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Pablo Iglesias al Parlamento Europeo: socialisti, basta con le grandi coalizioni

di Pablo IGLESIAS

[Pur non condividendo la linea politica di Podemos in merito all’Euro e alla visione europea pubblichiamo la traduzione del discorso di Pablo Iglesias al Parlamento Europeo, nel corso del dibattito sulla crisi dei migranti, dove rassegna le sue dimissioni in vista delle elezioni generali in Spagna.]

Signor Presidente, la prima volta che ho parlato qui era quindici mesi fa per conto di questo gruppo. E’ stato un onore farlo ed è stato un onore competere con lei per la presidenza di questo Parlamento. Dissi allora che aspiravamo a un’Europa diversa, che fosse un po’ meno dura con i deboli e un po’ meno accomodante con i potenti. Credo, purtroppo, che la dichiarazione di quindici mesi fa rimane valida ancora oggi.

Ho ricordato, in quel discorso di quindici mesi fa, i soldati spagnoli che hanno combattuto contro il fascismo e contro l’orrore come il miglior contributo del mio paese per il progresso in Europa, come il miglior contributo del mio paese per un’ Europa sociale, un’ Europa democratica, un’ Europa rispettosa dei diritti umani. Quando sento le grida xenofobe in quest’Aula ricordo che nel mio paese, a quelli che insultavano, a coloro che terrorizzavano i deboli è stato detto «No pasarán». Ma mi dà fastidio sentire una certa ipocrisia in quest’Aula da coloro che piangono lacrime di coccodrillo e difendono – dicono di difendere – i diritti umani.

Signor Weber, lei ha parlato di estremisti per riferirsi a ciò che potrebbe accadere in Portogallo. Imparate a rispettare la democrazia. Comprendendo che, a volte, i cittadini votano diversamente da ciò che gli fanno credere di rappresentare.

(Applausi)

Il signor rappresentante del gruppo liberale – spero che mi perdonerà, se dopo quindici mesi di pratica ogni mattina allo specchio, sono ancora incapace di pronunciare il suo nome – ha detto che questo non è un problema di socialdemocratici, liberali o popolari. In effetti, è così. In effetti, tutti loro hanno concordato gli elementi chiave che ci hanno coinvolto in una politica estera europea che stiamo pagando e che ha a che fare con la miseria e l’umiliazione di migliaia di famiglie che vivono sulla soglia dell’Europa.

Oggi si parla, ancora una volta, della guerra e della desolazione alle porte d’Europa, di famiglie a cui si sta rispondendo con il filo spinato. E io dico che noi europei non possiamo dimenticare che cosa significa la guerra, non possiamo dimenticare che cosa significano l’orrore e la povertà e del dovere di abbandonare l’orrore e la povertà. E non possiamo umiliare queste persone, perché ummiliare queste persone significa umiliare l’Europa. Come è umiliare Europa, signor Weber, eliminare il welfare state. Come è umiliare l’Europa eliminare i diritti sociali. E’ umiliare l’Europa consegnare i governi all’arroganza dei poteri finanziari e sferrare un attacco alla sovranità popolare. E’ umiliare l’Europa incoraggiare la frode fiscale, come ha fatto lei, Presidente Juncker. Proprio come lei, che ha favorito, quando era ministro Capo del Governo e Ministro delle Finanze – accordi commerciali segreti con le multinazionali di modo che potessero pagare le tasse al 1%, mentre i cittadini europei devono pagare altre tasse. E poi si parla di bilancio. E ci si siede lì, Jean-Claude Juncker, perché persone come lei, onorevole Pittella, ha permesso al signor Juncker di sedersi lì; perché voi, i socialisti, state mantenendo una grande coalizione con i popolari in quest’Aula.

Quindi, e non le cito Dante, onorevole Pittella, si schieri con la gente e la faccia finita con questa dannata grande coalizione.

(Applausi)

Io ritorno al mio paese per non avere, perchè in Spagna non ci siano ancora persone come lei nel governo, signor Juncker, ma voglio chiederle una cosa prima di partire: cambi la sua politica.

La crisi dei rifugiati non si risolve con filo spinato. La crisi dei rifugiati non si risolve con la polizia. Quello che funziona è una politica responsabile. Smettere di giocare a scacchi con i popoli del Mediterraneo. Lavorare per la pace, piuttosto che fomentare guerre. Aiutare le persone in fuga dall’orrore. Non continuare a distruggere la dignità dell’Europa, Jean-Claude Juncker.

(Applausi)

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