capace). In una democrazia diretta, pensateci un pò, il vincolo di mandato è necessario perché il rappresentante è lì a rappresentare le istanze di assenti in altro occupati, ma se sbaglia questa rappresentazione deve poter essere rapidamente sostituito, altrimenti non sarebbe più democrazia diretta. Quindi il vincolo di mandato per l’ideologia di Casaleggio è indispensabile.

    Per quanto riguarda poi il "povero Napolitano", io spero solo che vada via al più presto senza combinare altri pastrocchi politici. Dopo aver consentito a Berlusconi di usufruire di un mese di tempo per discutere la sfiducia presentata da Fini, mese nel quale Berlusconi reclutò Scilipoti e compagni salvandosi; dopo aver condotto Monti alla guida di un governo di pura destra economica, invece di consentire le elezioni politiche, che avrebbero consegnato il governo alla sinistra e avviata la definitiva sconfitta di Berlusconi, oggi si appresta a spingere verso un governo che in qualche modo ripercorra le orme di Monti, con il sostegno di PD e PDL.

    La sinistra sappia che qualsiasi forma di riedizione di alleanze tra PD e PDL sarà la sua fine storica. Occorreranno anni per ricostruirla dalle macerie.

  • Di Arrigo Garipoli (---.---.---.11) 7 marzo 2013 22:07
    QUESTO E UN MOVIMENTO CHE NON SI FERMERA’ QUELLO CHE DITE DI GRILLO LO DOVETE RIPETERE A MILIONI DI VOTANTI PERCHE IL PENSIERO CONDIVISIBILE DI GRILLO NOI LO RIVOTIAMO MILONI DI VOLTE COME PENSIERO UNIVERSALE DI GIUSTIZA ONESTA VALORI MORALI CHE E SEMPRE STATO E SEMPRE CONTINUERA ANCHE DOPO GRILLO, L’accesso alla verità consentirà la creazione della free energy che ci porterà alla conquista dell’indipendenza e alla sopravvivenza, e nonostante la confusione delle grandi bugie, e l’abuso giudiziale e socio-economico dallo stato sociale, noi possiamo riportare alla luce OLTRE I VALORI UMANI anche la scienza e la tecnologia vera.
    • Di paolo (---.---.---.121) 10 marzo 2013 09:06

      Arrigo ,il pensiero "condivisibile " di Grillo è già un pensiero universale perché non è una esclusiva di Grillo ,appartiene già a tutti coloro che hanno già una idea di valori comune ,altrimenti non sarebbe condivisibile.Concedi che si può anche non essere un comico o un guru capellone per pensare le stesse cose.Il punto è come arrivarci.

      Poi la tua santificazione è un’altra cosa (L’accesso alla verità consentirà la creazione della free energy ),è misticismo ..A proposito cosa intendi per scienza e tecnologia vera? sono curioso.Vogliamo mettere anche i paletti alla scienza? aspettiamo il verbo di Casaleggio?

  • Di (---.---.---.127) 10 marzo 2013 19:59

    Concretezza >

    Gli 8 punti di Bersani sono capitoli-base per una piattaforma programmatica anche più lunga di un’intera legislatura. Eppure questo è un limite per una proposta politica che risulti efficace e credibile.
    Al paese servono risposte concrete e immediate.
    Serve una sorta di lista prioritaria che dettagli alcuni interventi da realizzare nei primi 100 giorni di governo.

    A titolo di esempio.
    Per i cittadini.
    Cancellare o rinviare al 2014 il previsto aumento dell’Iva. Entro maggio rimodulare l’IMU e azzerare l’imposta prima casa fino a 500 euro. Rivedere le procedure di riscossione di Equitalia. Salvaguardare altri 50mila “esodati”. Da luglio reintegrare una quota (50%) della mancata rivalutazione 2012 delle pensioni fino a 2800 euro (6 volte il minimo).

    Per le imprese
    .
    Escludere a fini Irap le nuove assunzioni ed i contratti di lavoro stabilizzati. Tagliare la fiscalità sugli utili reinvestiti in impresa. Disporre eliminazione o accorpamento di adempimenti burocratici. Calendarizzare (su base semestrale) il saldo di un quarto di debiti contratti dalla P.A. con emissione di fideiussione bancaria. Autorizzare i Comuni “solvibili” a realizzare subito il 50-60% delle opere cantierabili.

    Restano ancora alcuni provvedimenti legislativi molto significativi tipo una nuova legge elettorale, la riduzione di parlamentari e dei costi della politica, la legge anticorruzione, falso in bilancio, ecc..
    L’importante è definire dei percorsi attuativi privilegiati.

    In sintesi.
    Occorre enucleare una lista di interventi essenziali, “realizzabili” entro un preciso arco temporale, che diano la netta percezione dell’impegno e della fattibilità di un tangibile cambiamento di rotta.
    Solo in questo modo, anche in caso di ravvicinato ritorno alle urne, non verrebbe intaccata la “credibilità” dei proponenti.
    Con coerenza, responsabilità e “concretezza” si segna la direzione per un Ritorno alla meta

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