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PFAS: acqua avvelenata

Tutto parte nel maggio 2013, quando la regione Veneto viene informata dal ministero dell’ambiente, dell’esito delle ricerche commissionate al CNR-IRSA ( istituto ricerca sulle acque) da cui si evidenziava la presenza di pfas in concentrazioni preoccupanti, nelle acque di alcuni comuni veneti.

Cos’è il PFAS

I PFAS (perfluoroalchiliche) sono composti chimici industriali utilizzati per rendere i prodotti impermeabili all’acqua e ai grassi. Sono usati nella produzione di molti oggetti di uso quotidiano come padelle di teflon, carta da forno sbiancata, packaging per fast food, abbigliamento reso impermeabile o isolante e lubrificanti. Da almeno 60 anni queste sostanze si diffondono e avvelenano le falde acquifere, acque superficiali e acquedotti del Veneto occidentale ma ormai sono diffusi nel fiume Po e quindi anche nel mare Adriatico. L’Ispra ( istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) ha stimato per il solo danno ambientale 136,8 milioni di euro.

Quali danni per la nostra salute?

 Possono avere effetti negativi sulla salute come danni al fegato, malattie della tiroide, obesità, problemi di fertilità e cancro.

Gli alimenti maggiormente inquinati sono

  • pesce e frutti di mare (soprattutto da acqua dolce)
  • frutta e prodotti contenenti frutta.
  • carne e prodotti con carne (soprattutto interiora e fegato)

Chi è il principale responsabile di questo disastro ambientale?

La maggiore responsabile dello sversamento è una fabbrica fallita nel 2018: la Miteni,(acronimo di Mitsubishi Enichem) che si trova a Trissino, un piccolo comune in provincia di Vicenza. Nella sua zona industriale gli impianti, nascosti dagli alberi, sembrano volersi celare. Il cancello è aperto a metà, tutto è ancora lì. Macchinari, attrezzature e brevetti sono stati comprati dalla società indiana Viva life lo scorso anno, ma la pandemia ne ha bloccato la rimozione. Ancora lì, ma più sotto, ci sono anche i rifiuti che continuano a inquinare.

C’è sempre da chiedersi perchè certe aziende sorgono sempre in zone dove ci sono falde acquifere importanti. che nel tempo creano disastri ecologici e mettono in serio pericolo la salute dell’uomo. Caro Luca Zaia invece di pensare all’autonomia della regione pensa a bonificare il territorio, che è la salute il vero futuro.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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