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Palermo: sequestrate armi e dollari falsi

Prende corpo l’ipotesi della preparazione di una nuova guerra di mafia tra i boss mafiosi palermitani, intenti in questi mesi ad accumulare armi e denaro. L’ultimo sequestro è stato effettuato questa mattina al boss suicida in carcere Gaetano Lo Presti, gli investigatori hanno recuperato 10 milioni di dollari falsi, tre fucili (di cui due a canne mozze e uno a pompa), una pistola a tamburo calibro 357 magnum, migliaia di munizioni ed una divisa da carabiniere. Il boss a capo del mandamento cittadino di “Porta nuova” aveva nascosto armi e dollari falsi per far fronte alle crescenti necessità di denaro per il mantenimento dei detenuti ed in previsione, secondo gli investigatori, di una sempre più eventuale nuova guerra di mafia.

Le armi e i dollari falsi sono stati rinvenuti nelle abitazioni di alcuni affiliati alle cosche mafiose. I carabinieri a distanza di alcuni mesi dall’operazione “Perseo”, che ha interrotto il processo di riorganizzazione di Cosa nostra, sono riusciti ad individuare nell’abitazione di Fabio Manno, reggente della famiglia di “Borgo vecchio”, che era stato arrestato a dicembre, e oggi collabora con la giustizia, e poi in quella della zia, sorella di Gerlando Alberti, banconote da 100 dollari falsi. I biglietti erano nascosti in parte in un muretto in cemento costruito da Manno nel garage di casa (oltre sette milioni di dollari) ed in parte dietro una intercapedine di un muro nell’abitazione della zia di Alberti (circa 3 milioni di dollari). Sulle armi scoperte sono stati avviati accertamenti balistici per verificare se in passato sono state utilizzate in omicidi.



“Ottima operazione dei carabinieri”. Lo dichiara il senatore del Partito Democratico Giuseppe Lumia, commentando il sequestro di armi e denaro avvenuto all’alba di questa mattina a Palermo nelle abitazioni di alcuni affiliati alle cosche mafiose. “Le congratulazioni non bastano - aggiunge Lumia - la politica deve essere più incisiva. La maggioranza recepisca la direttiva dell’Unione Europea sulle squadre investigative comuni che solo l’Italia non ha recepito. Si consenta alle Dda di accedere direttamente con le password al sistema delle anagrafi tributarie per indagare sui patrimoni dei boss”. “In linea con la scelta fatta da Confindustria Sicilia di espellere tutti quegli imprenditori che non denunciano le richieste del pizzo - continua Lumia - la maggioranza accolga la nostra richiesta di rendere la denuncia obbligatoria per tutti gli operatori economici e scatenare così contro la mafia una rivolta senza precedenti che la metta in ginocchio”.

“Poveri ed in galera con il carcere duro (41 bis): tutti i mafiosi lo devono sapere, questa sarà la loro fine”: lo ha detto il senatore Carlo Vizzini, presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato e componente della Commissione Nazionale Antimafia, in riferimento al sequestro di armi e dollari falsi ai boss di Palermo. “Dollari falsi e mafiosi veri - prosegue Vizzini - per un altro successo dei Carabinieri. Tra le macerie della parte di mafia che è stata decapitata emergono segnali di una possibile guerra interna e comunque ricompaiono gli arsenali e indubbi legami con ‘cosa nostrà americana. È certamente un segno di disperazione - aggiunge Vizzini - ma anche di voglia di coprire i vuoti creati dai successi degli investigatori a costo di nuove guerre interne con spargimento di sangue. Stando a fianco di magistrati e forze dell’ordine - conclude Vizzini - dobbiamo procedere lungo la strada intrapresa”.

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