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Pandemia fra sacro e profano

Con la pandemia sembra nata una nuova “religione” mondiale che si è imposta all’attenzione di tutti. 

I dettami di questa fede osservati in tutto il mondo sono: l’uso di mascherine, lavarsi le mani, evitare di stringersi le mani e il lavoro da casa, così, per ricordare i principali. Questi sono i riti del buon senso. Ovviamente i sacerdoti di questa religione sono gli scienziati, i medici, gli infermieri e i ricercatori (last but not least). Le loro istruzioni e i loro consigli sono le nuove rivelazioni, i loro reparti covid19, i laboratori e centri di ricerca sono i nuovi luoghi di preghiera, chiese, sinagoghe e moschee.

Questa nuova religione, tuttavia, è un fenomeno contingente, apparso insieme alla minaccia globale del coronavirus, probabilmente, scomparirà quando questa minaccia sarà scongiurata. 

C’è anche e non da trascurare la religione della pecunia anch’essa, per forza di cose, legata alla pandemia. I danni alle quotazioni di borsa e l’altalena del prezzo dell’oro spingono a considerare nuove forme di investimento.

I Bitcoin (la cripto-valuta della blockchain[1] Bitcoin) sono certamente una buona opportunità vengono emessi seguendo una politica monetaria prestabilita dal codice sorgente. Il numero massimo di bitcoin estraibili è pari a 21 milioni, Limite che si stima verrà raggiunto entro il 2140, raggiunta questa cifra non sarà più possibile estrarne altri. Nello specifico la politica monetaria di Bitcoin è la seguente: cinquanta blocchi ogni dieci minuti che si dimezzano ogni quattro anni. Quindi nel 2009, anno della creazione di Bitcoin, la ricompensa per ogni blocco ammontava a 50 BTC, nel 2018, invece, venivano minati 12,5 BTC per ogni blocco. Nel 2022 sarà possibile estrarre solo 6,25 BTC per blocco e così via. Una parte della dottrina, osservando questa caratteristica che rende i bitcoin un bene esauribile, ha accostato questa cripto-valuta all’oro. Secondo questa tesi i bitcoin sarebbero “oro digitale” e potrebbero essere considerati come un bene rifugio di nuova creazione. Nel marzo 2020 si è registrata una notevole flessione negativa del suo valore, infatti, l’avvento della pandemia mondiale di Covid-19 ha fatto registrare un crollo del suo valore tale da fargli raggiungere una delle capitalizzazioni più basse degli ultimi tre anni. Dopo qualche mese, tuttavia, la sua valutazione è tornata alla normalità ed ha addirittura superato la quotazione pre-Covid-19. Questo sembrerebbe dimostrare, se non altro, che il bitcoin è riuscito a superare questo forte periodo di crisi addirittura migliorando la sua quotazione; questo dimostra un grande interesse della comunità nelle cripto-valute, la dilagante importanza del digitale e riafferma la narrazione che lo descrive come nuovo bene rifugio. Una alternativa da considerare agli usuali metodi di investimento.

 
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