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‘Osservatore Romano’: “Famiglia non può delegare a scuola educazione sessuale”

Oggi il quotidiano del Vaticano, con un editoriale di Lucetta Scaraffia, commenta l’introduzione di corsi di educazione sessuale a New York. Il provveditore agli studi locale, Dennis Walcott, ha infatti disposto la frequentazione di corsi ad hoc per gli studenti tra gli 11 e i 18 anni, per almeno un semestre. Sebbene tra i metodi anticoncezionali si citi la castità e l’argomento sia affrontato con tatto, l’arcivescovo Timothy Dolan ha contestato comunque la decisione. Perché “le autorità permettono al sistema scolastico di sovrapporsi ai valori dei genitori, per sostituirli con quelli di chi governa”, riporta l’editorialista.

Scaraffia non ci sta che sui media circoli l’immagine della Chiesa come “forza oscurantista” perché critica verso l’educazione sessuale nelle scuole. Le istituzioni pubbliche occidentali continuerebbero invece “a nutrire una fiducia magica nell’efficacia dell’educazione sessuale”. Sebbene “dopo anni di corsi” in “molti Paesi” (si cita il Regno Unito), “i ragazzi continuino ad avere rapporti sessuali precoci senz aalcuna protezione, e si moltiplicano le gravidanze fra le adolescenti e gli aborti”, sostiene. Non basta spiegare agli adolescenti come usare i contraccettivi, ma “il problema è più a monte, nell’educazione e quindi nella famiglia”.

“In fondo” l’Italia, dove non c’è educazione sessuale obbligatoria, è “uno dei Paesi che se la cava meglio”, in cui “i giovani rischiano di meno malattie e gravidanze precoci”. Per merito della famiglia ma anche “in parte” della Chiesa cattolica, “che continua ad insegnare che i rapporti sessuali sono molto più di una ginnastica piacevole da praticare senza freni senza correre rischi” e perché questa “insegna il rispetto del proprio corpo”.

“I cattolici quindi non possono accettare che la vita sessuale venga considerata materia di insegnamento come un’attività qualsiasi”, continua Scaraffia. Le famiglie non possono “lasciare il problema alla scuola che sostituisce l’educazione morale con informazioni tecniche”. Tutto ciò rivelerebbe “il clamoroso fallimento dell’utopia della rivoluzione sessuale” e “lo sgretolarsi conseguente della prima istituzione di educazione morale, la famiglia”, conclude la giornalista.

Valentino Salvatore

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